Fed Cup, semifinali in assoluto equilibrio: 1-1 tra Australia-Bielorussia e Francia-Romania

Atmosfera elettrica a Brisbane dove le padrone di casa cercano la prima finale dal 1993. Ashleigh Barty si è dimostrata una grande ancora a cui aggrapparsi, per le australiane, battendo Victoria Azarenka. Più sofferta la vittoria di Aryna Sabalenka. Domani si partirà da 0.

Australia vs Bielorussia 1-1 (Brisbane, cemento)

[BEL] A. Sabalenka b. [AUS] S. Stosur 7-5 5-7 6-3
[AUS] A. Barty b. [BEL] V. Azarenka 7-6(2) 6-3

A giudicare dalla reazione del pubblico australiano dopo il punto dell’1-1 conquistato da Ashleigh Barty, se domani l’Australia dovesse riuscire a chiudere la pratica contro la Bielorussia il boato potrebbe far vibrare a lungo tutto lo stadio. Già Sam Stosur, pur sconfitta contro Aryna Sabalenka, tra le prime cose in conferenza stampa ha raccontato quasi stupita che non ricorda di aver mai giocato in casa in un’atmosfera così carica di elettricità, fattore che ha avuto un’importanza non da poco nella lunga battaglia persa soltanto 7-5 5-7 6-3.

Una Stosur ormai considerata sul viale del tramonto, ma che oggi ha dato enormi grattacapi alla numero 10 del mondo sfruttando a dovere lo slice di rovescio e un’avversaria che per due set ha faticato tanto al servizio. “Eppure brava lei” diceva Jelena Dokic in telecronaca, “perché ogni volta che è andata in difficoltà ha sempre reagito in maniera enorme”. I complimenti sono arrivati anche da Darren Cahill, via Twitter, che ha voluto elogiarne l’abilità mentale di cancellare un grave errore sul primo match point avuto, sul 5-2 in risposta nel terzo set, per poi andare a servire e cancellare tutto.

I 13 doppi falli nei primi due set, forse condizionati anche da un clima diverso rispetto ai giorni di allenamento dove si era sempre provato il campo col tetto aperto mentre oggi su Brisbane si è scatenato un acquazzone. In ogni caso il rendimento, sotto questo aspetto, rimaneva comunque insufficiente e Sabalenka si è trovata a battagliare alla pari contro Stosur, a tratti esaltandosi e a tratti avendo momenti più complicati. Bravissima, però, nel ribaltare le sorti del primo set dove si è trovata indietro 4-5 con Stosur al servizio e da lì ha vinto 3 game tutti ai vantaggi: il primo da 8 punti giocati, il secondo da 16 e il terzo da 14. Uno scatto in avanti che ha avuto il peso specifico alla fine del match, perché ancora una volta Stosur riusciva a salire avanti nel secondo parziale e a essere quella più vicina alla conquista del set, trovando lo spunto per il 7-5 spezzando una serie di 7 break consecutivi.

Nel terzo set c’è stata molta più linearità al servizio, ma Sabalenka nel quarto gioco ha trovato il break mantenuto fino alla fine. A braccia alzate, piuttosto provata dopo due ore e cinquanta non spettacolari ma dannatamente tirate, ha fatto il suo: era il punto che la Bielorussia, oggi, non poteva assolutamente perdere vista l’Asheligh Barty attuale.

Domani le europee potranno giocarsela, ma Sabalenka sembra chiamata all’impresa perché la numero 1 locale è nel miglior momento della carriera. Quattro vittorie su quattro incontri disputati nel 2019 in Fed Cup tra singolare e doppio, con la consapevolezza che dalla sua racchetta passano praticamente tutte le chance dell’Australia di centrare la prima finale dal 1993. Barty, appena entrata in top-10, ha battuto Azarenka 7-6(2) 6-3 dopo poco meno di due ore in una sfida anche qui molto vicina nel punteggio anche se la beniamina del pubblico locale (lei che oltretutto è nata a 30 minuti di macchina dalla Pat Rafter Arena) è apparsa giocare a livelli altissimi di concentrazione e concretezza, soprattutto nel secondo parziale. Nel momento in cui ha dato un taglio agli errori gratuiti, riprendendosi il break per il 3-3 nel primo set con uno straordinario slice di rovescio lungolinea fintato, “Ash” ha alzato notevolmente i ritmi al servizio cominciando a martellare soprattutto nella zona centrale dell’area del servizio.

