Fed Cup, semifinali: Australia e Francia da batticuore. Sono loro le finaliste

3 su 3 contro gli USA al primo turno, altrettanti contro la Bielorussia in semifinale. Ashleigh Barty ha preso per mano l'Australia riportandola in finale di Fed Cup dopo 26 anni. Protagonista anche Sam Stosur nel doppio decisivo contro Aryna Sabalenka e Victoria Azarenka.

Australia vs Bielorussia 3-2 (Brisbane, cemento outdoor)

[AUS] A. Barty b. [BEL] A. Sabalenka 6-2 6-2
[BEL] V. Azarenka b. [AUS] S. Stosur 6-1 6-1
[AUS] A. Barty/S. Stosur b. [BEL] V. Azarenka/A. Sabalenka 7-5 3-6 6-2

Laggiù, nella terra dei canguri, aspettavano questo momento dal 1993. L’Australia, squadra nobile del passato che aveva stentato, da allora, a riproporsi con la stessa veemenza nelle fasi finali della coppa per nazioni più importante del tennis femminile, ma dopo 26 anni il digiuno è terminato.

Il volto immagine di questo storico traguardo è, come a rendere il tutto ancor più speciale, una ragazza dal sangue aborigeno, gli antenati e padroni di questa terra che forse più di ogni altra rappresenta, per noi italiani, il concetto di “esotico”, lontano da noi. Ashleigh Barty è in un momento magico, e dopo aver vinto tutti i match in cui è scesa in campo contro gli Stati Uniti al primo turno si è ripetuta nella semifinale contro la Bielorussia, arresasi soltanto al doppio decisivo ma condannata in tutto l’arco del weekend da una giocatrice tra le migliori in assoluto in questo inizio di 2019.

Lei, nativa di Ipswich, a 30 minuti di macchina dall’impianto sportivo della Pat Rafter Arena, ha portato in delirio le 8000 persone presenti sugli spalti, impazzite fin dalla giornata di ieri e a cui bastava veramente poco per scaldarsi. In un clima veramente speciale, la giornata era cominciata col netto 6-2 6-2 proprio di Barty ai danni di Aryna Sabalenka. Ieri la numero 9 del mondo raccontava di come al momento gli H2H contro la rivale non le fossero così favorevoli, ma se prima le due si erano affrontate quando era Sabalenka a vivere un momento di forma strepitoso, adesso questo vantaggio era dalla sua e a influire ancor di più sul punteggio finale è stata la fatica probabilmente più a livello mentale piuttosto che fisica della sua avversaria, che è stata fin dall’inizio più lenta alle volte anche di un passo abbondante. Con un equilibrio che non si è mai veramente creato, Barty ha avuto vita facile nel condurre a casa il punto del 2-1.

Le tre ore del primo singolare di ieri, però, si sono fatte sentire anche in Sam Stosur, spazzata via in un’oretta scarsa da Victoria Azarenka. Dopo 5 ore di gioco, di ieri, oggi in meno di 3 si erano già completati i singolari.

A quel punto, se da una parte sembrava scontata la scelta di Barty e Stosur per il doppio, dall’altra ha lasciato un po’ sorpresi trovare, ancora, Sabalenka e Azarenka. È vero che Aryna ha appena completato il Sunshine Doubles, ma non ha un’esperienza positiva nei doppi in Fed Cup e in situazioni del genere, col punteggio sul 2-2, serviva forse l’apporto di Lidziya Marozava, lei sì doppista vera. Eppure, Sabalenka e Azarenka hanno tenuto testa egregiamente per due set e mezzo alle più quotate rivali, rischiando quasi di far saltare il banco nel primo set quando per due volte hanno rimontato un break di ritardo e si sono trovate avanti 5-4 (con al servizio, però, le australiane). Il problema, per loro, è che Barty era una sentenza e Stosur a rete è tutt’altro che sul viale del tramonto: lei nasce doppista, e solo dopo aver vinto svariati titoli di prestigio, oltre a essere diventata numero 1 del mondo, si è concentrata sul singolare. Grazie alla ottima sinergia del duo locale, qualche buona giocata di riflesso a rete, sul 5-5 è arrivato il break che ha spezzato definitivamente la prima frazione.

Nel secondo parziale Azarenka e Sabalenka hanno retto fino al 3-3, quando dopo aver salvato 3 chance di break si sono imposte loro in risposta e hanno poi portato a termine la frazione rimontando da 0-30. Nel set decisivo, sul 2-1 c’è stato l’allungo delle australiane, giunte poi al successo per 7-5 6-3 2-6.

Comunque vada la semifinale tra Francia e Romania, Barty e compagne avranno la chance di vincere la Fed Cup tra le mura amiche a novembre in quella che potrebbe essere l’ultima edizione con questo format prima della possibile rivoluzione in stile Coppa Davis.

Francia vs Romania 3-2 (Rouen, terra indoor)

[ROU] S. Halep b. [FRA] C. Garcia 6-7(4) 6-3 6-4
[FRA] P. Parmentier b. [ROU] I. C. Begu 6-3 6-7(3) 6-2
[FRA] K. Mladenovic/C. Garcia b. [ROU] S. Halep/M. Niculescu 5-7 6-3 6-4

Magnifica semifinale di Fed Cup tra Francia e Romania, in una delle sfide più belle che la Fed Cup abbia regalato negli ultimi anni. Dopo la giornata non memorabile di ieri, le due nazionali hanno tirato fuori dal cilindro una prestazione monumentale, sia per le vincitrici che per le sconfitte, rimanendo in campo 9 ore per tre partite di grandissima tensione agonistica.

Se le tre ore che hanno visto Simona Halep trionfare contro Caroline Garcia, nella prima sfida, sembravano indirizzare la fortuna dalla parte delle giocatrici ospiti, la reazione di squadra delle ragazze di Julien Benneteau è stata superlativa perché prima Pauline Parmentier (applausi, qui, all’idea dell’ex giocatore ATP che ha scelto di lasciare in panchina Kristina Mladenovic e Alize Cornet in favore della potenziale quarta scelta che ha battuto Irina Camelia Begu in tre set) e poi la ritrovata coppia Kristina Mladenovic/Caroline Garcia hanno conquistato 2 dei 3 punti che hanno dato una nuova finale alle transalpine dopo quella che ancora brucia del 2016.

Nulla da dire, in termini negativi, a una Romania che si è battuta fino all’ultimo punto per arrivare a quella finale storica, mai ottenuta prima, e che stavolta è sfumata di un nulla. Il capitano rumeno, visto l’infortunio di Begu alla fine del quarto singolare, ha dovuto mandare in campo proprio Halep che dopo aver battuto Garcia diceva di sperare di non dover scendere ancora in campo vista la fatica fisica e qualche acciacco per una caduta su un’anca. Alla fine però la numero 2 di singolare ha fatto la sua parte combattendo come una leonessa con accanto l’ottima Monica Niculescu. Difficile, davvero, trovare veri errori del duo ospite in un match durato quasi 3 ore. Forse, almeno per i rumeni, fa ancor più male questa sconfitta, ma rivedendo le immagini di quello che sono stati gli ultimi game le emozioni salgono tutt’ora e non resta che complimentarsi con chi ha avuto quel pizzico in più di sorte positiva dalla propria.

Sarà dunque la Francia a volare in Australia a inizio novembre, appena dopo il termine della stagione WTA. C’è una Fed Cup da conquistare, la prima dal 2003.

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