Torneo di Montecarlo in chiaro scuro per i nostri tennisti: oddio, fino a qualche anno fa, avremmo fatto caroselli per un italiano in semifinale in un masters 1000.In questa nuova epoca per il tennis nostrano, con un Sinner sempre più avviato alla vetta del ranking, ci siamo abituati fin troppo bene e ci si aspetta una vittoria ogni settimana: Jannik comunque non […]
04 Set 2018 10:55 - US Open
Us Open, Federer non c’è più: Millman lo batte in 4 set
Lo svizzero va avanti di un set ma poi crolla, mentalmente soprattutto, di fronte le prime difficoltà, proprio come era successo a Wimbledon
di Giovanni Putaro
Millman b. Federer 3-6 7-5 7-6 7-6
Nole chiama, nessuno risponde. Lo scenario peggiore, che neanche si poteva immaginare alla vigilia diventa realtà e Roger Federer saluta incredibilmente gli US Open, sconfitto da John Millman in quattro set, al termine di una partita dall’andamento irreale, che ha messo in mostra tutti i limiti mentali del 37enne di fronte ad una difficoltà, di nuovo.
Come a Wimbledon contro Anderson, come spesso nelle situazioni di questo genere, nelle giornate che si fa anche fatica a chiamare storte, perché si era partiti bene. Pronti via, subito break in favore dell’elvetico, che saggiamente e minuziosamente poi gestisce i suoi turni, non concedendo nessuna possibilità di eventuale rientro. Il punto sostanziale è che Millman di base non ha i colpi per impensierire Roger, al quale il più delle volte è bastato variare e rimandare la palla di là per fare punto e condurre. Fortunatamente per l’australiano, però, il suo collega è pronto a dargli una mano.
Non subito naturalmente, prima c’è il tempo di vincere un labirintico secondo gioco, ad inizio seconda frazione e centrare il break che lo fa salire 4-2, facendo spegnere più di un paio di televisori a chi credeva che ormai il tutto fosse indirizzato. Ecco, ora è il momento delle prima flessione mentale, che rimette in corsa Millman, ma non solo, gli fa vincere anche il set, con un parziale, da quel famoso 4-2, di cinque giochi a uno in suo favore, non sfruttando due set point, per giunta. Se pensare che il peggio sia questo, non avete visto, o letto, ancora niente. Federer continua molto sottotono, sbagliando l’impossibile, ma riuscendo a trascinarsi fino al tie-break del terzo. Ancora una volta si prende il minibreak, va 3-1, poi il nulla. Si fa riprendere da quel ragazzo dall’altra parte della rete a cui rimane dentro tutto, è vero, ma con qualche gratuito in meno probabilmente sarebbe stato domato. Ma, inutile piangere sul latte versato, ora servirebbe una rimonta. Il tanto atteso e sperato break di metà quarto set la lascia sperare, ma, sulla palla game del 5-2, l’elvetico combina un disastro, sbagliando uno smash elementare e venendo ripreso…ancora e ancora.
Sempre la stessa solfa per un incontro che Federer ha voluto perdere, perché lo perderà in un tie-break in cui sarà spettatore non pagante, in tutti i modi, non sfruttando set point, innervosendosi, irrigidendosi, facendo una valanga di gratuiti e spegnendosi mentalmente. C’è veramente poco da dire, in uno US Open in cui tutti i big non stavano eccellendo nel gioco, a maggior ragione questo discorso valeva per Federer, che, per carità, può perdere, non stiamo a sindacare questo. Ma ci sono modi e modi e questo, che è solo l’ultimo di una lunga lista, è incomprensibile, inaccettabile se vogliamo. Inaccettabile da appassionati, da tifosi e non. Inutile fare i soliti discorsi sulla caduta degli dei, che ritornano in ogni occasione di questo tipo, qui abbiamo di fronte solo e semplicemente un uomo. Un uomo che ci ha fatto sognare, piangere, sperare, ma che, come tutti gli uomini, deve fare i conti con i suoi blocchi, le sue “paure”…che se non sconfitte, portano ad una sconfitta. E dopo Wimbledon il boccone fatica sempre più a scendere.