Tra Alcaraz e Djokovic il sogno di Musetti e Sonego

Il Roland Garros toglie il Roland Garros dà. Così come il secondo turno era stato, ahinoi, segnato dalla brutta sconfitta di Sinner, il terzo si è svolto nel segno, stavolta positivo, di Musetti e Sonego. I due Lorenzi, per via diverse come sono diversi loro, hanno entusiasmato Parigi, e non è certo detto che abbiano finito il lavoro. La rimonta di Sonego è stata certamente aiutata dal solito scempio di Rublev – un carissimo ragazzo che gioca anche benissimo, ma che alle soglie dei 26 anni difficilmente riuscirà a risolvere i suoi problemi emotivi, nonostante si sia affidato anche ad uno psicologo – ma non si sarebbe realizzata senza la straordinaria costanza del piemontese, cocciuto e volenteroso come stereotipo del nord ovest vuole. Certo, non sarebbe bastato neppure quello se Sonego non avesse dalla sua parte quello che a volte abbiamo rimproverato a Sinner, e cioè una capacità di leggere la partita, di fare le scelte giuste che non è qualità tanto diffusa sui campi da tennis. Oggi contro Khachanov la storia non sarà tanto diversa, perché Sonego parte naturalmente sfavorito, ma se il russo gioca solo un po’ meno attento del solito non ci sono dubbi che Sonego sarà in grado di afferrare la sua occasione. Khachanov non ha il talento di Rublev ma “purtroppo” è decisamente più solido e non si farà certo recuperare due set di vantaggio, tant’è che nessuno ci è mai riuscito.

Ma oggi l’attesa è tutta per il match che intorno alle 15 vedrà sullo Chatrier Carlitos Alcaraz e Lorenzo Musetti. 41 anni in due, il numero 1 del tennis mondiale e il giocatore più classico del circuito si affrontano dopo una settimana che ha evidenziato le loro migliori qualità. Si è talmente parlato di entrambi che difficilmente si potrà dire qualcosa di nuovo. Carlitos ha talmente margine sugli avversari che persino i difetti tipici della giovane età – primo fra tutti una qualche difficoltà a mantenere costante l’attenzione per tutto il match – sembrano non poter equilibrare il confronto. Contro Shapovalov per esempio, sotto per 4-1 ha vinto otto game di fila; contro Daniel, perso il secondo set, ha lasciato solo tre game all’avversario. Il problema dei rivali dello spagnolo è che davvero il numero 1 del mondo sembra inscalfibile. A differenza di Nadal, al quale è naturale accostarlo, Alcaraz è a suo agio in ogni zona del campo e quello che concede al suo predecessore in intelligenza tattica, attenzione e forse preparazione fisica, lo pareggia con una migliore attitudine ad un gioco più billante di quello di Rafa, con corredo di palle corte e discese a rete. Nelle giornate di grazia la sensazione è che potesse essere competitivo persino con i big three al loro apice, figurarsi quindi cosa potrebbe fare in questo periodo, con i rivali che per un motivo o per l’altro boccheggiano.

A questo fenomeno dovrà contrapporsi il commovente talento di Musetti, che lo ha già battuto nella finale di Amburgo nell’unico incontro da pro giocati dai due. Fu una partita straordinaria ma sarebbe un errore pensare di trarne particolari indicazioni perché lo spagnolo era al primo torneo dopo la lunga pausa post-Wimbledon e da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. Ma anche per Musetti il tempo non è passato invano. Ragazzo che sembra molto più sensibile della media, il suo gioco particolarmente complicato presuppone che tutti gli astri si incastrino alla perfezione per riuscire a mostrare il miracoloso show di questa settimana, in cui ha perso appena 22 game. Già in passato Musetti “è sembrato Federer” – si parva licet – annichilendo l’avversario d turno, chiunque egli fosse. Proprio a Parigi qualche mese fa impartì una severissima lezione a Ruud, che in fondo era il numero 2 del mondo (pazienza), e tutti abbiamo ancora negli occhi quei due meravigliosi set contro Djokovic sullo Chatrier, non più tardi di due anni fa. Contro Alcaraz non dipende solo da lui, come praticamente contro il resto del circuito, e lo spagnolo deve collaborare magari estendendo il periodo di distrazione, ma uno volta o l’altra l’immenso bagaglio tecnico di Musetti avrà la meglio. Chissà che non sia già questa l’occasione giusta. Ad ogni modo teniamocelo stretto, come può non essere caro ai mendicanti di bellezza?

Se per noi italiani la prima settimana si è focalizzata su questi fantastici giovani che la sorte ci ha regalato il resto del torneo non è stato da meno. Le eliminazioni precoci di Medvedev e Sinner hanno un po’ aperto la parte bassa del tabellone, ma la presenza di Rune basta per non dare per scontato che il vincitore arriverà dalla parte alta del tabellone. Il danese fin qui non ha praticamente giocato, la partita di esordio l’ha giocata con qualche nervosismo e quella contro Olivieri conta anche meno del walk over del secondo turno, sarà Cerundolo a dirci qualcosa di più. In costante crescita, l’argentino ha regolato un Fritz nervosissimo e poco furbo nell’inimicarsi il non certo impeccabile pubblico parigino ed è in grado di creare complicazioni a chiunque. In teoria ci sarebbe anche il numero 4 del mondo, Ruud, ma abbiamo detto tante volte che se non siamo in presenza di una sorta di usurpatore poco ci manca. Il norvegese, bravissimo ragazzo ci mancherebbe, continua ad avere dei tabelloni da sogno ma è già stato fortunato contro Zeppieri, giò con Jarry potrebbe avere qualche problema e chissà che Cerundolo non gli faccia un altro incredibile favore.
Da quelle parti si registra un timido tentativo di ritorno ai fasti che furono di Zverev, che è riuscito a superare Tiafoe in un incontro durissimo che però spiega quanto il tedesco sia ancora lontano da quello che si fece male nella semifinale dello scorso anno. Contro Dimitrov – che ha messo a nudo il reale livello di Altmeir – forse parte ancora favorito ma non è detto che Grisha non metta la testa a posto e capisca che forse per lui è l’ultimo treno, visto che poi ci sarebbe il vincitore tra Etcheverry e Nishioka. Qundo mai gli ricapita?

Etcheverry e l’incredibile Varillas sono le belle storie di questa settimana. Il peruviano, il primo negli ottavi di uno slam, oggi dovrebbe andare al massacro contro Djokovic, che pare lontano dall’aver risolto i problemi, più l’usura che il gomito. Buon per lui che il tabellone si sia “aperto” e che ha la possibilità di arrivare da Alcaraz senza stancarsi troppo. Zitto zitto Tsitsipas intanto sta facendo il suo percorso. Va a sapere se magari alla fine…

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