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Wimbledon, Jabeur o Rybakina: chi avrà la prima gioia Slam?

Ons Jabeur contro Elena Rybakina. Dopo 10 giorni senza esattamente un vero corso lineare, la finale di Wimbledon vedrà di fronte due debuttanti assolute a questo livello.

Una tunisina o una kazaka, anche qui siamo nel campo della prima volta assoluta per entrambi i paesi, nazioni tennisticamente nuove e che, soprattutto per quello africano, hanno scoperto questo sport proprio negli ultimi anni.

Da quando Jabeur ha cominciato a crescere nei risultati e nel ranking, la sua popolarità in patria è aumentata esponenzialmente. Poco dopo i quarti di finale raggiunti all’Australian Open 2020 giocò un torneo WTA 1000 a Doha dove batté Karolina Pliskova agli ottavi e nel momento dell’immediato post partita c’era lei in mezzo al campo con l’intervistatore che non riusciva a fare le domande tanto era forte il boato, i canti e i cori provenienti dalle tribune delle migliaia di persone arabe presenti. Perché Ons non è un fenomeno “solo” nel suo paese di origine ma è simbolo vero ormai per tutto il mondo arabo- Quante volte in questo periodo abbiamo usato l’espressione “prima volta” nei suoi confronti? A decine.

“Risultato storico”, “prima volta per un arabo”, “prima araba a…”. Jabeur ha scritto a poco a poco tante pagine nuove di storia per tante persone portando il tennis a un livello clamoroso pensando soltanto che questo sport quasi non esisteva quando lei muoveva i primi passi nel circuito. E in un certo senso la storia del Kazakistan è simile, con Rybakina, anche se lì l’esplosione del tennis nacque per un volere politico e nella decisione di creare una realtà sportiva dove non c’era nulla prima. Fecero investimenti importanti per strutture e tecnici, ma mancava la materia prima: i tennisti. Così il capo della federazione locale, in accordo con la controparte russa, ha potuto prendere tennisti che fin lì non avevano un buon ranking o non ricevevano attenzioni dal paese natale.

Non sappiamo per certo se questa sia la motivazione per cui a inizio 2018 Rybakina cambiò nazionalità, ma la situazione era comune per tante che viene difficile escludere questa possibilità. Rybakina, allora giovanissima, non aveva ancora praticamente cominciato la sua attività da professionista. Ancora per buona parte del 2018 lei faceva allenamenti in scuole tennis con almeno 5/6 ragazzi a gruppo. Una normale SAT italiana, verrebbe da pensare. Poi l’investimento del Kazakistan e la sua volontà di provare a far partire la carriera e così il passaggio che oggi sta facendo tanto discutere. Non ha colpe, ma il suo risultato più importante della carriera è arrivato nello Slam che ha fatto tanto discutere perché su forte spinta del governo inglese (caduto proprio in questi giorni) i russi e i bielorussi non potevano prendere parte per via delle tristi vicende di attualità relative ai due paesi.

Rybakina contro Jabeur è anche il più classico confronto di stili. Elena colpisce forte, molto pulita nell’impatto, dotata di ottimo servizio. Ons è più estrosa, alla ricerca del colpo a effetto, con meno spinta ma vastissima gamma di scelta. È la prima volta nell’Era Open che in una finale Slam si affrontano due ragazze non nord-americane, europee o australiane. Jabeur è anche la prima africana in finale dalla suadfricana Sara Reynolds Prince nel 1960. I precedenti dicono 2-1 per la tunisina che ha perso il primo a Wuhan nel 2019 (6-1 6-7 6-2) poi però si è imposta in tre set a Dubai nel 2021 (7-6 4-6 6-2) e per ritiro dell’avversaria a Chicago, nel settembre 2021.

Jabeur avrà bisogno di tutta la sua classe per evitare di subire il costante attacco da parte della sua avversaria, che viene però da due partite di grande spessore tra la vittoria nei quarti contro Ajla Tomljanovic (dove ha messo a segno 15 ace) e soprattutto quella in semifinale contro Simona Halep. Jabeur, che in stagione ha già messo mano sul 1000 di Madrid e il 500 di Berlino è 11-0 sull’erba e potrebbe raggiungere il 12 su 12 di Maria Sharapova nel 2004. Rybakina, che non vince titoli WTA dal gennaio 2020 (2 finali vinte, 6 perse) nel 2022 aveva giocato una finale nella prima settimana dell’anno ad Adelaide dove perse contro Ashleigh Barty.

Diego Barbiani

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