Chip&Chop. Wta Istanbul. Pillole di Championships

Sarà l’inizio del torneo e ancora si devono sistemare i dettaglia, anche se è il terzo anno e ultimo anno qui a Istanbul. O forse proprio perché è l’ultimo anno. Sembra che nel dietro le quinte la gestione turca non sia particolarmente interessata al buon successo del torneo. Esempio pratico.

Chiedere un bicchiere d’acqua nel ristorante per gli accreditati può essere interessante. Non ci sono bottiglie d’acqua e ancora non c’è il dispenser per l’acqua ma ci sono i mega boccioni. Il ragazzo incaricato alla distribuzione delle bevande, quando gli chiedi un bicchiere di acqua  si piega dietro il tavolo, prende il boccione, lo appoggia su un piede e versa il prezioso liquido: un terzo nel bicchiere, un terzo sulla moquette e un terzo se lo versa sulla scarpa.

Il primo giorno del torneo alle 20 la caffetteria per la stampa non aveva quasi più nulla da mangiare. Poco male direte voi, hai l’accredito al collo con scritto Press e vuoi pure mangiare? Sì, vero a volte posso avere strane pretese… ma quando anche il ristorante per giocatrici non ha quasi più nulla, allora capisci che almeno con le top 8 del mondo hai qualche cosa in comune! Ma non so perché  avrei preferito avere il conto in banca.

 Sono stati distribuiti agli uomini della sicurezza che sono a bordo campo degli sgabelli per stare seduti durante il gioco e non occupare i posti per il pubblico. Quelli della sicurezza certo non si lamentano, sedersi su bassi sgabelli fa parte della tradizione e cultura di questo ma quando li osservi improvvisamente la parole bagno turco cambia significato.

 Se gli sgabelli sono bassi gli scalini che portano alla tribuna stampa sono altissimi, almeno il doppio di un gradino normale. Sembrano i gradoni che Zeman utilizza per gli allenamenti delle sue squadre!  Lo avranno certamente fatto per far fare ai rappresentati dei media un po’ di ginnastica. Poi dici che non si prendono cura di noi. Niente cibo e tanta ginnastica.

 Ieri mattina in albergo il team di Sara Errani era tranquillo ma un po’ teso, tutti aspettavano di scoprire sul campo nel primo allenamento le condizioni di Sara. Dopo i primi minuti si tira un sospiro di sollievo le condizioni sono buone. Qualcuno potrebbe mandare un messaggio alla Wozniacki? Ciao Carolina, stai pure tranquilla e continua a fare la turista ad Istanbul.

 Il team Errani era talmente di buon umore che dopo il riscaldamento, hanno coinvolto anche capitan Barazzutti in un mini torneo. Un set tie-break a girare fra lui, fratello-manager di Sara e preparattore atletico. Coach Lozano si divertiva a tenere il punteggio.

In tutto questo, è risultato evidente che se Sara Errani non avesse giocato a tennis sarebbe stata una brava baby-sitter visto come coccolava e spupazzava il bimbo del suo coach.

 Gli arbitri cercano sempre di non farsi notare troppo. Ad Istanbul ci sono Eva Asderaki, Marija Cicak e Marina Alves. Indossano un completo giacca e pantalone nero, camicia bianca più il foulard porpora legato al collo: sembrano delle assistenti di volo. Ti aspetti che al posto del punteggio annuncino “Buongiorno signore e signori, vi vogliamo dare il benvenuto a bordo di questo Wta Championships che il prossimo anno volerà da Istanbul a Singapore. La porta di imbarco è ora chiusa, perciò rilassatevi e godetevi le prossime tre partite.

