Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
È un Matteo Berrettini deluso e sottotono quello che si presenta ai microfoni dopo la sconfitta in cinque set contro il polacco Kamil Majchrzak al primo turno di Wimbledon. “La partita è appena finita, forse dovrei aspettare un attimo a esprimermi, ma il tennis è stato piuttosto complicato per me nelle ultime settimane. Penso che in campo ve ne siate accorti. Mi dispiace per le persone che mi hanno aiutato ad arrivare qui, onestamente però questo non è il modo in cui voglio stare in campo. Ho bisogno di prendermi del tempo e pensare al mio futuro. Il problema? Beh, non ho avuto modo di giocare con un professionista fino a martedì scorso e un certo punto di vista mi sono sorpreso del livello che ho. Però devo trovare un modo diverso per stare in campo perché inizia a essere un po’ pesante. Il mio team pensava che forse qui mi sarei sentito meglio, ma non ha funzionato. Devo prendermi un po’ di giorni”.
“Fisicamente non mi sono neanche sentito così male – spiega Berrettini – Quello che non c’è stato è il mio solito atteggiamento, quello che ha caratterizzato la mia carriera. Sono state settimane difficili, tanti down, tanti momenti in cui dovevo decidere se provarci o no. Ricadute su ricadute, è stato complesso. Fondamentalmente sono un po’ stanco, stanco di dover sempre rincorrere le cose. Per questo ho bisogno di prendermi qualche giorno, perché per come sono io stare in campo così non è quello che voglio. Mi dispiace per i ragazzi che mi stanno aiutando e per i miei genitori, non sono riuscito nemmeno a caricarmi. Ero piatto. Spero sia solo un passo falso che poter girare”.
Un problema che nella testa più che nel fisico? “Forse mi sono rotto anche lì. Per tutto quello che è successo prima. Troppe volte ho messo davanti la parte fisica a quella mentale, ho messo più attenzione al fisico per cercare di rientrare senza dare importanza a come mi sentivo mentalmente, ma siamo persone normali che vengono messe davanti a decisioni e non è semplice quando c’è la competizione di mezzo. Oggi probabilmente non mi sentivo pronto a competere da un certo punto in poi. E senza quell’energia lì è difficile. Non so bene cosa devo fare e cosa mi aspetta, normalmente mi prendo le colpe, ma questa volta mi sento che sono giù ed è anche normale visto quello che è successo in tutti questi anni. Ci sta che uno si senta un po’ stanco e abbia bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare”.