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Dal nostro inviato a New York
Gianluca Atlante
New York – Francesca Schiavone si allena a Houston con Peter Lundgren, la Giorgi lo farà a Tirrenia. Camila e il papà Sergio, da Wimbledon ad oggi, hanno cambiato rotta, avvicinandosi il più possibile alla Federazione. Ed il premio, per Camila, sarà la finale di Fed Cup di Cagliari, in programma il 2 e 3 novembre al Tennis Club Cagliari. Fuori Francesca, dentro Camila. Pronta, la prima volta, a dire di no alla chiamata di Corrado Barazzutti, ma oggi fresca di entrata, definitiva, nella famiglia azzurra, decisa a correre per far parte di una squadra che ha, forse, definitivamente scaricato la veterana.
La Schiavone, stordita dai cazzotti di Serena Williams, sembra ormai lontana anni luce da una Federazione che le ha dato molto e alla quale lei ha restituito altrettanto, se non di più. Con Errani e Vinci e con una Knapp, restituita a nuova vita dai fratelli Piccari, ecco affiancarsi la Giorgi, che soltanto al Roland Garros, sembrava essere un corpo estraneo all’Italia del tennis in “gonnella” e che, invece, è stata convinta a cambiare idea, a pensare più alla realtà, che ai sogni. I milioni di dollari restano un sogno, la realtà però parla di una finale di Fed Cup che resta, comunque, una vetrina di assoluto prestigio. Soprattutto per chi, come Camila Giorgi, rappresenta quel nuovo che avanza o che, comunque, deve farlo in fretta. Resta da vedere come la prenderà la Schiavone. Quale sarà la reazione di una giocatrice che è stata, nemmeno tanto tempo fa, numero quattro del mondo e che in Fed Cup, tante, tantissime volte, ha levato le castagne dal fuoco. Qualcuno dirà, il tempo passa per tutti, anche per la Schiavone. Pronta a ricostruirsi a Houston con Lundgren e a lasciare il passo a Camila Giorgi, in viaggio con la testa verso Cagliari e la finale di Fed Cup. Non è poca cosa, come diciamo noi: tanta roba.
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