Australian Open, Osaka: “Spero di giocare abbastanza da affrontare una che mi ha visto come idolo crescendo”

Naomi Osaka in conferenza stampa dopo il quarto titolo Slam vinto in carriera si gode un risultato dove era favorita, e forse per la prima volta è arrivata alla conclusione della finale in maniera netta, agevolata anche dal finale del set d’apertura.

Dopo il successo nella tumultuosa finale di New York contro Serena Williams, quello rocambolesco contro Petra Kvitova e Victoria Azarenka, la giapponese oggi ha liquidato Jennifer Brady 6-4 6-3: “Sono veramente felice, questo è un momento per cui ho lavorato duramente durante tutta la off season”, augurandosi poi di cominciare ad avere risultati di spessore anche sulla terra, prossima superficie su cui si sposterà il circuito.

“Devo diventare a mio agio su ogni superficie” ha detto la giapponese, “non avendo fatto tornei junior non ho mai messo piede sull’erba prima del 2016, e ho giocato comunque tanto poco. Per questo forse sulla terra potrei avere più fortuna. Nel 2019 non ho nemmeno giocato tanto male, forse è solo questione di abitudine”. Nel descrivere poi la partita di oggi, Osaka ha detto che è stata molto più una battaglia mentale e che lei (come poi anche Jennifer Brady ha detto) era molto nervosa: “Prima del match mi dicevo che probabilmente non avrei giocato bene. Non dovrei mettermi quelle pressioni addosso di dover sempre essere perfetta, ma andare in campo e lottare su ogni punto”.

Per la prima volta in carriera Osaka si è trovata in una finale con una giocatrice che aveva meno esperienza di lei, spiegando che qualche pensiero c’è stato circa l’approccio da avere, qualche momento di nervoso perché era lei ora che aveva da mostrare il livello più alto: “Ne ho approfittato per parlare col mio team. Ci capita sempre di parlare un’ora prima del match, come fare, quali sono i nostri obiettivi e come poterli raggiungere. Mi aiuta tanto”. Invece, quando le viene chiesto qual è l’obiettivo più grande che potrebbe augurarsi in carriera, Naomi ha detto qualcosa di inaspettato: “So che sembrerò strana, ma mi piacerebbe che arrivi il giorno in cui potrò affrontare qualcuna che è cresciuta avendomi come sua giocatrice preferita. Per me sarebbe un riconoscimento enorme, perché è quello che è stato per me guardare per anni le mie tenniste preferite. Avevo il desiderio di poterle affrontare, ero emozionata all’idea. Sono stata sfortunata a non poter giocare contro Li Na, ma sì la sensazione è questa”.

Osaka stessa si è un po’ meravigliata di aver visto l’errore di Brady che le è costato il primo set: “Ho pensato fosse piuttosto nervosa, o stesse avvertendo molta pressione, e che dovessi capitalizzare al massimo soprattutto dal punto di vista del ritmo del gioco. Però non stavo pensando ‘ok, è fatta’”. Mentre le lezioni più importanti imparate da questo cammino a due anni e mezzo dal primo Slam è che va bene non essere sempre a posto, non essere sempre in grado di trovare il miglior gioco e non poter essere sempre ok”. Come obiettivi futuri non ha tanto in mente il numero 1 del mondo, mentre per gli Slam vorrebbe andare avanti passo dopo passo. Mats Wilander ha detto che potrebbe arrivare a 10 se rimane in forma, Osaka ha replicato: “Non guardo ancora così in là. Adesso vorrei arrivare a 5, poi magari aumento, dico 7, 8. Voglio vivere il momento. Non voglio soffocarmi di attese o presupposti. Sto giocando contro le migliori al mondo, se ci dovesse essere il tempo per un altro titolo, questo arriverà”.

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