G.O.A.T si nasce, ma goat si rimane

Anche i tennisti, sorpresi dal vuoto, hanno cercato di riempire l’assenza con dosi sempre maggiori di presenza, generando una sovraesposizione a tratti fastidiosa, oltre che inutile

“Non c’è niente da fare, ha ragione il principe De Curtis che al suo spassoso Barone Zazà fa pronunciare la celebre “Signori si nasce ed io lo nacqui, modestamente“, perché la signorilità è una dote innata e non la si può acquisire, neanche lavorandoci sodo. In tema di bon ton, negli ultimi mesi abbiamo purtroppo confuso la socialità con i Social, condividendo tutto, decisamente troppo.

Sorpresi dal vuoto abbiamo cercato di riempire l’assenza con dosi sempre maggiori di presenza, generando una sovraesposizione a tratti fastidiosa, oltre che inutile. Anche i nostri campioni della racchetta hanno dovuto sostituire il tennis giocato con quello virtuale, non sempre con risultati encomiabili. In verità eravamo partiti bene, con innocenti challenge sul web. Promotore Roger Federer che in un elegante completo bianco come a Wimbledon  sfidava i colleghi ad eseguire rapidi palleggi in solitaria contro un muro.

Ma piano piano hanno iniziato a proliferare online video ritraenti spaccati di vita ai tempi del Covid 19 non proprio esaltanti: ad esempio Nole che si fa tagliare i capelli dalla moglie, la coppia Fognini – Pennetta che trasforma lo stendino in rete per le amichevoli in giardino, Nadal che si improvvisa chef ai fornelli e Wawrinka pizzaiolo. Tutto sommato una simpatica compagnia mediatica mentre il mondo spaesato si ferma affacciato al balcone oppure connesso inesorabilmente alla rete. Ma la solitudine del lockdown comincia ben presto a logorare il senso della misura e non tardano ad arrivare i primi tragicomici scivoloni.

Ad esempio Thiem che, per difendersi dalla malevole accusa di avarizia ammette di aiutare con grande generosità in questo momento difficile diversi giocatori di bassa classifica come ad esempio suo fratello Moritz…quando si dice parenti serpenti! Ma sale di diritto sul gradino più alto del podio delle bizzarrie da quarantena il giovane Tsitsipas che mette all’asta su Twitter la sua stampante per donare in beneficienza metà del ricavato! Riescono per fortuna ad annullare il match point all’Imbarazzo generale e a difendere l’onore della categoria i soliti Federer e Nadal, protagonisti di una diretta su Instragam che si rivela fin dalle prime battute una video chiamata tra colleghi, in cui i due si confrontano preoccupati sulla pandemia, commentano la inusuale e forzata permanenza a casa ma soprattutto sognano di ricominciare presto a giocare…insomma nessun gossip, nessuna critica agli assenti, solo una chiacchierata dai toni composti e amicali. I due anche se intrappolati in un display si comportano come in campo, sfoggiando quell’armonioso dualismo e quell’amichevole rivalità che tanto ci piace. Neppure il tempo di riprenderci dal lirismo dei FEDAL che irrompe fragoroso sulla scena Nick Kyrgios. L’australiano freme impaziente di partecipare ad una diretta online ma fatica a trovare un compagno.

Invita addirittura Nadal, che declina l’invito del poco amato antagonista accampando una scusa degna del copione di “Amici Miei”, uno sberleffo nonsense che però lo salva dalla trappola. Nella rete invece cade il buon Murray, che si ritrova l’inconsapevole destinatario di un panegirico orchestrato ad arte da un Kyrgios diversamente sobrio, che desidera solo sparlare in chat di Djokovic. Ma non pago, il pestifero Nick, continua le sue esternazioni vantando innumerevoli conquiste tra le sue appassionate ammiratrici, capaci addirittura di distrarlo durante una partita contro Federer alla Laver Cup. Racconti da gallo cedrone, che vanno presi per quello che sono e senza neppure perderci troppo tempo, ma su un punto occorre invece indugiare ed essere intransigenti: la goliardia non può mai giustificare l’irriverenza. Quando Kyrgios confessa che le donne dell’Est Europa sono amanti formidabili a cui elargirebbe metà del suo patrimonio, riporta a galla un mondo di pregiudizi che pensavamo ormai sommerso, soprattutto per un giovane, per una Next Gen…invece del nuovo che avanza, questo è il vecchio che ritorna. Commentare la fine della sua storia sentimentale con la giovane collega, la tennista russa Anna Kalinskaya, concludendo che conserverà di lei “divertenti ricordi”, significa lanciare un messaggio allusivo ed ammiccante decisamente irrispettoso nei confronti della giovane.

Che sia la spavalderia ormonale a farlo parlare lo comprendiamo bene ma queste affermazioni sono sintomo di un retaggio culturale anacronistico che eravamo certi di aver scardinato almeno tra i giovani. Che poi diciamocelo, questa convinzione che identifica le ragazze dell’Europa dell’Est come abili seduttrici in cerca di riscatto ad ogni costo,  belle, sexy e odiosissime per questo alle donne del resto del mondo, sarà vera? Insomma, queste donne non potrebbero essere come tutte le altre, qualcuna incantevole, molte ordinarie, qualcuna simile ad una dea, altre simili a matrioske. Assistiamo ancora al solito festival di stantii preconcetti.

I gentiluomini però esistono ancora per fortuna e senza andare a cercare troppo lontano mi viene in mente Federer che riesce a racchiudere l’amore e la devozione per la moglie in queste brevi ma potenti parole: “la vita con Mirka è semplice”. Perché l’amore, sentimento complicatissimo, confuso e talvolta folle, quando lega le persone giuste riesce a trasformarsi per magia in qualcosa di facile, naturale e per l’appunto semplice. Roger forse è l’ultimo dei romantici o più probabilmente è l’indiscusso G.O.A.T. anche sotto il profilo della galanteria. L’unica attenuante di Kyrgios è la sua ruvida giovinezza e solo per questa volta gli perdoniamo le espressioni impertinenti  assegnandogli comunque un bel Warning. Certo che se dovesse continuare con uscite di questo tenore, nell’attesa di riprendere a calpestare i campi da tennis gli suggeriamo, come rimedio alla noia, di candidarsi a concorrente della prossima edizione di Temptation Island, un contesto di sicuro a lui congeniale. Parafrasando Totò, nel tennis G.O.A.T. si nasce mentre goat purtroppo si rimane.”

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