 Li Na – Errani 6-3 7-6

Non ci credevano in molti, Li Na ha sempre vinto contro Italiana e poi chissà in che condizioni è la Errani. Se ieri era un gatto con la zampa ferita, oggi nel secondo set e soprattutto nella fase finale del secondo set e’ stata un cagnaccio che si è attaccata al polpaccio di Li Na e non lo ha più mollato fino al tie-break. La sora Lina per un momento è sembrata chiedersi come fosse possibile dopo aver servito 2 volte per il match, avuto anche match points non essere ancora a rete a stringere la mano all’avversaria. Poi come un postino, ha guardato il pantalone strappato dal cane e l’impronta dei denti sulla gamba e ha capito che sta lettere l’avrebbe anche consegnata ma con molta sofferenza.

 Azarenka – Jankovic 6-4 6-4

Jelena Jankovic è la star di questi primi giorni. Sorride, si diverte, vince, sorride ancora di più. Anzi per dirla con le sue parole “Quando sorrido in campo, il mio tennis è ancora più pericoloso”

Batte la Azarenka e non vedeva l’ora. Anche se poi quando le ricordano i precedenti fra le due sembra cadere dal pero “Ho perso quattro volte di fila con lei? No, no, no. Ah sì?! Oddio questo prova quanto sono brava con le statistiche! Ma non è brutta cosa in fondo, così ho solo bei ricordi” E ride. Ride tanto. Liberata dal peso di aver rischiato ad inizio stagione di uscire dalle prime 30 (che ricorda ad ogni intervista) si sente più leggere per ridere e parlare. E’ sempre stata una che parla tanto, ma quando e di buon umore non la fermi proprio.  Vuole fare una conferenza veloce… e dopo 10 minuti è ancora seduta davanti al microfono. Parla talmente tanto che una Azarenka in una tuta nera, come il suo umore e mentalmente stracotta deve aspettare fuori e un po’ le girano.

 Per dare un senso numerico del post partita : lunghezza della conferenza stampa di Jankovic 2320 parole. Lunghezza della conferenza stampa di Azarenka 694 parole…e per essere buona ho incluso anche le domande.

Williams – Radwanska 6-4 6-2

La Williams, chi la capisce è bravo. Arriva subito dopo la partita, non si è nemmeno cambiata, ha solo tolto scarpe e calze, si vede la fasciatura su le caviglie, abbastanza alte da sembrare stivaletti bianchi. Risponde alla domanda se è felice del risultato. La risposta : Sono felice, penso.. Sono felice di essere ancora nel torneo, credo.”  Il tutto quanto quasi sussurrando le parole e con una faccia a metà fra scocciata e da funerale.  Ma diciamolo, Se ti fosse  morto il gatto, Serena, saresti stata più allegra.In realtà la Williams da sempre l’impressione, dopo un match di questo tipo, di una a cui non può importar di meno tutta questa tiritera, fatele giocare subito ‘sta finale e non perdiamo tempo.  Ho scritto da l’ impressione…?

 Agnieszka Radwanska è quella che in realtà il match lo ha perso eppure se uno toglie l’audio e giudica  dalle espressioni del viso, sembra il contrario. Sarà che quando uno prende otto stese da Serena l’ unica cosa che puoi fare è prendere la vita con filosofia. Aga è sorridente, rilassata e scherza anche “Negli spogliatoi con Jelena Jankovic stavamo ridendo, abbiamo entrambe perso da Serena un paio di volte questo anno e dicevamo che ora è impossibile da battere quando gioca a questo livello. Ma noi ci proviamo e proviamo e forse un giorno sarà quel giorni in cui la batteremo!”. Quando si dice avere fede, in fondo è pur sempre una ragazza polacca.  

Dubbio della serata:  Ma qualcuno riesce a capire perché il manager di Serena Wiliams, Jill Smoller sempre presente a tutte le conferenze stampa della americana, indossa sempre la giacca (in genere blu) e sopra le spalle appoggia sempre, e dico sempre, un maglioncino (arancione o giallo)? Se qualcuno mi vuole aiutare a capire apprezzerò. Poi se penso che il suo fashion guro probabilmente è Serena allora non sono più così sicura di volerlo capire!

 

 

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