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08 Feb 2016 05:00 - Fed Cup
Fed Cup: l'Italia esce a pezzi da Marsiglia, quale destino ora?
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
MARSIGLIA. Si naviga a vista. Si spera. Si osserva l’orizzonte cercando di trovare la via giusta che allontani i pericoli e i dubbi. Un anno fa, a Genova, l’Italia andò avanti 2-0 e venne sconfitta al quinto match. Oggi la Francia ha chiuso con ancora più facilità, senza rischiare nel match da dentro o fuori.
L’unico punto che la nazionale azzurra ha portato a casa è stato il primo, il singolare di Camila Giorgi. Poi basta. Set vinti: zero. Set persi: sei. E le difficoltà che ha incontrato la stessa Camila contro Kristina Mladenovic per oltre un set e mezzo rendono abbastanza l’idea di come sia stato estremamente sofferto anche quel punto. Non è bello, però ci sono diverse domande: che ne sarà di questa Italia? Alle 11 di domenica mattina la notizia dell’eliminazione dell’armata russa contro l’Olanda, che in molti credevano a Mosca in semplice gita turistica, aveva accennato gli animi. Una possibile semifinale contro la squadra meno forte del World Group, con l’eliminazione di una super-potenza e di un’altra nazionale pericolosa come la Germania, con la Repubblica Ceca che rischierà tantissimo ad aprile contro la Svizzera? Oro. Sarebbe stato oro. Anche perché avrebbe coperto alcuni problemi che si lamentano da tempo. Quale futuro per la nostra nazionale? Flavia Pennetta ha lasciato, Francesca Schiavone non veniva convocata da anni ed era presente solo per assenza di nomi all’altezza, mentre su Sara Errani e Roberta Vinci bisognerebbe aprire un discorso a parte.
La romagnola, ad esempio: giocatrice da elogiare per i bellissimi risultati raggiunti quando nessuno puntava un euro su di lei, da qualche tempo sta faticando ben più di quanto sarebbe lecito attendersi. A Melbourne, poi, è arrivata un’ammissione che lì per lì sapeva più di sfogo detto senza pensarci, ma che qualche pensiero lo ha lasciato, eccome: “Forse sono stanca di tutto questo mondo, forse devo farmi da parte”. Oggi, una nuova frase: “Quando il tennis non c’è è inutile…”. Oggi? O anche ieri? O forse è tutto un periodo così, o forse anche Sara ha davvero raggiunto il limite di stress fisico e psicologico. Un momento complicato iniziato, o forse evidenziatosi ancor di più, con la separazione da Roberta Vinci. La tarantina non è stata presente a nessuna delle due sfide in nazionale dopo quell’episodio. Lo scorso aprile si disse che aveva un problema fisico, ma in quei giorni fu vista allenarsi a Palermo. Stavolta sarebbe stata lei a tirarsi fuori per concentrarsi sul singolare. Davvero? Con tutti i problemi di formazione che ci sono ora, rinunciamo così serenamente alla nostra n.1? Tant’è. E così in Francia è dovuta andare Martina Caregaro, complice anche l’infortunio al ginocchio di Karin Knapp che la terrà fuori almeno un altro mese, che avrà vissuto un weekend indimenticabile e magari potrà trarre qualche insegnamento per il suo futuro. Oggi però serve capire come mai si rinunci alla nostra giocatrice più forte e più in forma del team. Perché deve andare a San Pietroburgo? E’ testa di serie n.2 e con un bye al primo turno, il che vuol dire che non sarà in campo prima di mercoledì o addirittura giovedì.
Le nostre sembrano ragazze prive di un leader carismatico, qualcuna che dia una scossa. La grinta di Sara non basta, e dietro di lei non sembra esserci una figura con le spalle larghe. Non sembra esserci neppure chi possa dare una svolta a quest trend. Ai play-off sarà molto dura, perché troveremo o gli Stati Uniti (ancora!) in trasferta, o l’Australia in casa, o la Spagna in trasferta, o la Bielorussia con cui si dovrà andare al sorteggio perché l’unico precedente (perso) risale al 1996 quando ancora non c’era questo format. Ognuna di loro ha almeno una top-player, e questa volta non sarà come a Brindisi quando Flavia Pennetta giocò, perlopiù perché l’evento era a casa sua. Il rischio è che una possibile sconfitta possa aprire un lungo periodo di difficoltà, perché si passerà immediatamente al 2017, senza Vinci (che comunque si è abbastanza staccata, a quanto pare), Errani che varcherà la soglia dei 30 e dietro un gruppo da costruire con diversi punti di domanda.
Il weekend di Marsiglia ci consegna il secondo anno consecutivo in cui subiamo una sconfitta al primo turno del World Group, cosa a cui non eravamo più abituati e che non può essere presa come un semplice momento no. Ci stiamo lentamente sgretolando. Affidare le sorti dell’intera sfida al gioco iper-offensivo di Camila Giorgi al momento sembra molto complicato, chiederle di prendersi la squadra sulle spalle non sembra proprio il caso. O si prende la bacchetta magica e si cerca di venire a capo della situazione, oppure quelli che verranno potrebbero essere tempi piuttosto bui.