Le pagelle degli Us Open: Djokovic 10 scontato, delusione Sinner da 5

Diamo i voti ai protagonisti (in positivo e in negativo) dell'ultimo Slam stagionale.

VOTO 10 DJOKOVIC: Sono terminati gli aggettivi per questo fenomeno che, a 36 anni e mezzo, continua a vincere e lo fa sempre più in modo sorprendente: 10 anni fa, chi si aspettava Djokovic vincitore di 3 slam nel 2023 facendo serve and volley e attaccando come si faceva negli anni d’oro del tennis? Uno degli spartiacque della finale è stata la palla break nell’ottavo game del secondo set per Medvedev, con Nole che la annulla con una demivolèe in scappata millimetrica su una risposta fortissima del russo. Non c’è bisogno di aggiungere altro.

VOTO 9 MEDVEDEV/SHELTON: Stesso voto per gli ultimi due giocatori battuti da Djokovic.
Il russo merita una valutazione alta perché, da qualche mese, è finito nell’ombra rispetto al duo Nole/Alcaraz: reagisce a questo duopolio con una grandissima prova, sconfiggendo finalmente lo spagnolo dopo due sconfitte pesanti nel 2023 e tiene testa finchè ha potuto a Djokovic (chissà se avesse vinto il secondo set come sarebbe finita…).
L’americano merita lo stesso voto sia per il risultato raggiunto, sia per il tabellone che ha dovuto affrontare: per uno che quest’anno, schiacciato forse dalla troppa pressione, aveva vinto due match nello stesso torneo Atp solo all’Australian Open, il risultato è davvero ottimo.

VOTO 8 ZVEREV: Il tedesco ormai sta tornando ai suoi livelli pre infortunio e sta finendo il 2023 in crescendo: con questo quarto di finale entra ufficialmente in zona Atp Finals (sarebbe sorprendente non ci arrivasse a questo punto).
Peccato che il match maratona con Sinner lo elimina praticamente in partenza con Alcaraz.

VOTO 7 ARNALDI/TRAVAGLIA: Gli unici due italiani che possono uscire soddisfatti da questo torneo.
Matteo conquista per la prima volta la seconda settimana di uno slam e lo fa sconfiggendo avversari di ottimo livello (Fils e Norrie): esce a testa alta con Alcaraz in un match in cui difficilmente poteva fare di più.
Bravissimo anche Steto Travaglia che, dopo qualche anno buio che l’ha spedito fuori dal giro che conta, torna a qualificarsi per uno slam (sconfiggendo un avversario quotato come Millman) e riesce anche a vincere un set contro Paul (che lo precedeva di 219 posizioni in classifica): speriamo non sia un fuoco di paglia, ma l’inizio della risalita.

VOTO 6 ALCARAZ E RUBLEV: Sufficienza striminzita per Carlos e Andrey: entrambi hanno fatto il minimo sindacale, considerando classifica e pedigree. Alcaraz difendeva il torneo e si è fatto sorprendere dal suo predecessore sul trono americano mentre Rublev come sempre esce sconfitto ai quarti slam (0 su 9) con uno che lo precede in classifica.

VOTO 5 SINNER E SONEGO: Voto insufficiente per Jannik e Lorenzo anche se con significati diversi.
Sinner, numero 4 della race, non può reputare sufficiente un torneo in cui esce sconfitto agli ottavi di finale da un avversario che precede in classifica, per quanto forte sia Zverev.
Sonego era chiuso da Jannik, ma ha giocato un match in maniera totalmente arrendevole,  senza lottare, come se avesse già perso prima di iniziare: non da lui una sconfitta così povera di tigna.

VOTO 4 HURKACZ: altro torneo dello slam deludente per il polacco che è passato dalla quasi vittoria con Alcaraz e al dare filo da torcere a djokovic a Wimbledon, al perdere con Varillas a Parigi e con Draper a New York.

VOTO 3 MUSETTI: Non ci siamo Lorenzo: ok perdere contro avversari più quotati e più adatti alla superficie come capitato a Parigi e Londra, ma non si può perdere contro Droguet, francese qualificato e numero 164 del mondo, dopo essere stato 2 set a 1 con un break di vantaggio nel quarto.
Un match storto può capitare a tutti, ma è l’atteggiamento indolente e superficiale quello che desta più preoccupazione.

VOTO 2 RUUD: Finalista lo scorso anno, ad un match dall’essere numero 1, perde per il secondo slam consecutivo al secondo turno contro un avversario che fino ad un anno fa avrebbe battuto agevolmente: ora la corsa alle Finals sembra davvero in salita.

VOTO 1 TSITSIPAS: Continua la stagione deludente del greco che, dopo l’Australian Open, è stata davvero pessima: non un avversario banale il giovane Stricker, che probabilmente diventerà forte, ma dal numero 5 del mondo ci si aspetta sicuramente di più, specialmente se nel quarto set servi per il match e invece perdi al quinto. Di Zampariniana memoria le sue strategie, allontanando il padre prima dello swing americano prendendo nel suo angolo Philippoussis per poi dargli il foglio di via a fine Us Open (probabilmente facendo tornare Apostolos).

VOTO 0 RUNE/KORDA: Il danese continua a perdere match come se piovesse.
Ha problemi fisici che lo stanno penalizzando, ma forse un bagno di umiltà gli farebbe bene, visto che ha avuto pure il coraggio di lamentarsi con gli organizzatori per lo schedule del giorno 1: a posteriori, dovrebbe ringraziarli per avergli dato meno visibilità in una sconfitta contro un onesto pedalatore del rosso come Carballes Baena.
Anche lui, come Tsitsipas, continua a far scelte discutibili, in stile Beautiful, con Mouratoglou: ad oggi, lo ha allontanato definitivamente (ad oggi…).
Considerando il trend, sarebbe quasi una sorpresa vederlo a Torino.
Stesso voto per un altro giovane rampante del nostro sport, che forse, come il suo collega, dovrebbe fare un bagno di umiltà: Korda ha più volte dichiarato di aver come obiettivo vittorie slam e numero 1 al mondo, ma allo stesso tempo continua a perdere partite che uno, con le sue qualità e le sue aspirazioni, non dovrebbe mai perdere.
Dopo l’Australian Open in cui sconfisse Medvedev ed alzò l’asticella delle attese nei suoi confronti, è stato una grandissima delusione.

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