Azarenka, al primo singolare in Fed Cup disputato dopo 4 anni, era in difficoltà nel trovare punti facili, ma riusciva a tenersi a galla fino a provare uno scatto sul 5-5. Giocando una prima parte di quel game in risposta colpendo quasi solo in controbalzo per gestire la profondità di Barty, era riuscita a portarsi fino allo 0-40. Eppure Ashleigh è risalita immediatamente, continuando poi con la tattica di gioco assunta ormai da una decina di minuti, cercando il dritto della bielorussa con un colpo molto carico di spin per non farla entrare in campo e non darle palle comode.

Azarenka, comunque, ha avuto una mezza chance: c’è stato un momento in cui la sua avversaria era tornata a commettere qualche errore di troppo, e lei con un parziale di 6 punti a 2 dal dodicesimo game si era portata avanti fino al 2-0 nel tie-break. Da lì però Barty si è ritrovata con uno slice di rovescio radente in lungolinea e ritrovando grande efficacia al servizio. Un doppio fallo della bielorussa, sul 2-3, spezzava definitivamente l’equilibrio a favore della numero 9 del mondo.

Nel secondo set il break decisivo è arrivato nel terzo game. Barty era cresciuta ancor di più mentre Azarenka affannava, ma grazie a un carattere mai domo era rimasta in scia finché ha potuto, quando cioè sul 3-5 ha subito il secondo break del suo parziale. Si è trovata costretta a numeri anche di questo livello

ma alla fine Barty ha trovato il punto che è valso l’1-1 tra la sua Australia e la Bielorussia. Domani si partirà da zero: tre partite, chi ne vince due è in finale e potrà giocarsi l’ultimo atto in casa. Infatti, chiunque vinca questa sfida è già certo che sia contro Francia che contro Romania potrà avere il fattore campo a favore.

Francia vs Romania 1-1 (Rouen, terra indoor)

[ROU] S. Halep b. [FRA] K. Mladenovic 6-3 6-1
[FRA] C. Garcia b. [ROU] M. Buzarnescu 6-3 6-3

1-1 al termine della prima giornata anche tra Francia e Romania, anche se a differenza di Brisbane c’è stato molto meno equilibrio in entrambe le sfide. Da segnalare, se non altro, la grande prova di Simona Halep che ha cominciato con un perentorio 6-3 6-1 la sua stagione sul rosso, punto dove avrà da difendere gran parte del suo attuale ranking ma dove negli ultimi anni è sempre stata parecchio costante.

Nel 6-3 6-1 con cui si è imposta ai danni di Kristina Mladenovic c’è stata anche la sensazione potesse infliggere alla francese un punteggio ancor più netto visto che nei primi due turni di risposta è stata avanti 0-40 e non è mai riuscita a prendere il vantaggio. Dal 2-2 Mladenovic ha tenuto il servizio solo in una circostanza, “colpa” di una rumena che è riuscita a mettere le marce alte e a partire in fuga, dando sfoggio di tutte le proprie qualità tra attacco e contenimento, facendo diventare matta un’avversaria che non le stava dietro sotto quasi tutti gli aspetti. Un punto, questo, che per i francesi non faceva molta differenza. L’importante per loro era che Caroline Garcia non mancasse la propria chance contro Mihaela Buzarnescu.

Il 6-3 6-3 con cui la numero 1 transalpina si è liberata della rivale propone due cose: Francia e Romania, come previsto, vanno avanti a braccetto, e domani pur con una sconfitta nel terzo singolare nulla sarà veramente segnato. Mladenovic, infatti, ha le possibilità di battere la numero 2 rumena nel quarto match e poi, a quel punto, ci potrà essere spazio per un nuovo doppio dai cuori forti. Come avvenne in Repubblica Ceca, quando Monica Niculescu e Irina Camelia Begu batterono Katerina Siniakova e Barbora Krejcikova. E a quel punto vedremo, Julien Bennetteau, cosa deciderà di fare, con l’opzione di riproporre Mladenovic e Garcia assieme per la prima volta dalla nascita dei loro problemi.  Qualunque altra scelta, per loro, li porrebbe in una situazione di svantaggio.

Discorsi, al momento valgono zero. Domani la partita sarà tutta da giocare, ma la Romania con questa Halep e un doppio già pronto può provare a sognare. 51-49, forse 52-48, in favore delle ospiti, non di più.

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