Quello strano record di Wimbledon

L’edizione del 2025 probabilmente in Italia non la scorderà mai nessuno. E quel “probabilmente” è pronto a diventare “sicuramente” se Cobolli e Sonego andranno ancora avanti e soprattutto – lo sapete, lo sappiamo – se succede quello che dopo cinque volte dovrà pur succedere.

Ma non sarebbero giornate felici se mancassero i guastafeste e qualcuno ha fatto notare che tra i sedici rimasti in gara dalle parti di Church Road in quattro hanno avuto qualche problema non del tutto edificante. Lasciando da parte il nostro immacolato, altri tre atleti in passato più o meno prossimo hanno infatti avuto delle sospensioni legate al doping.

Il caso più noto è quello di Marin Čilić. Il tennista croato fu sospeso dall’International Tennis Federation nel settembre del lontano 2013. Čilić durante il torneo di Monaco risultò positivo alla niketamide, una delle sostanze proibite. Čilić si professò innocente sin da subito, spiegando che assunse la sostanza per una serie di circostanza sfortunate. Il giocatore assumeva usualmente del glucosio, che acquistava in Croazia e che conteneva una sostanza consentita dai regolamenti che si chiamava nikotinamid. Un giorno la mamma di Čilić compro delle tavolette di glucosio in una farmacia di Monte Carlo. Queste tavolette erano di una marca francese chiamata Coramine e contenevano la nicetamide (in francese nicéthamide). Considerata l’assonanza tra nikotinamid e nicéthamide il buon Marin pensò si trattasse della stessa cosa. Purtroppo non lo era e l’ITF lo squalificò per nove mesi, costrigendolo a saltare l’edizione di Wimbledon del 2013. Čilić fece ricorso al TAS di Losanna che gli riconobbe la buona fede e ridusse la squalifica a quattro mesi. Ah, nel bugiardino del Coramin c’era un’avvertenza per gli atleti, ma ovviamente scritta in francese e quindi…

Il secondo caso riguarda Nicolas Jarry. Il cileno fu testato durante le finali di Coppa Davis del 2019 e risultò positivo a due steroidi anabolizzanti, il Ligandrol e lo Stanozolol. Anche Jarry fu evidentemente sfortunato, perché gli anabolizzanti erano finiti nel suo corpo per via di integratori vitaminici prodotti in Brasile che erano venuti a contato e quindi contaminati con gli anabolizzanti. n questo caso l’ITF accettò la spiegazione e invece dei quattro anni previsti gli inflisse una sospensione di undici mesi.

Infine c’è il caso di Kamil Majchrzak, il giocatore polacco che ha eliminato al primo turno il nostro Matteo Berrettini e che oggi sfiderà Khachanov per un posto nei quarti di finale. Nella parte finale del 2022 Majchrzak risultò positivo a quattro diverse sostanze proibite: l’agente anabolizzante SARM S-22; l’ LGD-4033, un altro agente anabolizzante, simile al Ligandrol di Jarry; il GW0742 che è un modulatore ormonale e metabolico; la quarta sostanza non è mai stata rilevata. Non vi sorprenderà sapere che Majchrzak si è difeso sostenendo che quelle sostanze si trovavano nel suo corpo in modo del tutto involontario, a causa di, indovinato?, alcuni integratori assunti e che sarebbero stati contaminati. La terribile ITF si è mostrata comprensiva anche in questo caso, riducendo la squalifica a soli 13 mesi.

Sappiamo tutti stare al mondo e quindi non è il caso di sorprendersi del silenzio intorno a questo curioso dato statistico (è pur sempre il 25% dei giocatori rimasi in gara) ma forse il pubblico andrebbe reso edotto del fatto che i tennisti sembrano curiosamente poco avveduti e molto sfortunati. Questo magari potrebbe aumentare l’empatia nei confronti di atleti che solo sfortunate combinazioni del destino hanno costretto ad affrontare periodo terribili da cui, rallegriamocene, sono usciti più forti di prima. E chissà, magari anche questo è un viatico per il nostro giocatore più forte, che è di altra categoria rispetto ai tre di cui si è parlato. Se tutti quanti sono usciti dalla vicenda migliorando i propri risultati cosa mai potrebbe essere precluso ad uno che ha già vinto slam?

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