Esclusiva / Knapp: «Un onore il doppio con Roberta Vinci. Molto fiduciosa per Wimbledon»

TENNIS – L’intervista. Nell’anno del suo primo titolo Wta, a Norimberga, Karin non vede l’ora di mettere da parte la terra per abbracciare l’erba, «una delle superfici preferite». Si sente più forte mentalmente, e lavora per creare un doppio da primi posti con la Vinci. Ma quanto è cambiata la Knapp?

Di Gianluca Atlante

Dalla terra rossa, all’erba. Da un qualcosa di familiare e vincente, a una superficie che può diventarlo. Del resto, in casa Knapp, le difficoltà sono all’ordine del giorno. Per Karin l’asticella è sempre più alta. Una sfida nella sfida. Continua, asfissiante sotto certi aspetti, sicuramente motivante, visto e considerato che l’altoatesina, naturalizzata laziale, sembra guardare avanti, sempre e comunque. Incurante del passato, felice di un presente incoraggiante, speranzosa in un futuro che possa restituirle, e in fretta, ciò che merita. C’è la prestigiosa e accattivante erba di Wimbledon a solleticarle il palato. Fine quanto basta per guardare ai Championships come all’ennesima tappa pirenaica del Tour de France da domare, però, con la bicicletta di Fausto Coppi.

Rispetto agli anni passati e in virtù di quanto fatto sulla terra rossa, come arriva la Knapp al tour sull’erba che culminerà con Wimbledon?

«Direi che sono pronta e motivata quanto basta. Fortunatamente non ho problemi fisici, non convivo, come spesso è accaduto in passato, con i dolori. Rispetto agli anni passati, ho giocato molto sulla terra. Direi, quindi, che ci sono tutti i presupposti per cercare di fare bene anche sull’erba, una superficie che mi piace molto».

Quello che in molti si chiedono è se la Knapp è felice del tennis che in questo momento riesce a produrre e se sì, può spiegarci il perché?

«Sono contenta, ma i miglioramenti, guai se non fosse così, sono all’ordine del giorno. Per arrivare a ottenerli, però, bisogna lavorare molto, dentro e fuori dal campo. Ed è quello che sto facendo».

Viene spontaneo chiedersi: dov’è più forte ora la Knapp?

«Di sicuro sono cambiata, e anche molto, sotto l’aspetto più propriamente mentale. Oggi, determinate situazioni che nascono dal campo, le affronto decisamente in maniera diversa e mi sto rendendo conto, al di là dei risultati sin qui ottenuti in questa stagione, che le mie partite, adesso, nascono e muoiono in maniera diversa rispetto al passato».

Tra le tante novità, una compagna di doppio di spessore mondiale: Roberta Vinci. Il vostro è un progetto importante o cosa?

«Roberta ha vinto tutti gli Slam, in doppio ha scritto pagine indelebili del nostro sport. Vi dico subito che per me è un onore poter giocare il doppio con lei. Davvero un’esperienza meravigliosa. È stato lei a chiedermelo, ne sono rimasta lusingata, ma anche un po’ preoccupata. Ora sono soprattutto orgogliosa di questa sua proposta».

Wimbledon, il torneo più prestigioso, il sogno di ogni tennista di questa terra. Cosa si aspetta la Knapp dall’erba più preziosa?

«Wimbledon mi piace molto. A questo prestigioso torneo, mi legano ricordi bellissimi. Una cosa è certa, è una superficie, l’erba, ma soprattutto l’erba di Wimbledon, alla quale devi adattarti bene e in fretta, perché comunque è molto particolare. Sono estremamente fiduciosa al riguardo».

Usciamo fuori dal rettangolo di gioco e proviamo a bussare alla porta della sfera privata. A quando il matrimonio con Francesco Piccari?

«Perché mi fate questa domanda (e giù una risata…)? Non stavamo parlando di tennis?».

Se la Knapp prova a guardarsi indietro, pensa di essere ancora in debito con la vita?

«Sinceramente preferisco guardare avanti. Non mi è mai piaciuto commiserarmi o pensare a quello che la vita mi ha dato o tolto. Ho vissuto momenti difficili, ma anche molto belli. Ecco perché preferisco restare con i piedi per terra, sempre e comunque. Guardare al presente e al futuro, senza pensare a quello che è stato. I ricordi possono essere stati piacevoli o meno. Se sono qui, è perché mi hanno insegnato, nel bene e nel male, a non mollare mai la presa».

Se le cose stanno così, vogliamo parlare di obiettivi immediati?

«Cercare di migliorarsi sempre e, soprattutto, non accontentarsi mai. Il resto, credetemi, è una semplice conseguenza».

Il vostro movimento, quello delle tenniste azzurre, può rappresentare ancora il carro trainante del tennis nazionale?

«Siamo ancora un bel gruppo di ragazze, che gioca ad altissimo livello. Credo, però, che anche gli uomini si stiano dando da fare. Intanto, ce n’è uno in più fra i Top 100, grazie all’ingresso di Luca Vanni, ma a parte il singolare, Bolelli e Fognini in doppio stanno facendo davvero delle grandissime cose».

Ci vogliamo lasciare con una promessa?

«Promesse è meglio non farne, rischieresti di non mantenerle. Come ho tenuto a precisare prima, sono una che non molla mai la presa. Che ogni giorno entra in campo sapendo che il suo gioco può migliorare, che la condizione può crescere. Vivo con questa prospettiva, che mi spinge da sempre. Ho tanti impegni davanti a me, li affronterò giocando singolare e doppio. È un bell’impegno, una sfida. Ma credo di essere sulla buona strada».

 

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