TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Diego Barbiani
MELBOURNE. Novak Djokovic, sei volte campione su sei finali giocate all’Australian Open, spiega così questo dato: «La mia è una storia d’amore con la Rod Laver Arena e spero che continui a lungo».
Analizzando il match di oggi, invece, il n.1 del mondo dice: «Son partito benissimo, come feci contro Federer. Ero veramente aggressivo e per un set e mezzo ho giocato un gran tennis. Poi lui è salito di livello ed ha elevato il servizio, la sfida è diventata più fisica ma c’era da aspettarselo da uno dei migliori al mondo».
Poi, a proposito dei tanti tifosi serbi che gli hanno dedicato una lunga standing ovation fuori dallo stadio: «Molti di loro non potevano neppure entrare dentro lo stadio perché non avevano un biglietto. Eppure sono rimasti fuori ad aspettarmi per tutto il giorno fino a quasi mezzanotte. Sono veramente grato per questo, è incredibile. Ho vinto tanti trofei, ma non ho mai ricevuto questo supporto dopo la partita. Molti di loro forse sono serbi che vivono qui, altri che vengono dal mio paese. E’ bello che abbiamo fatto questo viaggio così lungo per vedere una partita di questa importanza».
Infine, una riflessione sulla sua posizione: «Non prendo nulla per garantito, anche se ho giocato le ultime cinque finali Slam vincendone quattro. Ogni volta che entro in campo so che ho di fronte un avversario che merita tanto rispetto. Però sono molto orgoglioso di questo, io ed il mio team lavoriamo tanto e dovremmo godere di questi momenti. Montarmi la testa ora che ho battuto sia Nadal che Federer che Murray? Ma non se ne parla. Non posso proprio permetterlo o come minimo passerei per arrogante. Ora come ora sono solo contento che stia giocando il miglior tennis della mia vita».
Andy Murray, invece, la butta più sui numeri: «Col dritto oggi ho sbagliato tantissimo, ho cominciato forse a sentirlo un po’ di più dal terzo set. Alla fine però ho visto che ho commesso 25-26 gratuiti in più di lui, lo stesso numero di punti che ha vinto in più di me». Un momento in cui si dice dispiaciuto, invece, non può non essere il turno di battuta perso sul 5-5, dove era avanti 40-0: «Era una fase molto delicata. Dopo essere andato sotto ero riuscito a rientrare ed avevo trovato qualche chance, ma lì ho rovinato tutto».
Poi, il pensiero va nuovamente a sua moglie Kim Sears ed a suo padre Nigel: «Sono stati giorni difficilissimi. Mia moglie Kim è stata fantastica a mantenere la calma nonostante tutto. Ora la situazione va meglio ma non vedo l’ora di andare a casa da lei». Infine comunica che in questi ultimi giorni aveva sempre la valigia pronta, controllava aerei ed è stato vicinissimo a salutare il torneo: «E’ vero, sì. Non sono mai stato in una situazione simile e non è stato facile. Controllavo i voli tutti i giorni, ero pronto a scappare se lei mi avesse detto qualcosa».
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