G. Muguruza b. [9] K. Bertens 6-3 6-3
[30] A. Pavlyuchenkova b. [17] A. Kerber 6-7(5) 7-6(4) 6-2
Non è ancora il momento di sbilanciarsi eppure, come disse qualcuno di un po’ importante in passato, “eppur si muove”. Garbine Muguruza dopo l’ottima prova contro Elina Svitolina si è ripetuta lasciando solo sei game a un’altra top-10, questa volta Kiki Bertens. Ci sono delle piccole attenuanti per non urlare ancora al grande rientro, ma in generale da grande fiducia l’atteggiamento con cui la spagnola ha affrontato queste partite, fattibili, prendendosi i quarti di finale dell’Australian Open.
Non ha avuto di fronte a sé due giocatrici al meglio, ma ha avuto due partite che si è presa con voglia e determinazione, mostrando di aver trovato una sorta di “happy place”, una serenità mentale che le permette di esprimere il meglio che è nelle sue corde. E quei grandi cenni d’intesa con Conchita Martinez, nel suo angolo, si sono fatti vivi ancora una volta. Rispetto alla giocatrice ombra di se stessa che avevamo in campo fino a poco tempo fa, questo è già grasso che cola. E ora potrà giocarsi un quarto di finale Slam sulla carta fattibile, contro Anastasia Pavlyuchenkova e soprattutto il suo passato: Sam Sumyk, ora nel box della russa.
Dopo la prova di alto livello contro Svitolina, oggi si è ripetuta lasciando sei game a Bertens dominando entrambi i parziali, concretizzando ogni chance e continuando a mostrare buona fiducia nei pressi della rete. Poco da fare per l’olandese, che non riusciva il più delle volte a contenere e muovere l’avversaria, ben ancorata alla linea di fondo a guidare ogni iniziativa. E adesso avrà, come detto, Pavlyuchenkova. La russa, dopo i quarti dello scorso anno, è riuscita a ripetersi vincendo un’altra partita molto tirata contro una grande, anche se la Kerber attuale non sta riuscendo a far scorrere la palla e in generale il suo atteggiamento è molto negativo. La numero 30 del seeding poteva probabilmente chiuderla in due, visto l’incredibile epilogo del primo set, ma il 6-7(5) 7-6(4) 6-2 l’ha vista comunque protagonista di una partita da 71 vincenti e soltanto 36 errori gratuiti.
Il primo parziale, come detto, ha allungato questa partita perché Pavlyuchenkova non ha concretizzato un margine di 5-2 e servizio. Nel momento cruciale ha scelto probabilmente la tattica peggiore: chiamare Kerber alla rincorsa di una palla corta, cosa che la tedesca fa sempre alla grande. L’ha messa in palla, si è fatta raggiungere, e la numero 17 del seeding ha poi prevalso incredibilmente 7-5. Nonostante questo, e qui è forse il grande merito di Pavlyuchenkova. Non ha mai smesso di crederci, rimanendo avanti nel punteggio nel secondo parziale e prendendosi il meritato terzo set con un nuovo tie-break. Alla fine è volata sul 4-0, e malgrado un tentativo di rientro della tedesca è comunque riuscita a chiudere e a riportarsi tra le migliori 8. È ancora a caccia della prima semifinale Slam della carriera, ma servirà una sorta di impresa contro la Muguruza attuale.
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