Siamo a Sky, lavoriamo per il tennis e ci piace guardare il tennis. Oggi c’è il tennis. Federer – Djokovic sul centrale di Wimbledon. Dopo un ora di approfondito studio prepartita ci precipitiamo al ristorante. Che poi sarebbe la mensa. Vassoio, tovaglietta, fila. Io vado su petto di pollo e verdura. Ljubicic opta per hamburger di manzo e insalata. Qualcuno del gruppo si lamenta del menù. Ivan non fa una piega. Se hai mangiato per vent’anni nei player’s restaurant , non puoi fare una piega.
I ragazzi sul centrale cominciano, fortunatamente siamo tempestati di monitor anche durante i pasti. La disposizione pranzo fa ridere e riflettere: otto persone (con noi ci sono produttori, collaboratori, grafici e montatori vari) tutti in riga dietro una serie di tavoli appaiati. Manco uno spalle alla partita! Nel piatto potrebbe anche esserci terriccio essiccato, non ce ne accorgeremmo. Deglutiamo a naso in su, commentando gli accadimenti. A un tratto Ivan scatta in piedi posseduto e spinge forte il tavolo in avanti, posizionandolo a centro sala. Adesso torno. E si precipita verso il bancone dei dolci. Mentre corre via capisco che non voleva scomodare le persone sedute al suo fianco, che si sarebbero dovute alzare per farlo passare. Non fossi già sposato, sposerei Ljubo. Torna con un improbabile vasetto di robiola, e ci chiede di provare a indovinarne il prezzo. Non azzecca nessuno, costa quanto un secondo piatto. Misteri.
Federer brekka, nessuno si deve muovere. Dove cazzo vai!?! urliamo a un povero stagista che voleva prendere una brocca d’acqua. Sorry for the turpiloquio, ma è funzionale alla drammaturgia. Federer sei-tre, tutti al caffè. Paga Sergio Velli, colonna di Sky, è qui da prima di Tommasi e Clerici. Ascensore, rientriamo in redazione. Sono passati10 minuti, Djokovic è sopra 3-0, porca paletta. C’è moderato ma palpabile federerismo. Un set pari in meno di un’ora. Ivanoe sentenzia «Prima del match Roger avrebbe firmato per trovarsi in questa situazione. Ora è un match due su tre e le energie sono intatte». Sì, ma pure quelle dell’altro, rifletto. Alle 16.30 abbiamo la videochat, ma chi diamine si sogna di fare una videochat, sia pure col grande Ljubo, durante Federer-Djokovic? Ma vai avanti! sento sbottare spesso Ivanoe. Breakpoint Roger. Ivanoe salta sulla sedia. Federer sbaglia, salta più di prima. Federer mette in dritto incrociato. Lì la devi mettere! Proseguirà così per tutto il match, Aivan.
A me pare che ci sia partita, e che Djokovic faccia molti errori. Vaglielo a spiegare ai calciofili, che fare il tifo per Federer non vuol dire tifare contro Nole.
E poi Nole ha più tempo per vincere ancora. Il gioco scorre, si parla di guadagni giocatori. Ivan dice che lui spendeva 250.000 euro l’anno tra viaggi e allenatori. Che negli ultimi due anni è andato pari. E che al massimo in 5 mettono da parte più di un milione a stagione. Nel calcio non è esattamente così, no. Superscambio, smash Ruggero, due set a uno. Via alla Videochat. Caspita, c’è gente! Si cazzeggia del più e del meno. Perché gli italiani sono scarsi, i momenti importanti della carriera di Ivan, Murray o Tsonga e varie altre amenità tennistiche. Seguiamo con un occhio il PC, con un altro la telecamera e col terzo occhio l’Ipad che trasmette il break Federer per il 3-0 nel quarto. Lì per lì non comprendo il motivo dell’irruzione di Ghisoni e Reggi. Ah, ecco perché! Federer è 5-2, ci sostituiscono. Dobbiamo essere pronti in studio nel caso il match finisca qui. Non porterà un tantino di sfiga, alzarsi adesso? Sul maxischermo le faccione di Mirka e mamma Federer sorridenti. Applausi. Tre due uno, diretta.
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