[17] E. Rybakina b. [3] O. Jabeur 3-6 6-2 6-2
Elena Rybakina è la nuova campionessa di Wimbledon. La kazaka, prima rappresentante del suo paese a spingersi così avanti in un tabellone Slam è riuscita a completare il suo cammino da favola con una finale vinta in rimonta battendo la giocatrice vista come favorita alla vigilia, Ons Jabeur. Il sogno della tunisina si è spezzato dopo un primo set autoritario, imponente, da numero 2 del mondo e lanciata verso un nuovo capitolo della sua storia.
Un 3-6 6-2 6-2 che ha ballato tanto, probabilmente troppo, sull’emotività di una Jabeur prima padrona del campo e poi di colpo in affanno, ritrovatasi sfilacciata appena un paio di colpi le sono girati contro. Sembrava poter guidare il match al successo dopo un primo parziale in cui aveva deciso per un rischio eccessivo al momento del sorteggio, quando ha vinto e voluto rispondere, per poi avviarsi al 6-3 maturato con un break al terzo e al nono game.
Ons, da favorita, poteva pensare di cominciare a servire per sfruttare il nervosismo di una kazaka che nella fase di palleggio sbagliava già tanto. Così si era messa l’obiettivo di chiudere il break molto velocemente per non farla entrare in palla. C’è riuscita, tenendo lungo e profondo il palleggio e causando diversi errori nell’avversaria, accompagnando con un grande urlo il primo momento importante della partita. Da lì sembrava girare tutto a suo favore, con turni di battuta molto rapidi e turni di risposta dove metteva grande pressione alla kazaka fino a portarla al pessimo turno di battuta che le è costato il secondo break sul 3-5.
Poi però, nelle prime fasi del secondo set, la svolta. Jabeur ha cominciato al servizio e sul 30-30 ha subito una improvvisa risposta vincente col dritto in lungolinea di Rybakina che le ha dato la prima palla break del match. Sul 30-40 Jabeur non ha scelto di servire al centro, cosa che tradizionalmente le ha sempre fruttato tanto da sinistra, ma ha provato un servizio al corpo colpito anche male. Sulla seconda ha tremato e l’avversaria ha colpito per il break, confermato salvando poi palla break e allungando sul 2-0. La fase per Rybakina non era comunque positiva, perché sul 2-1 era di nuovo in grande affanno, ma ha salvato molto bene le tre palle break concesse anche con buona dose di coraggio. Il passaggio a vuoto della tunisina, che ha ceduto malamente il successivo game al servizio, dava il via alla fase più brutta della sua partita.
Sotto 4-1, doppio break, e con l’inerzia completamente svanita, ha accelerato e si è persa mentalmente, non ragionando più e cominciando a colpire troppo di istinto senza vere idee o spunti. Rybakina ha ottenuto il break per il 5-2 e successivo 6-2, e a inizio del secondo set ha preso il nuovo immediato vantaggio per confermare e salire 2-0. Ons, purtroppo per lei, continuava a perdersi mentre Rybakina, pur rimanendo abbastanza tesa e che mostrava alcune lacune frutto del nervoso come nei pressi della rete, riusciva comunque a mantenere il vantaggio senza grandi affanni fino al 3-2, quando un’improvvisa smorzata vincente della tunisina ha aperto un turno di battuta in cui è finita sotto 0-40. Sembrava il momento per riaprire tutto, e invece la kazaka si è tirata su con cinque punti consecutivi dove Jabeur ha avuto la vera chance solo sul 15-40, quando aveva allungato lo scambio e trovato l’apertura per il rovescio lungolinea.
La kazaka è riuscita ad arrivarci e a tirare un ottimo tracciante difensivo su cui Jabeur, con palla comunque bassa e complicata, ha optato per un’improbabile smorzata messa appena larga. Perso quel game, Ons è franata. Nuovo break subito tra dritti sbagliati e doppi falli e allora 5-2 per Rybakina, che al servizio per il match ha sentito il momento rischiando diverse seconde, ma sul 40-30 ha raccolto il punto decisivo con una risposta larga della sua avversaria, esultando come ha sempre fatto. Nulla. Assolutamente nulla. Uno sbuffo di chi lascia andare un po’ di tensione, un pugno stretto, uno sguardo al suo angolo. È campionessa Slam. E parafrasando Rudyard Kiplin: “Che tu possa vincere un primo turno in un torneo 250 o la finale di Wimbledon. E trattare questi due impostori allo stesso modo”. Rybakina l’ha fatto.
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