di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – DI PAOLO BERTOLUCCI – Mercoledì 3 dicembre è uscito nelle librerie “Solo uno – Analisi di una rivalità”, libro dei nostri redattori Rossana Capobianco e Riccardo Nuziale che, prima volta in Italia, tenta di dare un’interpretazione dello scontro che ha caratterizzato l’ultimo decennio tennistico, quello tra Roger Federer e Rafael Nadal. Proponiamo qui la prefazione dell’opera, scritta da Paolo Bertolucci, ex tennista e ora apprezzata voce Sky.
Roger Federer e Rafa Nadal, in rigoroso ordine alfabetico, hanno rappresentato nell’ultimo decennio la massima espressione tennistica, e con la loro rivalità hanno contribuito a rendere questo sport ancora più famoso allargandone a dismisura i confini.
Due ragazzi fantastici, due talenti inarrivabili, due atleti meravigliosi, così forti e completi da creare fra i tifosi due fazioni sportivamente in guerra. Così lontani, così diversi, così simili. Sempre disponibili con tutti, mai un gesto o una parola fuori posto, educati nel perseguire il successo, ma così diversi sul campo sotto l’aspetto tecnico tattico.
Roger è uno svizzero, preciso come gli orologi della sua terra. Rafa uno spagnolo, aspro come l’isola da cui proviene. Il primo, elegante, signore, geniale, versatile, dal tennis classico, dai movimenti naturali. Il secondo vivace, spontaneo, sanguigno, con un gioco violento infarcito di top spin. Roger è destro, con il rovescio a una mano e un servizio chirurgico. Rafa è mancino, con il rovescio bimane e un servizio costruito con il lavoro. Roger predilige i terreni rapidi, possibilmente al chiuso. Rafa adora le situazioni complesse e la terra battuta.
Il tennis è uno sport di situazione nel quale in ogni fase cambia una moltitudine di parametri, come la velocità, la traiettoria, le rotazioni e la profondità della palla. Ma è anche uno sport di opposizione diretta, ovvero cambia l’avversario e il suo modo di giocare. Il motivo per il quale Federer si è trovato spesso in difficoltà contro Nadal è puramente tecnico-tattico, e risulta in tutta la sua evidenza quando lo scambio viene impostato sulla diagonale di dritto, quella preferita dallo spagnolo.
Nelle fasi di palleggio senza affanno, Rafa predilige colpire la palla con la gamba avanti, sulla quale scarica tutto il peso del corpo nell’impatto, mentre il fianco punta alla rete. Questa posizione gli garantisce pesantezza di palla, ma in caso di rincorsa si affida all’open stance, vale a dire si dispone con i piedi paralleli al campo, e colpisce la palla quasi frontalmente roteando spalle e busto. Così facendo, Nadal scarica tutta la forza nella fase di rilascio accentuando il top spin con la presa western. In questo modo non cede campo, guadagna un passo nel riprendere la posizione ottimale e con la traiettoria ellittica costringe Federer a esecuzioni improbabili, con impatti di rovescio all’altezza della spalla e con i piedi lontani dall’abituale riga di fondo campo. Nel contempo il back basso di rovescio di Roger – che tanti problemi crea agli avversari che impugnano la racchetta con la destra – risulta spesso corto, e sbatte contro la chela mancina dello spagnolo, che risolve la pratica esasperando la velocità del braccio e imprimendo una rotazione beffarda che esprime al meglio il furore agonistico che pervade lo spagnolo.
La dimensione tecnico-tattica della sfida che ha fatto da architrave all’ultimo decennio tennistico è questa. E serve a spiegare i risultati delle loro sfide, la gran parte favorevoli a Nadal, che ha avuto il vantaggio di 15 match sulla terra rossa sui 33 finora giocati. Ma non è tutto… Un quadro completo esige ben altri ritocchi e pennellate. La questione mentale, certamente. Il confronto con i campioni di oggi e di ieri. E più in generale il fascino senza tempo del loro duello, che ha finito per coinvolgere gli appassionati del tennis (e non solo loro, credo) come mai era accaduto, producendo le opposte fazioni dei federeriani e dei nadaliani, antitetiche come la filosofia sportiva che i due hanno incarnato.
È di questi aspetti che tratta il libro di Rossana Capobianco e Riccardo Nuziale, trasferendo la sfida a volte sul piano filosofico, a volte su quello della memoria storica. Addirittura offrendo una lettura politica di ciò che gli opposti duellanti hanno finito per rappresentare. E così il quadro si completa, ed è possibile ammirarlo nel suo insieme. Lasciandoci con una sola domanda, alla quale però non è possibile dare risposta.
Quando avremo altri due così?
SOLO UNO – Analisi di una rivalità che ha obbligato il popolo del tennis a schierarsi
di Rossana Capobianco e Riccardo Nuziale
2014, 184 pagine
Absolutely Free Editore
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