Dimitrov: “Ho dato tutto. Sono orgoglioso”

La conferenza stampa di Grigor Dimitrov dopo la sconfitta con Rafael Nadal in semifinale agli Australian Open: "Oggi ha dimostrato perché si chiama Nadal".

Hai avuto un po’ di tempo per digerire la sconfitta. Che emozioni stai vivendo ora che questo epico incontro è finito?
Non è facile essere sconfitti in un match del genere. Esco però felice, per un sacco di motivi. Ho intenzione di stare positivo e mantenere la testa alta. In questo momento tutto il merito va a Rafa, perché è un grande combattente, un grande avversario. Per me, è stato un onore giocare un match di questo genere contro di lui. Questo evidenzia che sto andando nella direzione giusta. Sì, devo solo cercare di prendere tutto quello che c’è di positivo da questa mia avventura in Australia; quando mi guarderò indietro, pensando a questa partita, sono sicuro che potrò capire cosa avrei potuto fare meglio. Almeno posso dire una cosa, ovvero quella di aver dato tutto, oggi sul campo. Sono orgoglioso di questo. Sono fiero del mio team, del mio coach, di ogni persona che si è presa cura di me in questo mese, che è stato davvero molto intenso. Ci riposeremo per un po’ poi torneremo al lavoro.

Anche se alla fine hai perso, il match di oggi può ritenersi come il più intenso della tua carriera?
Direi che è tra i più intensi, ma credo sia stata la prima volta in cui ho giocato un match di oltre quattro ore e mezza. Non saprei dire se ho mai giocato un incontro così lungo. Così è fantastico, è bello averne fatto parte, anche se, sfortunatamente, non è finito nel modo in cui avrei voluto. Ma, d’altra parte, posso dire di aver vissuto un’esperienza straordinaria affrontando questo giocatore, di stare di fronte a Rafa. Voglio dire, oggi ha veramente dimostrato perché si chiama Nadal.

Lui ha detto di essersi sentito un po’ stanco nel quinto set, tu invece sei apparso fresco: dicci come sei riuscito a stare meglio di lui fisicamente.
Eh sì, bella domanda. Nel complesso mi sono sempre sentito bene. Anche se abbiamo sfiorato le cinque ore di gioco, sentivo di avere ancora energie per proseguire, che per me è senz’altro ottimo. Eppure, come altri giorni, la sera ero rimasto sveglio fino a tardi. Non mi sono sentito assonnato o altro, che è un buon segno. A livello fisico è andata alla grande. Sono felice di non aver avuto crampi o cose di questo genere, dato che avevo già avuto questo tipo di problemi con lui in passato. Sì, sono felice di esser stato ad alto livello fisicamente. Mi sono accorto che giocava, diciamo, così, un po’ più lento in alcuni punti. Voglio dire, lui è un giocatore molto esperto e sa cosa dover fare nei momenti più importanti di un match, e credo che questa sia stata la chiave, specialmente nei due break point che ho avuto nel quinto. Nel primo credo che avrei potuto essere un po’ più incisivo, ma in realtà non ci sono riuscito. Poi lui è cresciuto. Voglio dire, questo è quello che può fare un grande giocatore, sfrutta al massimo l’occasione che gli dai. Poi ha giocato un colpo eccezionale.
Nel complesso, sono comunque molto soddisfatto della mia forma fisica in questo momento.

Non pensi di aver avuto un po’ di sfortuna quando hai perso la battuta, perché lui è stato un po’ aiutato dal net?
Beh, si tratta del gioco. Non posso certo controllare il tempo, il vento, le linee, le chiamate degli arbitri. È solamente ciò che è. Cioè, voglio dire, vorrei che almeno una decina di altre cose fossero andate a mio favore, ma questo non è accaduto.

Come paragoni la delusione di oggi rispetto a quella già vissuta in passato? Il fatto che oggi ci sei andato così vicino, rende tutto questo meno difficile?
Non voglio dire… Di sicuro per me oggi è stata una delusione, ma non voglio demoralizzarmi troppo, perché si tratta della mia seconda semifinale in uno Slam. Devo ripartire da questo.
Sicuramente ripenserò al match, e come dicevo prima, cercherò di capire dove avrei potuto fare meglio, però è tutta esperienza. Ho davvero bisogno di cogliere i lati positivi dell’incontro di oggi. L’unica cosa che sarà un po’ più difficile da smaltire sarà pensando a …”Wow, ci sei andato così vicino”. Questo per i primi tre, quattro giorni, ma devo accettarlo. Allo stesso tempo apprezzo il mio cammino in questo torneo, è un gran modo per iniziare l’anno.
Non capita spesso di vincere dieci partite di fila. Sì, in pratica intendo prendere fiducia da tutto questo.

La rivalità Federer- Nadal è una delle più importanti. Oggi ti sei trovato nella posizione di cambiare la storia: ti è passato per la testa di poterla cambiare, potendoci entrare anche tu?
Voglio dire, non è che abbia pensato di cambiare la storia, sopratutto dato che facciamo uno sport molto competitivo. Ovviamente, ognuno avrebbe sperato in una finale del genere, me incluso; correrò a guardarla, sicuramente. È una rivalità incredibile, il fatto che capiti ancora una volta, per lo sport è grandioso ma, come sai, durante l’incontro non pensi a questo. Ero solamente concentrato su quello che dovevo fare. Questo è ciò che ho fatto nell’ultimo mese.

Cosa pensi che ci sia di diverso rispetto alla semifinale che raggiungesti a Wimbledon nel 2014?
Mi sono sentito più a mio agio. Non mi sono sentito nervoso oggi. Penso che allora, almeno per un set e mezzo, ero molto nervoso. Oggi mi sono svegliato pensando “è solo una partita, amico!” È la mentalità su cui sto lavorando, e su cui il mio coach Daniel mi ripete sempre. Dobbiamo solamente cercare il meglio da ciò che ci offre la giornata.

Devi aver lavorato duramente per giocare come hai fatto stasera. Congratulazioni.
Grazie ragazzi, grazie per apprezzarlo. Buona serata.

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