Rafa Nadal si appresta a sfoderare un tennis d’assalto che potrebbe fargli vivere un autunno come mai prima: col primo Master diventerebbe una stagione memorabile al rientro dopo sette mesi di assenza.
Non è mai stata la sua stagione, forse non lo sarà mai davvero: l’autunno e Rafa Nadal solitamente non vanno troppo d’accordo. I motivi sono diversi: coincide con il finale di stagione, nel quale il maiorchino di solito arriva stremato e usurato da un anno giocato al massimo; è principalmente indoor, dove la palla rimbalza molto meno e i campi sono più veloci (sebbene non come 10-15 anni fa).
Eppure, eppure: nessuno si aspettava da Nadal una stagione sul cemento americano come quella che si è da poco conclusa. Nessuno prevedeva nel 2013 ventitré vittorie di fila dello spagnolo su una superficie così “nemica”.
Guardando agli autunni passati di Rafa, non si riscontra niente di eccezionale ed in linea col campione: lo scorso anno assente, nel 2011 solo una finale a Tokyo, persa contro Murray (con un 6-0 in mezzo); poi non si qualifica per le semifinali alle World Tour Finals e a Shanghai perde da Florian Mayer. Sì, Florian Mayer.
2010: forse la sua “migliore”. Perde contro Garcia Lopez a Bangkok (!), vince Tokyo ma inciampa contro Melzer a Shanghai. Arriva in finale al Master dove perde da un grande Federer.
Nel 2009 anche peggio: sconfitta in semifinale contro Cilic a Pechino, in finale contro Davydenko a Shanghai, a Bercy si fa triturare da Djokovic prima di non superare il Round Robin a Londra, nel quale non riuscì a vincere nemmeno un set in tre partite disputate.
Più o meno tutti i finali di stagione di Nadal seguono questo schema, salvati soltanto dalla vittoria in Coppa Davis.
Già in campo a Pechino questa settimana, Rafa si gioca il numero uno che è praticamente certo entro la fine di questa trasferta asiatica. Nadal non difende nulla, Djokovic moltissimo, compresi i 1000 punti di Shanghai, per non parlare dei futuri 1500 a Londra. Quindi, comunque vada, sarà un successo.
Ma siamo convinti che questo a Nadal non basterà: l’attacco al primo Master in carriera è certo. Ora o mai più: Federer un’incognita per se stesso, Djokovic non al massimo e “distratto” dal prossimo matrimonio, Murray fuori per operazione alla schiena… lo spagnolo non è uno che perde occasioni del genere.
In più, Rafa quest’anno giocherà più del solito: dopo Pechino e Shanghai lo ritroveremo a Basilea, dove ha firmato un contratto con Brennwald in lite con Federer, poi Bercy e le World Tour Finals, dove sarà la prima testa di serie. Cinque tornei in un mese e mezzo, sul duro.
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