Us Open: Mardy Fish tra sogni e mostri da scacciare

 

TENNIS – US OPEN – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Mardy Fish batte Marco Cecchinato in quattro set: 67 63 61 63 e continua l’avventura nell’ultimo Slam della sua carriera. Un ritorno difficile, l’ultimo, per battere le ansie e la depressione che si erano impossessati di lui. E uscirne vincente.

 

C’è ancora tennis, c’è ancora vita per Mardy Fish.

E’ l’ultima scena, l’ultima camminata su un tappeto che rosso è diventato da poco.

Quanti passi saranno, lo deciderà questo US Open. Il primo, Mardy, lo ha fatto.

Non senza difficoltà, contro Cecchinato che ha giocato bene, che ha lottato ma le differenze tecniche e di velocità, malgrado Fish non sia naturalmente al suo massimo, sono tante. Troppe.

Ma questo l’ansia non lo sa, questo l’irrazionale non lo comprende. Fish ha avuto un problema al cuore, è vero, ma quello che lo ha tenuto davvero fuori dai giochi per così tanto tempo è stato il panico. Un condizionamento psicologico, quasi una vera e propria malattia che Fish ha fatto prima fatica ad accettare, poi a parlarne, ancora di più a cercare di curare.

 

Probabilmente nemmeno adesso è tutto passato; anzi, per ammissione dello stesso statunitense, è ancora tutto in divenire. La determinazione ad uscirne vincente, però, è tanta.

C’è qualcosa di confortante, quando hai passato momenti terribili e poi in campo sei in difficoltà. In quel momento la prospettiva entra in gioco e ti dici che sì, avrai perso il servizio, poi il set, ma sei stato peggio e ne sei venuto fuori. Quando ne sei fuori, però.

 

Ed è per questo che Fish, ancora convalescente, ha reagito da giocatore vero al primo set perso contro Cecchinato sul Grandstand: Mardy aveva servito sul 5-4 e poi aveva salvato 3 set point nel dodicesimo gioco; al tie-break però non è riuscito a trovare quel punch necessario.

 

E’ per questo che il primo passo verso la fine e un nuovo inizio è stato glorioso, vincente: sono lontani i tempi in cui la moglie doveva chiedere alla gente di spostarsi dall’uscita di un qualsiasi impianto tennistico perché Fish potesse uscire senza patemi.

 

I primi tempi era difficile perfino uscire da casa. D’un tratto, in poco tempo, passi dall’essere in top ten e al tuo massimo alla diagnosi di un problema cardiaco, il panico, una malattia pericolosa che minaccia la tua mente, la tua passione vola via, la tua vita sembra andare a rotoli.

 

E’ l’ultimo torneo di Mardy Fish e comunque vada, ne uscirà da vincente. Se lo gode tra il salsicciotto di ghiaccio intorno al collo e i sorrisi agli incitamenti in tribuna, gli amici e i familiari vicini. Per dare un calcio a quei mostri e riprendere il controllo di tutto, facendo quello che sa fare meglio, piangendo e ringraziando.

 

A raccontare le emozioni di aver affrontato Mardy Fish, è proprio lo sconfitto, ma onorevolmente, Marco Cecchinato. Una prima volta da non scordare e con un po’ di rammarico: “La partita è girata nel secondo set, quando stavamo 3-3 pari 15-30 sul suo turno di battuta. Se lo brekkavo, sarebbe stata diversa. Alla fine è stato lui a breakkarmi e poi è girata a suo favore. E’ stato ciò che ha dato la svolta alla gara. Resta il ricordo di una bellissima esperienza, dove ho giocato sul Grandstand, contro un americano come Mardy Fish e vincere anche un set. Peccato per il risultato ma sono molto soddisfatto”

 

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