Zverev accusato di violenza domestica: “Mi picchiava, una volta ho temuto per la mia vita”

Olya Sharypova, compagna di Zverev fino al tardo 2019, ha pubblicato un post su Instagram dove rivelava di essere stata vittima di violenze. Poi, intervistata da Championat, fa pubblicamente il nome del tedesco con alcuni screenshot delle conversazioni di WhatsApp.

Dopo la rivelazione di Brenda Patea, compagna di Alexander Zverev da fine 2019 a metà 2020, di essere alla ventesima settimana di gravidanza ma di non voler assolutamente condividere il bambino con lui e di non avere più contatti con lui da inizio agosto, ieri sera il tedesco ha subito un nuovo colpo alla sua immagine.

Olya Sharypova, compagna di Zverev per almeno due anni fino al tardo 2019 ma protagonista di una relazione molto complicata in cui i due si prendevano e si lasciavano di continuo, ha pubblicato un post su Instagram dove non faceva alcun nome ma alcuni indizi potevano ricondurre la sua denuncia di violenza domestica subita al tennista tedesco. Qui la traduzione dal russo all’inglese e poi sotto in italiano nei punti più delicati.

“SONO STATA PICCHIATA E NON STARÒ IN SILENZIO.
[…] La prima volta è stata all’inizio della nostra relazione, abbiamo avuto un litigio e lui mi ha picchiato la testa contro il muro così forte che sono caduta a terra. Cosa è accaduto poi? Sono stata accusata di aver alzato il braccio contro di lui […] Perché non me ne sono andata? Perché l’ho perdonato? Non so rispondere a queste domande. L’ho amato, veramente, e volevo una relazione con lui. Pensavo fosse stato un errore e che potevamo lavorarci sopra per lasciarlo nel passato, ma l’unica cosa che dovevo lasciare nel passato era questa relazione.
Lo scorso agosto sono corsa fuori dall’hotel a piedi nudi, picchiata. Ero in una strada di New York senza un posto dove andare. Ha provato a soffocarmi con un cuscino, colpirmi con la testa contro il muro, girarmi le braccia, e in quel momento ero veramente preoccupata per la mia vita. Non era la prima e l’ultima volta nella nostra relazione ma fu la più paurosa perché a un certo punto avevo la sensazione di non respirare più. È abbastanza duro ricordare quei momenti [..] Ero una persona diversa, credevo nell’amore e ho cercato di mantenerlo. Ma le persone non cambiano come il tempo mostra.
[…] Questo argomento merita di essere discusso e io non sarò più in silenzio”.

Non c’è il nome di Zverev, ma la tempistica con la fine della loro storia e l’episodio di New York era molto sospetto visto che poi andarono avanti circa due mesi prima di separarsi molto bruscamente durante la trasferta in Asia, con anche un fan che allora (dunque quando tutte queste vicende erano sommerse) raccontava di aver visto Zverev allenarsi con dei graffi sul collo e che Olya era improvvisamente sparita.

Poco dopo, però, il nome del tedesco è venuto fuori in una lunga intervista concessa in esclusiva al portale russo Championat. Sono presenti qui anche foto e screenshot di chat WhatsApp per confermare quanto stava dichiarando.

L’episodio di New York è quello su cui viene maggiormente messo l’accento, Olya dice: “Quel giorno, agli US Open, stavo passeggiando con Dasha Medvedeva (la moglie di Daniil Medvedev) e un mio amico. Eravamo un po’ in ritardo e Sasha si è arrabbiato. Quando sono tornata a casa, abbiamo litigato. Ho scritto su Instagram che ha cercato di soffocarmi con un cuscino e storto le braccia…. Ho provato più volte a scappare dalla stanza d’albergo, ma non me lo ha permesso. Avevo paura che qualcuno potesse vederci e sentirci. Ma alla fine sono riuscita a liberarmi e sono scappata a piedi nudi con un telefono. Mi stavo nascondendo nell’hotel, ma lui mi ha trovata. Siamo stati vicino all’entrata laterale, piangevo e volevo andarmene e lui voleva che tornassi in camera e parlammo. Ho capito per che in quel momento non c’era dialogo. Avevo paura e volevo scappare ma Sascha mi ha preso e spinto contro il muro e mi ha detto che non l’avrebbe accettato e che a nessuno sarebbe importato nulla di me, qualsiasi cosa mi avrebbe fatto. Fortunatamente qualcuno è apparso e mi sono mescolata tra loro uscendo di fuori. Ero a piedi nudi per strada. Fortunatamente avevo con me il telefono, ho chiamato un amico che mi ha ospitato con la sua famiglia. Tutte le mie cose erano rimaste in hotel e dopo questa situazione Sascha mi ha chiamato e scritto diverse volte. All’inizio non volevo vederlo ma ho deciso che dovevamo ancora parlare. Sono tornata in hotel e lo aspettavo nella lobby perché non avevo le chiavi della camera. Mentre mi scrivevo con Sascha, abbiamo ricominciato a insultarci. Ero seduta nel bagno dell’hotel e piangevo e quando lui è tornato ha semplicemente lanciato le mie cose nella lobby. La cosa più interessante è che non c’era il mio passaporto: mi aveva ridato le mie cose, ma non potevo andarmene da New York. Il giorno dopo è venuto alla casa dove stavo, per fare pace. C’erano persone con noi, dunque abbiamo potuto avere un dialogo. Per questo, abbiamo deciso di riprendere la nostra relazione. Durante lo US Open ero seduta alle sue partite, poi a Ginevra per la Laver Cup e infine in Cina. Poi ci siamo separati, ma non sono ancora pronta per parlare di questo: è una storia lunga, in cui molte persone sono collegate”.

Parlando a Championat, Olya ha raccontato che ha tenuto la questione nascosta per un anno perché il trauma era tanto che aveva paura per sé stessa e non si sentiva al sicuro, ma quasi nessuno sapeva della situazione: né i genitori di Zverev, né i suoi, né Dasha Medvedeva nominata prima. Alla domanda se fosse stato un caso che la sua verità fosse uscita nel giorno in cui l’ultima ex di Zverev annunciava la gravidanza, la risposta è stata: “Volevo fare questa confessione da molto tempo, ed è accaduto così per caso. È un mega boomerang che torna indietro. Le persone devono essere responsabili delle proprie azioni. Non ho paura di venire attaccata ora: ero attaccata prima quando ero con lui, e sono sopravvissuta. Passerà anche questa. Voglio solo che Sascha capisca che prima o poi ogni azione ha una reazione. Non ho testimoni per quanto ho detto, perché tutto ciò è accaduto nel nostro privato, ma sono pronta a qualsiasi test, anche una macchina della verità. Non chiedo nulla, solo di far conoscere la mia storia”.

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