Wimbledon – Da Wozniacki a Bouchard, le non teste di serie più pericolose

TENNIS – Tra pochissimi giorni ormai prenderà il via presso l’All England Club il torneo più famoso e celebrato del mondo: stiamo naturalmente parlando di Wimbledon. Mai come quest’anno, considerati anche i risultati dei primi due majors, è davvero difficile fare un pronostico consistente in campo femminile.

Oltre alle 32 teste di serie infatti, si riscontra un numeroso lotto di giocatrici che potrebbero, per così dire, “far saltare il banco”, e risultare molto insidiose specie se affrontare nei primi turni. Eccone di seguito alcune che bisognerà tenere d’occhio:

Caroline Wozniacki: la tennista danese non sta di certo vivendo il miglior momento della sua carriera, come dimostra per altro il suo attuale ranking di numero 37, ma la 25enne di Odense è una giocatrice di indubbio talento e di grande esperienza nonostante la giovane età; non ha mai vinto uno Slam e a Wimbledon no si è mai spinta oltre gli ottavi, raggiunti in quattro occasioni (2009-2010-2011-2014), tuttavia proprio la minor pressione gravante sulle sue spalle potrebbe consentirgli di sfatare finalmente questo indelebile tabù.

Eugenie Bouchard: tra le papabili sorprese non possiamo non citare la finalista del 2014, a dispetto di un 2016 che per ora le ha regalato due sconfitte in finale subite rispettivamente a Hobart e Kuala Lumpur. La canadese inoltre si è fermata al secondo turno sia agli Australian Open che al Roland Garros, ma chissà che memore dell’incredibile cavalcata di cui si è resa autrice proprio a Londra un paio di stagioni or sono, non riesca a ripetere la favola.

Tsvetana Pironkova: la 28 enne bulgara,numero 59 delle classifiche mondiale, rappresenta una delle mine vaganti più insidiose in questa edizione dei Championships. Dopo un Open d’Australia per nulla brillante, la tennista di Ploviv si è riscattata grazie ai quarti di finale a Parigi, ma ciò che più intimorisce le avversarie è la sua tradizione a Wimbledon: negli altri majors non ha mai superato il quarto turno, approdandovi in una sola occasione, mentre sull’erba di Church Road vanta una semifinale nel 2010 e un quarto di finale nel 2011. Dovrebbe essere sufficiente ad assegnarle il ruolo di possibile outsider.

Kirsten Flipkens: non sarà da sottovalutare la belga durante lo Slam londinese, visti gli ottimi piazzamenti agguantati in tornei di prestigio durante l’anno corrente. Inoltre è inevitabile che la memoria torni a quell’incredibile semifinale agguantata a Wimbledon nel 2013, impreziosita dalle vittorie contro Pennetta e Kvitova e interrotta soltanto da colei che avrebbe sollevato il trofeo, Marion Bartoli. Lo stile della numero 52 WTA ben si adatta alla superficie e ai rimbalzi, costringendo molte avversarie a fare i dovuti scongiuri in vista del sorteggio.

Alizè Cornet: concludiamo la nostra rassegna con l’atipica tennista transalpina, che viene da una prima parte di 2016 piuttosto incolore fatta eccezione per il successo a Hobart e non si è mai spinta oltre il quarto turno sui prati dell’All England Club. Il paradosso vuole che il suo gioco particolare e ricco di variazioni, più improntato al passato che al moderno, si adatterebbe benissimo all’erba e risulterebbe in grado di creare innumerevoli grattacapi alle colleghe. Forse dunque il fattore determinante per Alizè è più prettamente psicologico che tecnico.

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