Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
Di Andrea Scodeggio
Dopo il grande risultato dei maschi, ora tocca le femmine. L’Italia femminile di Fed. Cup affronterà, l’8 ed il 9 febbraio, al Public Auditorium di Cleveland (Ohio, Stati Uniti) la formazione degli USA, per un posto ai quarti di finale dell’edizione 2014.
La nostra squadra è la detentrice del trofeo, ma poche settimane prima c’è stata la scelta dolorosa di Roberta Vinci e Sara Errani di non partecipare alla manifestazione, per via dei troppi impegni presi precedentemente (le azzurre dopo Parigi, si dovranno anche recare in Qatar, dopo essere state prime in Australia per lo slam).
Le azzurre hanno quindi a malincuore preferito rinunciare ad un onere probante come il primo turno della Fed Cup, per non ritrovarsi a dover cambiare l’ennesimo fuso orario in poco più di un mese scarso ed il ct Barazzutti ha rispettato la loro scelta. A loro si aggiungono anche i no di Flavia Pennetta e Francesca Schiavone.
Le speranze sono perciò affidate ad un quartetto inedito, con ben due debuttanti nel nostro scacchiere: Karin Knapp, Camila Giorgi, Nastassja Burnett ed Alice Matteucci. I nomi non sono altisonanti e l’esperienza accumulata in ambito nazionale è veramente poca, visto che il numero di chiamate della più convocata in questione (la Knapp) si possono contare sulle dita di una mano. Non bisogna comunque avvilirsi, poiché Karin rriva da un 2013 che l’ha vista ritornare su grandi livelli agonistici e l’inizio del 2014 si è aperto con la quasi impresa contro Maria Sharapova agli Australian Open. Sarà un’importante banco di prova e dovrà essere lei a guidare le altre nei momenti di difficoltà.
Camila Giorgi è una debuttante, ma si attendeva da tempo una sua convocazione, specie dopo che si sono risolti gli attriti tra il suo entourage e la federazione italiana. La giovane è da sempre un talento ed ha nei colpi potenti il suo punto di forza. Non si può inoltre non tenere conto della voglia di Camila di emergere anche nei palcoscenici della Fed Cup, per cui tutto potrebbe far presupporre ad una grande prestazione della nostra speranza azzurra. Le incognite semmai si concentrano più su Burnett e Matteucci, quest ultima convocata nonostante un ranking che la vedeva comunque indietro rispetto ad altre connazionali. La prima è già stata convocata in Fed Cup nei quarti dello scorso anno e proprio contro gli USA, ma in carriera non vanta grandi risultati se non la vittoria dello scorso foro italico contro la Cornet al primo turno e la qualificazione agli Us Open nel 2012. Matteucci invece è più una scommessa data la giovane età (classe ’95) e la sua convocazione la si può spiegare più come una possibilità di regalare alla giovane italiana un bagaglio d’esperienza non da poco, permettendole così di favorirne la crescita ad alti livelli.
Di contro vi sono gli USA e se la nostra squadra presente importante defezioni, nemmeno il capitano Fernandez potrà comunque dormire sonni tranquilli. Anche lei infatti sarà priva, come al solito, delle due sorelle Williams ma anche di Sloane Stephens, sofferente da tempo ad un polso. Le convocate sono comunque di livello, giovani ma con un una buona esperienza nel circuito Wta, ovvero: Madison Keys, Alison Riske, Lauren Davis, Christina Mchale.
Tutte quattro hanno partecipato più volte ed ottenuto qualche risultato nei tornei del Grande Slam (come Knapp e Giorgi) ed hanno nel cemento la superficie preferita. I favori del pronostico penderanno sulle statunitense, soprattutto per una questione del fattore pubblico di casa e di superficie. Potrebbe essere Il doppio, come lo scorso anno, il fattore determinante della sfida. In quel caso, per l’Italia è probabile che il nostro ct schiererà Karin ma la sua partner è tutta da decidere. Anche la capitana statunitense avrebbe una bella gatta da pelare nello scegliere fra le quattro chi poter schierare. Si può immaginare una coppia formata da Keys e Mchale, avendo ottenuto qualche risultato maggiore come ad esempio la vittoria di quest’ultima nel doppio femminile ragazze agli Australian Open 2009 in coppia con la croata Tomljanović, ma il campo delle ipotesi è piuttosto sconfinato.
Tra tante incognite e poche certezze, l’8 ed il 9 febbraio si saprà chi al ballo delle debuttanti, avrà fatto la migliore figura. Noi speriamo che siano le azzurre di Barazzutti.