K. Nishikori b. R. Federer 7-6(4) 6-3
Con un po’ troppo superficialità si è pensato che il girone di Federer fosse più semplice di quello di Djokovic e addirittura che Nishikori potesse essere l’anello debole di questo gruppo. La prima giornata si è subito incaricata di smentire queste ingenue considerazioni, ricordando che il tennis di questi anni ha pochissime cose di scontate, e tra queste non è prevista la facile vittoria di Federer. Lo svizzero, in altri tempi, questa partita l’avrebbe stravinta, visto che Nishikori è parso lontano dalla sua migliore versione, ma i pasticci che ha combinato Federer, soprattutto sulla seconda di servizio dell’avversario, hanno permesso a Nishikori di non pagare dazio per una giornata non troppo brillante. Federer nel primo set ha almeno tenuto il servizio senza problemi ed è sembrato più volte sul punto di brekkare il rivale. Poi però si guardava il tabellino e ci si accorgeva che se Nishikori era arrivato una sola volta a 30, Federer ci arrivava con una certa regolarità ma più in là non andava, tranne che nel quarto game. Nel tiebreak il patatrac, soprattutto con il punto del primo minibreak, quello del 3-1, ma anche lo scambio prima Federer lo aveva buttato al vento con un dritto senza senso sparato a metà della rete in una posizione comodissima. A questo punto Nishikori si è ricordato che è pur sempre uno che potrebbe stare agevolemnte nella top5 e ha chiuso il set per 7-4. Sembrava che Federer si fosse svegliato quando all’inizio del secondo set brekkava Nishikori ma era una pia illusione. Lo svizzero perdeva subito il vantaggio, buttava ancora il terzo game al vento e poi dava persino l’impressione di crollare fisicamente. Tant’è che oltre al break decisivo del sesto game, Nishikori non faticava più a tenere il servizio e chiudeva al secondo match point sul 6-3.
Partita bruttina e prestazione molto sconcertante di Federer, che ovviamente non può che far venire in mente le varie considerazioni che si sono fatte negli ultimi mesi. Ma inutile cercare di capirci qualcosa di più, contro Thiem sapremo molto, forse persino come sarà il 2019 del fuoriclasse svizzero.
Nel pomeriggio Anderson aveva battuto Thiem in una partita che si era accesa nel finale, grazie ad uno splendido tiebreak, risolto dal sudafricano grazie ad uno splendido dritto in corsa, che dimostra ulteriormente i progressi di Kevin dal fondo. Contro Nishikori giocherà per la terza volta in meno di un mese e il bilancio è alla pari: vittoria a Vienna, in una finale “500” e sconfitta a Bercy, nell’ottavo di un “1000”: Chissà adesso. Per Thiem e Federer invece una sorta di spareggio. Difficilmente chi perderà avrà un’altra occasione.
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