Wta Roma – nuova impresa di Suarez Navarro: terza finale stagionale in un Premier, sconfitta Halep!

TENNIS – Di Diego Barbiani

ROMA. E’ un 2015 pazzesco, ormai lo si può dire, quello che sta vivendo Carla Suarez Navarro che con la vittoria per 2-6 6-3 7-5 su Simona Halep è la prima finalista del torneo Wta Premier 5 di Roma.

Al di là del successo odierno che stupisce fino ad un certo punto perché viene esattamente il giorno dopo aver rifilato un netto 6-3 6-2 a Petra Kvitova, c’è una costanza di rendimento che la sta portando a raggiungere traguardi probabilmente insperati. La spagnola non è più una giocatrice giovane, se ventisette anni possono essere considerati una soglia tennisticamente al di là dell’età necessaria per ‘esplodere’, ma è riuscita quest anno a mettere insieme, probabilmente, tutta l’esperienza raccolta in dieci anni di professionismo e raggiungere quei traguardi che un tennis come il suo forse meritava molto tempo prima.

Quel rovescio ad una mano è di una bellezza particolare, che sorprende ogni volta che colpisce la pallina dandole traiettorie ed effetti sempre nuovi. C’è sempre stato tanto talento in questa piccola giocatrice spagnola di appena un metro e sessantadue, ma farlo venire fuori era da sempre il suo problema principale. Quest anno sta attraversando un momento d’oro: da inizio anno ha fallito l’approdo con i quarti di finale solo nella prova Slam disputata in Australia dove si è presentata con qualche problema fisico ed è stata subito eliminata da Carina Witthoeft, per il resto solo tante, tantissime soddisfazioni come la prima finale in uno dei quattro Premier Mandatory, a Miami. E pazienza, per lei, se quel giorno Serena Williams le diede un sonoro 6-2 6-0, perché mettendo insieme mattone dopo mattone ogni singola settimana oggi la spagnola si scopre al n.4 del mondo della Race, al classifica che si basa sui risultati raccolti esclusivamente nel 2015. Davanti a lei, solo Serena Williams, Simona Halep e Maria Sharapova. Una di queste, però, oggi si è dovuta inchinare dopo due ore e mezza di battaglia. Si tratta della rumena, che eppure aveva cominciato la paritita in modo esemplare, con un ritmo elevatissimo ed una fluidità nel colpire che le permetteva di disegnare il campo andando a caccia degli angoli più acuti e delle accelerazioni più profonde. Sette game di fila dal 2-0 Suarez Navarro sembravano un buon capitale per mantenere, almeno mentalmente, la testa dell’incontro. Invece, colpa anche di uno smash sbagliato nel terzo game, la fluidità è venuta a meno, sono cominciati gli errori ed è mano a mano salito il nervosismo. Approfittando di questa situazione, piuttosto inattesa, la spagnola ha conquistato il vantaggio tale che le ha poi permesso di chiudere il parziale.

Nel set decisivo c’è stata la vera battaglia di nervi, con Suarez Navarro quattro volte avanti di un break e sempre ripresa ed Halep che dal 5-4 in suo favore ha perso tre game in cui conduceva 30-0 (due in risposta, uno al servizio). Tra le tante difficoltà per la n.2 del mondo anche quella di non avere quasi mai il coraggio di andare a rete e chiudere il punto. Tutte le volte in cui ne aveva l’occasione, indietreggiava e subiva il capovolgimento del punto fino all’ultimo dritto spedito a metà rete. Alza le mani al cielo la spagnola, piange in tribuna Xavier Budo il suo coach storico, colui che ha sempre creduto in lei nonostante le grandi difficoltà attraversate e le cinque finali International perse consecutivamente tra il 2009 ed il 2013. Sembrava non dovesse mai sbocciare del tutto il talento della sua allieva, ed invece domani sarà in campo per la terza finale Premier della sua stagione. Nessuna, al momento, ne ha giocate così tante.

 

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