Tra Osaka e Azarenka spunta Verdasco

Un sabato, una finale Slam, le qualificazioni di un mille. In fondo è solo una pandemia.

Ci si chiede perché, in questo sabato pomeriggio settembrino, da afa estiva in realtà, in questa zona non ben definita delle colline piemontesi, si discuta in insolito orario, del risultato di Nandone Verdasco. I due folli in questione sono Salerno e chi scrive. Vero, lo spagnolo sta pur sempre giocando le qualificazioni degli Internazionali d’Italia, o di quel che ne resta tra il Covid e i reduci rinunciatari di New York.

Infatti, la domanda non è perché si discuta di Verdasco, la domanda è: che ci facciamo Salerno ed io in questo sabato pomeriggio intorno alle 18, orario italico, a seguire Verdasco?

Si dovrebbe essere da tutt’altra parte, su una motocicletta, magari a giocare a tennis con una vecchia amica, a giocare a palla coi figli ancora sulla spiaggia, leggere un libro su una panchina e tante altre cose. Magari parlare del cardinale Daniélou… No questo non lo faremmo, o forse si?
Poi spunta Barbiani, agli Internazionali c’è il sorteggio… Ecco perché siamo qui… Smentita, senza ombra di dubbio. Non siamo due che sanno in quale momento ci sarà il sorteggio. Dobbiamo essere sinceri.

La verità è che il tennis è una splendida pausa su cui divagare, scherzare o discutere e ti ritrovi a parlare di Verdasco agli Internazionali perché fa parte della nostra giornata…

Questa notte, però, dovrebbe esserci una partita, vera, di quelle che ogni quindici fa trattenere il fiato. Si, una bella finale, una giovane già campionessa e una campionessa strappata da altro alla racchetta, salvata grazie a una racchetta. Sono due leonesse, nel loro ruolo anche di libertà, lo sono anche in campo.
Forse per questo, alle 18 di un pomeriggio di settembre, si scherza su Verdasco.

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