ATP Indian Wells, Sinner: “È anche grazie ad Alcaraz se migliorerò”

Peccato Jannik. Guardandola aspettavamo il momento in cui potesse girare, ma alla fine non è arrivato. Tutto stato su pochi punti, forse qualche esitazione ad andare verso la rete come in quel dritto nel tie-break, però c’è mancato davvero poco.
“Sì davvero, c’è mancato poco. Però quelle scelte che ho fatto credo fossero giuste. Sul 5-4 dovevo seguirlo a rete, se poi mi passa bravo lui. Però avevo perso a rete il punto sul 3-3 e lo avevo attaccato sul rovescio… anche nel secondo, 0-30, avevo risposto bene su una prima abbastanza veloce, poi ho preso il nastro e la palla è uscita. C’erano un po’ di occasioni oggi che non sono riuscito a prendere. Peccato, perché ricordo anche allo US Open avevo dei set point, li aveva avuti lui, poi io il match point… capisci, anche oggi era andata un po’ così, se avessi fatto la scelta giusta quando lui ha giocato la smorzata (sul suo set point, nda) finisce lì il set, nel primo, poi però da lì è andato tutto abbastanza veloce. Il tennis è così. Peccato, sicuramente la differenza è stata col servizio, non sono riuscito a servire col modo giusto, le percentuali erano basse. È difficile vincere una partita in questo modo”.

Vedi questi margini di miglioramento, ci sono, e già ora sei attaccato a uno che ha vinto uno Slam di recente, che è numero 2 dopo essere stato anche numero 1 del mondo, sul cemento sei vicinissimo. Come ti fa sentire questa cosa? Dovresti essere ottimista.
“Io sono ottimista, lo so che sono tanto vicino e che ho tanto da migliorare come nei movimenti in campo. Qualche volta con un pochettino più di forza mi riesco a spostare ancora meglio, più veloce, quindi da quella parte lì sono ottimista. Secondo me ci siamo migliorati tanto negli ultimi mesi, credo che l’ho fatto vedere anche in campo, però credo che tra un anno sarò un altro giocatore ancora. Alla fine è quello il nostro obiettivo. Io so che fisicamente ci vogliono due o tre anni che sono al mio massimo, perché la mia crescita è stata un pochino più lenta. C’è da accettare quella parte lì anche se per me è difficile perché ti alleni per giocare nel migliore dei modi. Alla fine comunque è stato un torneo molto positivo: ho battuto un top-5, ho giocato alla pari oggi con Carlos, sono stati pochi punti che hanno fatto la differenza. Vedi il 6-3 e pensi che non sia così, però ha vinto solo quattro punti in più. Io e tutto il mio team siamo ottimisti, quindi è solo tosta qualche volta da accettare”.

Mi puoi anche dire “mi girano le scatole” perché ti capirei visto che hai appena perso una partita così, ma da fuori è molto bello vedere come le partite tra te e Carlos siano sempre più anticipate da tanta enfasi, partecipazione del pubblico. Volevo sapere se la cosa in qualche modo ti tocca, ti da qualche motivazione in più o se magari alla fine è solo un contorno.
“No guarda credo sia una cosa molto positiva. Nel senso, abbiamo sempre fatto vedere dell’ottimo tennis, anche allo US Open stavamo giocando molto bene. Alla fine lo scambio c’è, giochiamo tutti e due molto bene, tanta velocità… Si vede che ci conosciamo già un pochettino, perché anche oggi abbiamo cambiato qualcosa. Sicuramente migliorerò, forse anche grazie a lui, perché ovvio che devo lavorare in palestra, devo fare le mie cose, però già oggi ho nella mia testa che cosa devo migliorare per battere lui. È facile ora magari dire del servizio, ma non è solo quello il punto: ci sono tante altre cose. L’uso della mano a rete quando usa la smorzata, quelle cose lì, che poi diventa sempre come un gioco di scacchi, che poi quando giochi a questa velocità è difficile pensare ‘devo tirar lì, devo tirar là’, però chi fa questo vince: oggi lui l’ha fatto meglio, però dopodomani quando sarò in campo ricominciamo da zero. C’è un altro torneo, importante, e l’obiettivo è di arrivare a queste partite qua, importanti, più ne faccio quest anno e meglio è”.

Si è visto come hai detto tu che questa è sembrata un po’ una partita di scacchi, si vedeva già nella partita precedente, lo si è visto in questa. Oggi sembrava che quando si entrava nello scambio e riuscivate a rimanere tutti e due vicini al campo, tu eri superiore perché gli scambi così li hai vinti tutti tu. Considerando che Carlos è uno dei migliori al mondo in questo, ti rende orgoglioso questo o ti fa arrabbiare ancor di più?
“Questa parte è… io so che da fondo mi sento molto molto bene, forse sono anche uno dei migliori. Nell’altro senso credo che… ieri in allenamento ho fatto davvero tanti servizi, mezz’ora di servizio perché sapevo già lì che se servo bene oggi riesco a stargli ancor più attaccato e in risposta giocavo meglio. Alla fine avevo trovato la risposta molto meglio, sul 2-4 ero 0-30, sul 3-5 avevo risposto bene. Mi fa sentire bene giocare da fondo campo, ovviamente ci sono anche lì dei margini di miglioramento. Sulla terra si vedrà perché c’è da variare un po’ di più, c’è bisogno di un gioco diverso, quindi sono anche curioso di cosa faccio sulla terra quest anno ma secondo me posso giocare molto bene anche lì”.

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