Wimbledon: ordinaria amministrazione per Djokovic e Serena Williams

TENNIS – WIMBLEDON – DI PIERO VASSALLO. Vittorie nette per i due numeri 1 del mondo Novak Djokovic e Serena Williams: il serbo ha superato 6-4 6-2 6-3 il finlandese Nieminen, per l’americana 6-4 6-1 all’ungherese Babos.

Una giornata di ordinaria amministrazione: potremmo definire così il mercoledì di Novak Djokovic e Serena Williams, numeri 1 del mondo, del seeding e nettamente favoriti per il successo finale. Il pubblico del centrale deve ringraziare Ricardas Berankis, bravo a portare Cilic al quinto e a dare così un po’ di pepe a una giornata fiacca e priva di sussulti, resa ancor più pesante dal caldo record che ha attanagliato Londra.

Non ci si poteva aspettare molto da Serena Williams e Timea Babos: l’ungherese, finalista di doppio in carica, ha fatto partita pari per un set approfittando dell’atteggiamento svagato dell’americana, consapevole che in caso di necessità sarebbero bastate un paio di prime per spegnere qualsiasi entusiasmo. Così è stato infatti: non appena il game si faceva equilibrato Serena sfoderava un paio di siluri mettendo le cose a posto.

Non è andata molto meglio con il primo incontro della giornata, quello in cui Nole Djokovic ha estromesso con facilità e per sempre Jarkko Nieminen dal torneo di Wimbledon. Il finlandese è all’ultima stagione nel circuito e ha avuto il merito di regalarsi un addio di lusso ai Championships, sul centrale contro il numero 1 del mondo. Per farlo ha battuto in un match durissimo quel vecchio leone di Lleyton Hewitt, giunto anche lui ai saluti, e si è guadagnato un bel premio di congedo, ricevendo un lungo applauso dal pubblico del campo più famoso al mondo.

L’addio definitivo Nieminen lo darà a Stoccolma (a casa sua di tornei ATP non ce ne sono) ed è giusto dedicare due righe a un ragazzo che ha saputo costruirsi una bella carriera senza avere i colpi del fuoriclasse: numero 13 ATP, tre quarti di finale Slam e tredici finali giocate, di cui due vinte. In una giornata piatta e sonnecchiosa c’è ampio spazio per celebrare non un campione, ma sicuramente un gran professionista.

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