[3] C. Alcaraz b. [4] A. Zverev 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2
Carlitos Alcaraz conquista il suo terzo titolo dello slam e il primo Roland Garros al termine di un match che è stato decisamente sconcertante. Non tanto per la prestazione di Zverev, che ha tenuto un livello costante per tutto il match, quanto per lo spagnolo che, evidentemente, non è perfettamente a posto fisicamente. Cosa che, possiamo ipotizzare, potrebbe aver influito sulla concentrazione del nuovo numero 2 del mondo, che ha alternato degli scambi di un livello irraggiungibile per chiunque a lunghi tratti di black out, in cui era un’impresa persino tenere la palla all’interno delle linee che delimitano il campo. Se alla fine Alcaraz è riuscito a vincere è perché il margine che ha dal resto della truppa è davvero molto molto alto, e per batterlo non basta attendere solo i suoi cali.
L’inizio di Alcaraz era stato folgorante, aiutato da un po’ di tensione di Zverev, che commetteva subito due doppi falli, andava avanti di un break. Ma l’altalena cominciava immediatamente, perché Carlitos sbagliava tre o quattro dritti davvero banali e si faceva raggiungere. Ma era un Alcaraz abbastanza buono tutto sommato, tant’è che Zverev non riusciva a tenere il servizio con comodità, anzi lo perdeva altre due volte mentre lo spagnolo riusciva a limitare gli errori. Alcaraz in realtà sembrava in totale controllo del match anche se l’inizio del secondo si complicava dopo un vantaggio di 40-0. Sul 2 pari arrivava un altro black out. Zverev prendeva molti rischi e lo spagnolo sembrava un po’ sorpreso ma soprattutto faticava ancora a tenere un ritmo costante. Zverev non si faceva pregare, diventava solidissimo al servizio e pareggiava rapidamente il conto.
La sensazione rimaneva quella di una partita saldamente in mano ad Alcaraz che cercava di riordinare le idee intanto aggrappandosi al servizio. Funzionava, perché ritrovata la misura dei colpi Alcaraz piazzava una serie micidiale di 8 punti a zero che lo portavano sul 5-2. Qui non si sa davvero cosa sia potuto succedere, fatto sta che lo spagnolo trovava il modo di regalare cinque game di fila a Zverev che iniziava il quarto set sorprendentemente avanti. Bisogna dare atto al tedesco che in questo frangente è riuscito a limitare al massimo i suoi errori, anzi, raggiungendo forse il miglior livello del suo gioco. Forse stanco dallo sforzo, anche mentale, prodotto Zverev giocava molto male il quarto parziale perdendo per tre volte il servizio e rinviando tutto al quinto set, con Alcaraz che non sembrava in ottime condizioni fisiche, al punto da dover chiedere un MTO.
Nel quinto set Alcaraz piazzava il break nel terzo game, grazie stavolta ad uno Zverev disastroso, che lo aiutava con due terribili volée e un doppio fallo. Alcaraz sembrava voler rendere il favore nel game successivo, in cui finiva sotto 0-40 dopo un incredibile errore di rovescio a punto concluso, ma il ragazzo spagnolo trovava ancora la concentrazione e alzava incredibilmente il livello annullando le palle break una dietro l’altra. Zverev se ne procurava una quarta, e qui di nuovo Alcaraz diventava ingiocabile: un serve and volley, uno strepitoso rovescio lungolinea e una smorzata di accecante bellezza. La partita diventava di nuovo bella ma Alcaraz giocava i turni di risposta consapevole che gli sarebbe bastato tenere quelli al servizio per chiudere il match. Naturalmente non si esimeva dal provare a piazzare il colpo del ko, Zverev riusciva a restare in partita e a procurarsi un’altra palla break nel sesto game, cancellata da una splendida volée di Alcaraz. Zverev però sembrava sempre più stanco e a dirla tutta non era neanche troppo fortunato, come nell’incredibile passante che portava Alcaraz sullo 0-40 nel settimo game. Però lo spagnolo era ormai visibilmente più fresco e finalmente alleggerito dalla tensione, con un altro bellissimo dritto lungolinea si procurava il punto per andare a servire per il match. Alcaraz finiva la serie di 11 punti a 1 con uno splendido dritto incrociato sulla linea che chiudeva questa edizione del Roland Garros.
Alcaraz è quindi il nuovo numero 2 del mondo, dietro a Jannik Sinner, ed entrambi concorderanno che sono notizie buone solo per vendersi un po’ di immagine. Entrambi hanno avuto troppi acciacchi per dare credito a questi numeri e a Wimbledon ci sarà forse una nuova puntata e se mai dovesse esserci sarà la finale stavolta. Naturalmente Alcaraz ci arriva molto in fiducia, e forse l’erba è la superficie dove il divario tra i due potrebbe essere più alto. Vedremo.
Di Zverev non è il caso di parlare.
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