Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
“Penso sia stato il migliore modo per salutare Wimbledon e forse anche il tennis. Sono sicuro, ho un sacco di emozioni in testa in questo momento. Un’atmosfera incredibile, mi sono divertito molto”. Così Fabio Fognini nella conferenza stampa post match contro Alcaraz, una sfida strepitosa in cui il ligure ha dato tutto ciò che aveva sfiorando un’impresa clamorosa. Una partita talmente bella che potrebbe rappresentare il perfetto finale della carriera.
“Penso che non potessi immaginare qualcosa di meglio. Ovviamente ho un po’ di amaro in bocca in questo momento – spiega Fabio -, Ho avuto le mie chance e quell’inizio di quinto set è ancora lì. Ma lui è un campione, è il miglior giocatore del mondo insieme a Jannik. Ho un sacco di rispetto”. Il pubblico gli ha riservato una standing ovation meritatissima, un momento molto toccante, con lo stesso Alcaraz che ha esortato il pubblico ad applaudire l’italiano: “È stato molto, molto emozionante. Devo essere onesto: negli spogliatoi ho pianto. Sono arrivato qui senza aspettative. Dopo tutti gli infortuni e dopo l’inizio dell’anno difficile. Ero sette posizioni fuori dall’entry list di Wimbledon. Come ho detto prima: non c’era un modo migliore di andarmene, contro un campione come Alcaraz per cui ho un rispetto enorme”.
!Ho giocato contro un campione e sono uscito tra gli applausi – ha aggiunto Fognini -. Ho fatto anche una bella chiacchierata con lui quando ci siamo abbracciati. Adesso ho bisogno di un paio di giorni per vedere dove sono arrivato. Ho 38 anni, ho fatto quello che ho fatto e devo pensare al futuro. Appena è uscito il tabellone Federico mi ha detto ‘pa giochi con Carlitos, tanto perdi. Però posso venire a vederla?’. Ovviamente non ho esitato. Flavia è riuscita a venire a vedere la partita. Credo abbia fatto piacere un po’ a tutti. Abbiamo anche un pochettino pianto insieme. In questo momento faccio fatica a trovare le parole, ma sono contento che siano stati qua e sono contento che Federico abbia visto questa partita contro uno dei suoi idoli, l’altro è Jannik. Ha recuperato anche il regalo, la maglietta di Carlitos. Adesso mi servono un paio di giorni per rendermene conto, per matabolizzare quello che ho fatto. Salutare Wimbledon così non me lo sarei mai immaginato. E appunto sto pensando che forse non c’è maniera migliore per salutare il tennis”.