Ranking ATP/WTA: Djokovic scende al n. 7. Raducanu top ten, Sinner e Trevisan primi azzurri

Dal terzo al settimo posto. L’appena incoronato – per la settima volta – campione di Wimbledon Novak Djokovic retrocede di quattro posizioni nel ranking mondiale. Il motivo è noto: quest’anno i risultati londinesi non hanno impatto alcuno sulle graduatorie. Sia l’ATP sia la WTA hanno deciso di non conteggiarli a causa dell’esclusione dal torneo dei giocatori russi e bielorussi, che per classifica avrebbero avuto diritto a partecipare.

Dunque, almeno per quanto riguarda le posizioni più rilevanti, le graduatorie odierne si limitano semplicemente a scalare i punteggi ottenuti nella scorsa edizione, “scaduti” a distanza di dodici mesi. Così Nole, che aveva trionfato anche nel 2021, perde duemila punti, ma non può rimpiazzarli con altri duemila.

Gli finiscono davanti Rafael Nadal (terzo), Stefanos Tsitsipas (quarto), Casper Ruud (quinto) e Carlos Alcaraz (sesto), i quali guadagnano un posto ciascuno. Se i piazzamenti di Church Road fossero stati regolarmente presi in considerazione, Djokovic sarebbe comunque sceso di un gradino, al quarto, peraltro tallonando da vicinissimo i due davanti, con Nadal che sarebbe stato numero 2, precedendo Sascha Zverev, e Daniil Medvedev sempre in vetta.

Una curiosità. Nel luglio 1999 – in maniera più “canonica” – accadde un fatto del genere, con il campione di Wimbledon Pete Sampras che scese dal primo al terzo posto. Lo statunitense aveva vinto anche l’anno precedente, per cui non guadagnò punti, e fu superato dal finalista Andre Agassi e dal semifinalista Patrick Rafter, che migliorarono le rispettive prestazioni.

Fra i top ten rientra Jannik Sinner (decimo; + 3), mentre ne esce il polacco Hubert Hurkacz (dodicesimo; – 2). L’altoatesino, colui che più ha impensierito il vincitore a Londra, diviene al contempo il nuovo numero uno italiano, scalzando Matteo Berrettini (quindicesimo; – 4), che non ha più nel carniere la finale dell’anno scorso. Tra i cento figurano inoltre Lorenzo Sonego (63; – 9), Fabio Fognini (64; – 1) e Lorenzo Musetti (67; + 3).

Oltre la soglia, ecco Flavio Cobolli (137; + 8 con i quarti nel Challenger di Todi), Stefano Travaglia (138; + 1), Franco Agamenone (144; – 1), Gianluca Mager (147; – 11), Marco Cecchinato (154; + 12 grazie ai quarti nei Challenger di Lüdenscheid e Braunschweig), Giulio Zeppieri (164; + 4), Luca Nardi (174; + 7), Andreas Seppi (179; – 17), Alessandro Giannessi (182; + 3), Andrea Pellegrino (184; + 9) e Riccardo Bonadio (188; + 11).

Debutta fra i duecento Francesco Passaro (191; + 29), semifinalista a Todi: il perugino precede Andrea Arnaboldi (195; – 6). Scivola indietro Salvatore Caruso (229; – 31).

Per il resto, perdono terreno Denis Shapovalov (23; – 7), Cristian Garin (56; – 13) e David Goffin (71; – 13), questi ultimi nonostante il sorprendente approdo ai quarti, nonché Sebastian Korda (59; – 13) e Marton Fucsovics (97; – 38). In crescita il brasiliano Thiago Monteiro (73; + 16) e l’argentino Pedro Cachin (98; + 22), impostisi nei Challenger di Salisburgo e Todi.

Nick Kyrgios, reduce dal primo match clou in un Major, perde cinque posti, scendendo al n. 45. Il bottino complessivo dell’australiano è di 980 punti, mentre la sola finale di Wimbledon gliene avrebbe regalati 1200.

Esce dalla classifica Roger Federer, inattivo negli ultimi dodici mesi. Il fuoriclasse di Basilea, che nell’ultimo ranking occupava ancora la posizione n. 97, era presente senza interruzioni dal settembre 1997, quando aveva da poco compiuto sedici anni.

Le “stranezze” continuano nel ranking WTA. Ons Jabeur, brillante finalista ai Championships, retrocede dal secondo al quinto posto (- 3), con Anett Konteveit, out al secondo round, che torna numero 2 (+ 1), e Maria Sakkari, eliminata al terzo turno, che diventa n. 3 (+ 2).

Paula Badosa e Aryna Sabalenka si confermano rispettivamente quarta e sesta, mentre crolla la finalista della scorsa edizione Karolina Pliskova, che da settima diventa quindicesima (– 8). A giovarsi del calo della ceca sono in diverse, a partire da Danielle Collins (settima; + 1), che stabilisce il career high.

Risalgono un gradino anche Jessica Pegula (ottava) e Garbiñe Muguruza (nona), con la diciannovenne britannica Emma Raducanu (decima; + 1) che entra per la prima volta nell’élite mondiale.

Fra le top twenty, nuovi record personali anche per Coco Gauff (11; + 1), Leylah Fernandez (14; + 1) e Veronika Kudermetova (19; + 2). Brusco calo, invece, per Angelique Kerber (31; – 12). La trionfatrice Elena Rybakina è stabile al n. 23 (se i punti fossero stati conteggiati, sarebbe già n. 6).

Paradossale che Ajla Tomljanovic, giunta nei quarti (come dodici mesi fa), perda la bellezza di ventisette posizioni: da quarantaquattresima che era, l’australiana è ora solo settantunesima. In netta discesa anche l’elvetica Viktorija Golubic (100; – 42).

Anche nel settore femminile si registra un avvicendamento al vertice italico: la nuova numero uno è Martina Trevisan (26; + 3), che segna il career high, mettendosi alle spalle Camila Giorgi (28; – 1). Seguono Jasmine Paolini (64; + 8 con i quarti a Contrexeville), Lucia Bronzetti (66; + 7, best ranking) ed Elisabetta Cocciaretto (118; + 1).

In decisa risalita l’ex top five Sara Errani (127; + 34), che ha prevalso nel “125” di Contrexeville. Dietro alla ravennate troviamo Lucrezia Stefanini (179; + 3).

I top ten del ranking ATP: 1 Daniil Medvedev, 2 Alexander Zverev, 3 Rafael Nadal (+ 1), 4 Stefanos Tsitsipas (+ 1), 5 Casper Ruud (+ 1), 6 Carlos Alcaraz (+ 1), 7 Novak Djokovic (- 4), 8 Andrey Rublev, 9 Félix Auger-Aliassime, 10 Jannik Sinner (+ 3).

Le top ten del ranking WTA: 1 Iga Swiatek, 2 Anett Kontaveit (+ 1), 3 Maria Sakkari (+ 2), 4 Paula Badosa, 5 Ons Jabeur (- 3), 6 Aryna Sabalenka, 7 Danielle Collins (+ 1), 8 Jessica Pegula (+ 1), 9 Garbiñe Muguruza (+ 1), 10 Emma Raducanu (+ 1).

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