Giocatori che respirano a fatica, interruzioni, decisioni al limite: l’Australian Open sotto accusa

Dalila Jakupovic accasciatasi a terra, due raccattapalle collassati, Eugenie Bouchard vittima di problemi respiratori. Lo scenario di oggi era noto da giorni. Ieri notte Melbourne ha avuto l'aria peggiore al mondo. La slovena: "Peggiore esperienza mai provata. Tanta paura, non riuscivo più a camminare".

L’Australian Open 2020 è partito malissimo. La figuraccia fatta dal torneo gestito da Tennis Australia ha assunto contorni molto gravi nel momento in cui una giocatrice, Dalila Jakupovic, si è accasciata in campo ed è stata costretta al ritiro con problemi respiratori e tosse persistente. E non è stato l’unico caso “oltre” vissuto in un surreale giorno a Melbourne Park.

Lo scenario di oggi era chiaro da qualche giorno, quando aveva cominciato a farsi largo l’idea che lunedì un brusco cambio nella situazione atmosferica avrebbe portato a un importante peggioramento dell’aria. Ieri la capitale dello stato di Victoria è passata da 30, come qualità dell’aria, considerata ottimale, a quasi 200 in un paio d’ore. Da lì, limite per cui si considera “molto malsana” è scesa a livelli più accettabili per il corpo umano ma, come era stato annunciato, nella tarda giornata sarebbe arrivato un nuovo importante peggioramento che avrebbe portato talmente tanto fumo e sporco con l’inquinamento a livelli assai pericolosi per la salute umana.

Ieri sera, verso le 23:30, per le strade di Melbourne già invase da foschia e scarsa visibilità è arrivato un nuovo fronte di fumo e sporco che hanno fatto schizzare i livelli di inquinamento a quote mai viste, almeno da queste parti. A mezzanotte era arrivato a 406, poi 441 all’una del mattino. In quelle condizioni è difficile non sentire sporco, polvere, in gola e poter respirare bene anche stando al chiuso. Per le strade non si vedeva oltre gli 800 metri se non di meno. E nei sobborghi attorno la situazione era anche peggiore, con addirittura l’angosciante picco di 1016 (su una scala che si fermerebbe a 500) raggiunto a Box Hill, nella zona a est, a circa 15 chilometri.

Oggi, martedì, tutto ciò che è successo nell’aspetto climatico era previsto e risaputo e la città di Melbourne tramite il proprio profilo Twitter già alle 8 e mezza del mattino avvisava ai locali di non uscire se non era strettamente necessario perché la qualità dell’aria era ancora considerata a livelli di rischio importanti per la salute dell’uomo.

Poco prima l’Australian Open sospendeva tutte le sessioni di allenamento dei giocatori e giocatrici finché la situazione non sarebbe migliorata. Le qualificazioni dovevano cominciare alle 10, è stato deciso per un’ora di ritardo sull’inizio con un comunicato che letto e riletto crea incongruenze con il messaggio della città di Melbourne.

Alle 9:35, infatti: “Gli allenamenti sono stati temporaneamente sospesi a causa della scarsa qualità dell’aria. Le qualificazioni cominceranno alle 11. Le condizioni all’impianto miglioreranno e noi le stiamo costantemente monitorando. Ulteriori decisioni saranno prese in base ai dati che abbiamo sul posto, e in stretto contatto con i nostri medici, l’ufficio di meteorologia e gli scienziati di EPA Victoria. Come sempre, la salute e la sicurezza dei nostri giocatori, del nostro staff e dei nostri fan è la priorità”.

Un’ora dopo quanto era stato annunciato dall’account City of Melbourne veniva in qualche modo smentito, o rivisto in una maniera meno “grave” da parte di Tennis Australia che ha diramato poi un comunicato ufficiale dove si riproponeva lo stesso discorso. Perché l’EPA (l’istituto che regola la qualità dell’aria nello stato di Victoria) aveva consigliato agli abitanti di rimanere a casa per poi dare l’ok e far giocare dei praticanti di sport professionistico esponendoli a questo rischio?

Nel frattempo, da 441 dell’una del mattino il livello è sceso fino a 247 alle 8 e piano piano è fino a sotto i 230. Brett Sutton, capo dell’ufficio della salute, ha detto che per lui la qualità dell’aria registrata in tutta la notte nell’area della metropoli è stata la peggiore al mondo, favorita da temperature fredde che hanno trascinato le particelle nell’aria e vicino al terreno. Tiley poco dopo le 11 ha rilasciato qualche dichiarazione in una giornata già allora surreale per il fumo che impedisce di vedere qualcosa al di là degli stadi. Sembra di essere isolati dal mondo, a tratti, e più la sensazione si rimarcava e più significava che l’aria stesse peggiorando. In tutto ciò, però, si è giocato: “Questo è nuovo per tutti noi. Noi seguiamo le comunicazioni e gli avvisi dei nostri esperti medici e degli scienziati ambientali e la salute e il benessere dei nostri giocatori, fan e staff è un punto cruciale. Quando questa mattina ci siamo svegliati, la nuova di fumo era molto significativa. Basandoci su quell’avviso noi abbiamo preso la decisione di sospendere ogni allenamento e di ritardare l’inizio delle partite e dai dati in nostro possesso vedevamo che c’erano miglioramenti tali da permettere di cominciare alle 11”.

