TENNIS – Di Diego Barbiani
BRISBANE. Maria Sharapova comincia il 2015 con una vittoria importante contro Ana Ivanovic nella finale del Wta Premier di Brisbane. Un’affermazione arrivata in tre set, ma che poteva essere ancora più netta se non fosse stato per un primo set sfuggito proprio all’ultimo in cui aveva dominato per lunghi tratti.
6-7(4) 6-3 6-3 il punteggio finale che incorona la ventisettenne siberiana e, viste le difficoltà in questa prima settimana di altre top player, le infonde grande fiducia per l’Australian Open dove lo scorso anno perse agli ottavi da Dominika Cibulkova ed in generale, esclusa l’affermazione nel 2008, non le ha mai regalato grandi soddisfazioni. La Sharapova di questa settimana però è apparsa potente e graffiante, capace di mettere in grande difficoltà l’avversaria di turno fin dai primi game.
Oggi contro Ivanovic non era una partita facile. Tra le due non scorre affatto del buon sangue ed i rapporti tesi legati anche ad episodi avvenuti negli ultimi scontri diretti non potevano che accentuare un clima di tensione che si è respirato fin dai primi punti. Sharapova è stata la prima ad allungare, ma la differenza tra i valori in campo era minima. Ivanovic alla prima occasione utile ne ha approfittato, si è rimessa in carreggiata ed ha annullato due set point consecuitivi sul 4-5. Alla fine a decidere il tutto è stato un tie-break dove la serba ha trovato il mini break decisivo in apertura. A causare la sfortunata conclusione del parziale per Sharapova è stato il servizio: tanti doppi falli, poca sicurezza con la seconda palla.
Ad Ivanovic stava andando tutto fin troppo bene. Doveva soffrire tanto in battuta ma continuava a salvarsi giocandosi qua e là dei jolly che la mantenevano a galla. Al contrario della russa, lei traeva grande effiacia dal servizio. Nonostante un lancio ogni volta fuori misura, ormai ha imparato alla grande a districarsi in qualche modo con il braccio. Disegna traiettorie pulite, imprime grande velocità e precisione al colpo anche se la pallina dovesse cadere a due metri da lei. Questo si è pienamente visto nel terzo gioco del secondo set. Lungo, pieno di capovolgimenti, urla, “c’mon”, “ajde”, “idemo”. Più Sharapova si creava chance di break, più Ivanovic le annullava con il servizio. Questo ritmo era scandito da urla continue di incoraggiamento da parte di entrambe, con Ivanovic ormai posseduta dalla trance agonistica. Forse anche a causa dell’eccesso di energie mentali consumate, un improvviso quanto sciagurato doppio fallo ha dato il via alla fuga dell’avversaria.
Non ne aveva commessi tanti, era appena il secondo contro i sette di Sharapova, ma era un segnale come ad indicare che era arrivata ad un punto in cui non riusciva a raccogliere le proprie emozioni per controllarle con razionalità durante i punti. Liberata di un peso, Maria piano piano ha preso fiducia e dopo diverse occasioni di doppio break mancate, sul 5-3 ha trovato il punto del pareggio.
A quel punto Ivanovic appariva anche in difficoltà fisica. Ha chiesto un medical time out per un problemino all’addome che l’altro giorno l’ha costretta a ritirarsi dal doppio. Nonostante abbia vissuto un momento difficile che l’ha fatta precipitare sotto 3-0, ha avuto le forze per cercare di riportarsi in parità. Ha ripreso due volte il break di ritardo, ma sul 4-3 Sharapova è capitolata alla seconda occasione concessa. Continuava però un equilibrio costante tra le due, intanto l’orologio si portava sulle due ore e mezza di gara. I primi due match point di Sharapova sono stati cancellati da altrettante risposte di rovescio, ma il terzo è stato decisivo e con un dritto in rete della serba ha potuto esplodere la sua gioia.
E’ il titolo numero trentaquattro in carriera per la russa, che comincerà l’Australian Open con appena settecento punti di ritardo da Serena Williams. E’ ricominciata la caccia al trono, le premesse sono delle migliori. Mettevi comodi sul divano e buon anno a tutti.
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