US Open: Nadal non si batte, Federer ora è a un passo

Nadal conquista per la quarta volta lo US Open, al termine di una splendida battaglia contro Daniil Medvedev, che è già un campione vero: il futuro è suo, ma il presente parla ancora spagnolo.

[2] R. Nadal b. [5] D. Medvedev 7-5 6-3 5-7 4-6 6-4

C’era la speranza di vedere una partita combattuta anche se in pochi pensavano che Medevedev potesse davvero sovvertire il pronostico e i primi tre game sembravano poter appunto offrire qualche emozione. Medvedev riusciva infatti rapidamente a strappare il servizio a Nadal ma il controbreak immediato dello spagnolo, nonostante due drittoni tirati lunghi, sembrava un avvertimento per tutti quanti: la partita non sarebbe durata troppo. Non avrà ragione, perché il russo è giocatore vero, che prima di perdere avrebbe portato lo spagnolo a superare le quattro ore di gioco.

Rafa ha mostrato la solita sagacia tattica, cominciando ad offrire palle senza peso al rovescio ballerino del russo, non disdegnando i topponi che tanta fortuna in passato gli hanno portato, e pazienza pere gli esteti. A questo lo spagnolo ha agigunto uan condizione fisica davvero invidiabile per un 33enne se si considerano i recuperi su dritti spaventosi tirati dal russo. Sembrava quasi una versione del rafa 2008-09, ed era tutto sommato bravo Medvedev a provare almeno a restare in partita provando drop shot e sortite a rete un po’ goffe ma a volte efficaci. Ma appunto la partita non era certo in bilico, si attendeva solo il break di Nadal, che giungeva puntuale al dodicesimo game, giusto per evitare le insidie di un tiebreak, visto forse i rischi corsi con Berrettini. Medvedev si è procurato una palla break all’inizio del secondo set ma era abbastanza evidente che i problemi per il russo non erano certo finiti. Nadal l’annullava e poi picchiava duro in risposta, andava male al quarto game, nonostante 4 palle break, ma al turno successivo lo spagnolo piazzava il break che sostanzialmente lo mandava avanti per due set a zero. Rafa rifiatava in apertura di terzo set, concedendo finalmente un paio di game semplici al russo, ma al quinto prendeva il vantaggio che sembrava decisivo, un po’ grazie al nervosismo del russo, che sparacchiava un paio di dritti senza senso, molto per una straordinaria capacità di variazione sulla palla break. Rafa forse si rilassava, magari credendo di aver chiuso la questione e concedeva il controbreak grazie a due errori abbastanza inusuali, uno pure grossolano, con la volée alta di dritto colpita malissimo e rimetteva in corse Medvedev.  Era bravo il russo ad aggrapparsi alla partita, e soprattutto a salvare due palle break al nono game, la seconda grazie ad uno smash affondato in rete da Nadal. Ma era sul finire del set che Medvedev mostrava a tutto il mondo del tennis che il next gen che aspettavano era arrivato. Il russo sfidava Nadal proprio sul ritmo e sulla resistenza e chidueva il set con un terribile 8-1 giocato come forse neanche Djokovic aveva giocato contro Rafa, sfidandolo a sfondarlo, se ci riusciva. Incredibilmente era Nadal a chiudere boccheggiando il set.
Il parziale successo dava naturalmente molta fiducia a Medvedev che cominciava il quarto set facendo gara di corsa, e procurandosi subito una palla break per scappare via. Il rovescio lo tradiva ancora una volta e poi era lui che doveva salvarsi al quinto game, cosa che gli riusciva grazie ad un paio di errori di Nadal, anche lui di rovescio. I due arrivavano al 4 pari con Nadal che sembrava aver ritrovato un po’ del gioco che gli aveva permesso di portarsi avanti due set a zero e sembrava fosse Medvedev ad avere più problemi al servizio. Ma in dirittura d’arrivo il russo accelerava ancora, prima teneva il servizio a zero e poi allungava la partita al quinto set grazie ad una straordinaria risposta. Di rovescio, chi l’avrebbe mai detto?
Si arrivava al quinto set con Medvedev che non aveva mai vinto una partita delle quattro precedentemente disputate e con Nadal che rischiava subito di andar sotto al secondo game. Lo spagnolo si salvava, nonostante anche un “Time Violation” che lo costringeva a servire una seconda sulla terza palla break, tutte giocate piuttosto male dal russo.  A differenza di Medvedev Nadal coglieva l’occasione nel quinto game, grazie anche ad un’incertezza sotto rete di Medvedv e tornava di nuovo avanti di un break. Medvedev crollava più psicologicamente che fisicamente e regalava il doppio break con uno smash che finiva in tribuna. C’era ancor ail tempo di un’emozione, perché Rafa andava a servire per il match e non riusciva a chiudere, anche per un’altra Time Violation chiamata sulla palla break, con relativa seconda lunga. Nel successivo turno di servizio di Medvedev Rafa si procurava due match point, ma entrambe le volte non riusciva a ripondere al servizio del russo. Era il decimo game quello incaricato di decidere un match infinito, che Rafa concludeva, dopo 4 ore e 51 minuti di una grande partita, con una prima che Medvedev non controllava, non prima di aver dovuto annullare ancora una palla break.

Quarta vittoria a Flushing Meadows per Rafa e quello che più conta diciannovesimo slam, uno solo meno di Federer. Parigi 2020 non è troppo lontana.

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