Shelby Rogers è stata la prima a completare una partita e nel momento in cui è uscita dal campo ha raccontato al The Telegraph che si faceva abbastanza fatica oggi, aggiungendo che “forse noi non siamo la priorità”. Verso metà giornata la visuale dietro ai campi è stata più scarsa. Lo sporco e il fumo si erano fatti più presenti, le condizioni generali erano peggiorate. Pochissima gente è giunta a vedere le partite, ma è bastato vedere una giocatrice stesa sul prato all’una con lo sguardo perso e quasi immobile per capire che di tennis “vero” oggi se ne sarebbe visto molto poco. E la situazione è andata in peggioramento. Alle 14:30, quando Jakupovic è collassata a terra, c’erano in campo Xiaodi You ed Eugenie Bouchard in una partita che ha visto la fisioterapista dover intervenire 8 volte e la canadese uscire dal campo a fine secondo set, ciondolante, per problemi respiratori. La cinese, invece, non riusciva più a muoversi a inizio del set decisivo. Piegata su se stessa, un raccattapalle si è diretto verso di lei portandole una bottiglietta d’acqua. Alla fine la canadese, che ha vinto una partita oltre modo orribile, è sembrata avere molta empatia per la cinese, cercando di passarle un po’ di conforto dopo la stretta di mano e vedendo You uscire dal campo strisciando i piedi e con la massaggiatrice che le portava fuori la borsa.

Oltre al fumo, oggi c’era caldo (sui 30 gradi) e umidità. Nessuno dei big si è fatto vedere per i suoi allenamenti, quasi tutti saranno probabilmente andati al National Tennis Centre, subito al di là della strada, che può offrire 8 campi coperti. Lo stesso Melbourne Park ne dispone di 3: Rod Laver Arena, Margaret Court Arena, Melbourne Arena. Nessuno di questi oggi è stato messo a disposizione, probabilmente anche quelli solo per i big o chi è già nel tabellone principale. E tra l’altro, a completare la figuraccia, il fatto che a 7 chilometri più a est si sia interrotta la classica serie di esibizioni al Kooyong nella partita che vedeva in campo, tra l’altro, Maria Sharapova. La russa era avanti 7-6 5-5 contro Laura Siegemund quando l’arbitro, in accordo con le giocatrici, ha comunicato che per la salute di tutti era giusto fermarsi visto che l’odore di fumo nell’aria si faceva sempre più forte.

In conferenza stampa, Jakupovic non si è risparmiata: “Oggi è stato durissimo, la peggiore esperienza mai provata su un campo da tennis. Ero veramente impaurita. Mi sono inginocchiata lasciandomi andare per paura mi venisse davvero un colpo. Non riuscivo più a camminare, e quando ero a terra era più facile prendere fiato. Non penso proprio sia corretto, non c’erano assolutamente le condizioni per giocare oggi ma noi non abbiamo alcuna possibilità di scelta. Se non andiamo in campo, probabilmente ci prendiamo una multa. Sarebbe stato molto meglio attendere e vedere se domani sarebbe stato meglio. Loro hanno ancora tempo, non c’era motivo per affrettare così”. Come lei però la sensazione è di tantissimi. Giulia Gatto Monticone per esempio è apparsa in grandissima difficoltà per tutta la partita, poi vinta 6-2 6-0, nel cercare di prendere aria e non tossire. Respiri rotti, un volto molto provato a ogni cambio campo mentre cercava di dissetarsi, e uno sguardo di grande fatica fino a che, dopo il match point, si è rivolta verso il cielo e dopo un “grazie” ha lasciato andare un bacio. Il “5” scambiato con il team è stato fatto con pochissima energia. Bernard Tomic ha chiamato il fisioterapista per problemi alla gola. Due ragazzini, raccattapalle, collassati in campo durante una partita. Liam Broady dopo la sua sconfitta per 6-3 6-0 contro Ilya Ivashka si è rivolto così al Daily Mail: “Vorrei solo sperare in questo momento di essere sano. Dopo 4 game ero completamente senza energie. Sul 6-3 3-0 ero completamente piegato in cerca di aria”.

Ricollegandoci al doppio annuncio della mattinata, l’EPA sconsigliava agli abitanti del posto di svolgere attività all’aperto, e la stessa EPA non avrebbe fatto nulla per fermare il gioco qui? Lo scenario, come detto, era noto da almeno due giorni. E come è noto questo, lo stesso vale per una previsione di miglioramento sostanziale tra domani e giovedì. Purtroppo quest anno lo scenario dell’Australian Open potrebbe essere questo, almeno per alcuni giorni. Peggioramenti meteorologici e poi cambio totale di rotta. E allora perché non provare a rimandare? Perché l’obbligo di giocare a tutti i costi?

“Sono shockata nel vedere che le qualificazioni sono partite. Australian Open che cosa ne dite voi della salute di tutte le persone che devono lavorare a questo evento soprattutto i raccattapalle? Dove sono i limiti?”

“Ci dite che dobbiamo stare tutti chiusi all’interno di edifici e poi mantenete l’ordine di gioco così come è? Molto bravi, ben fatto…”

“Io non capisco perché tutta questa fretta di giocare oggi, Australian Open. Tu hai l’intera giornata di sabato e domenica per finire le qualificazioni e se fosse così brutta noi siamo comunque abituati a giocare due partite in un giorno, o potremmo provare a ridurre i match maschili al meglio dei 3. Ci sono soluzioni!!”.

E la giornata, a Melbourne Park, non è ancora finita.

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