US Open: la lezione di Serena Williams, i sorrisi di Taylor Townsend

TENNIS – US OPEN – DI GIOVANNI DI LEVA – Non arriva all’ora di gioco l’attesa prima sfida tra la n.1 Serena Williams e la promessa USA Taylor Townsend: troppo concentrata, centrata e cinica Serena per l’ancora acerba avversaria. Che comunque, nonostante il 63 61 finale, ha ribadito un atteggiamento in campo di rara qualità.

Il primo scontro tra Serena Williams, l’attuale regina del tennis ormai prossima ai 33 anni, e la 18enne connazionale Townsend, n.103 del ranking ed ex n.1 juniores, si è concluso in soli 55 minuti con la vittoria della Williams per 63 61.

Serena ha affrontato l’impegno molto concentrata, dimostrando grande rispetto nei confronti della sua avversaria. Le ha messo molta pressione sin dall’inizio, dominando costantemente gli scambi e muovendosi molto bene sul campo dimostrando di aver recuperato un ottima forma fisica. Ha lasciato all’avversaria solo 5 punti sul proprio servizio in 8 turni di battuta.

La Towsend, che giocava contro il suo idolo e per la prima volta contro una top 10, ha comunque dimostrato, sia pur a sprazzi, le qualità tecniche che le vengono riconosciute, sebbene la pesantezza dei colpi della Williams abbia evidenziato ancor di più la necessità di velocizzare il gioco di gambe che ad oggi è il limite più evidente di questa giovane promessa del tennis a stelle e strisce. Da sottolineare l’atteggiamento in campo della giovane americana, sempre spudoratamente positivo, coronato da continui sorrisi anche dopo punti spettacolari persi. Il che non va affatto inteso come segno di immaturità o superficialità (anzi lo spirito agonistico non le manca), al contrario: ama giocare a tennis e si vede.

Per gli americani l’incontro aveva un sapore particolare perché richiamava l’analogo scontro generazionale che ci fu agli Australian Open dello scorso anno, quando nei quarti Serena Williams subì lo sgarbo cocente da parte dell’allora ventenne Stephens, vittoriosa in 3 set, ma che da allora non è più riuscita a ripetersi agli stessi livelli.

Dopo le sconcertanti prestazioni fornite quest’anno da Serena nei due Slam europei, (dominata al 2o turno del Roland Garros dalla Muguruza e piegata al 3o turno di Wimbledon dalla Cornet) serpeggiava la preoccupazione che d’improvviso la dominatrice attuale del tennis femminile, sotto il peso dell’età (è la più anziana n.1 del tennis femminile nell’era del computer cioè dal 1975), non fosse in grado di farsi trovarsi pronta alla vigilia della campagna sul cemento americano, dove aveva in scadenza ben 3520 punti in classifica.

Ebbene la campionessa americana, pur senza entusiasmare per la qualità del gioco espresso, ma facendo ricorso a tutta la sua classe, ha reagito da par suo, inanellando nel frattempo due successi (a Stanford e a Cincinnati) e inciampando solo a Montreal, in semifinale per mano della sorella Venus. Ciò le ha consentito intanto di ritrovare forma e fiducia in vista dello Slam di New York, nonchè di ridimensionare le preoccupazioni di classifica grazie ai punti acquisiti recentemente (1720), che sono addirittura più di quelli che lo scorso anno aveva messo in cascina nello stesso periodo (1520).

Ciò ha fatto sì che la rosa delle pretendenti al possibile golpe del dopo Us Open al trono di Serena, che potenzialmente venti giorni fa appariva esteso a 7/8 tenniste, si sia di fatto matematicamente ridotto a due sole giocatrici, la Halep e la Kvitova che comunque hanno entrambe perso terreno nel frattempo nei confronti dell’americana avendo nelle stesse settimane lasciato per strada rispettivamente 504 e 214 punti.

Serena Williams ha quindi per il momento scoraggiato in gran parte le velleità di primato delle avversarie (anche per demerito di queste ultime), fermo restando che per stare tranquilla ai fini della classifica deve approdare almeno alle semifinali del torneo dove in teoria l’aspetta proprio la Kvitova.

Questo duello a distanza è in campo femminile il tema più interessante del torneo. L’esordio estremamente positivo di oggi di Serena , il cui obiettivo è ovviamente la conquista del 6° Us Open (3° consecutivo e 18° Slam in assoluto), che salverebbe una stagione fin qui per lei non esaltante (oltre al bonus di 4 milioni di dollari previsto per chi si aggiudica La Us Open Series), ha subito chiarito che la favorita n.1 per la vittoria finale resta lei.

 

 

 

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