A. De Minaur b. [29] M. Cecchinato 6-4 6-7(6) 7-6(5) 6-4 (eddi)
Tra il bois du Boulogne e Southfields ci saranno al massimo due ore di strada con le diavolerie moderne. Ma per Marco Cecchinato deve essere sembrato lo stesso viaggio di Marco Polo, ma purtroppo per lui all’arrivo ha trovato l’erba, invece di sete e gioielli da riportare a casa. E quindi il suo viaggio è finito prima ancora di cominciare, al cospetto di uno che quest’anno di partite sull’erba ne aveva già giocate tredici, perdendone soltanto due. Un motivo ci doveva pur essere, anche se al dire il vero per il giovane australiano era appena la quinta partita su questa superficie, come per Cecchinato. Come che sia, alla fine il numero 80 è stato molto più a suo agio del numero 29 e chissà se il merito non sia da ricercare sulle origini australiane del giovane, ha compiuto 19 anni a febbraio, Alex De Minaur. È stata una classica partita a erba, con l’unico break del nono game a decidere il primo set e col gioco ben acorato al servizio, almeno fino a metà del terzo set, quando i due hanno improvvisamente perso il timing sulla battuta. Sono così cominciati ad arrivare break e palle break, al termine delle quali il risultato rimaneva in perfetto equilibrio ed era il secondo tiebreak di giornata a consegnare il terzo set, e in fondo la partita, a De Minaur. Un vero peccato, perché Cecchinato era andato a servire nel tiebreak sul 5-4 ma invece di chiudere è incappato in una serie di tre punti di fila dell’avversario, che sullo slancio, e sullo scoramento del palermitano, è andato avanti di un break nel quarto. È già stato bravo Cecchinato a recuperarlo quel break, ma forse si rilassava e in un attimo era già 0-40 sul proprio servizio. Bravo a recuperare e a salvare altre 4 palle break, ma alla fine ha ceduto e stavolta il giovane australiano non ha fatto più errori, vincendo gli ultimi tre game al servizio a zero Purtroppo l’ultimo era quello definitivo.
[19] F. Fognini b. T. Daniel 3-6 6-3 6-3 6-3 (da Wimbledon Rossana Capobianco)
La giornata ventosa a SW19 non aiuta un inizio ordinato, preciso; figurarsi poi se a giocare è Fabio Fognini, che di ordinato e preciso ha solo i colpi al loro meglio. “Fognini può giocare bene su tutte le superfici” sarà il commento di Simone Bolelli, al termine del suo vittorioso match contro Pablo Cuevas, in conferenza stampa, augurandosi che l’amico Fabio riuscisse a completare la rimonta contro Taro Daniel sul campo 18.
Fognini inizia con troppi errori, servendo male ma nonostante tutto è lui a fare gioco: il giapponese si “limita” alla solidità che paga fino a quando l’azzurro non inquadra bene rimbalzi, condizioni, registra i colpi e inizia ad essere ancora più aggressivo.
L’equilibrio si spezza sul finire del secondo set, quando Fabio cambia marcia: un Fognini oggi “capriccioso” solo verso la fine con l’arbitro per qualche chiamata infelice ma in generale impegnato a trovare il meglio da se stesso, anche quando non riesce a essere completamente lì con la testa, anche quando si fa distrarre da alcuni banali errori o qualche rilassatezza di troppo. La differenza tra i due però c’è e si vede.
E sarà dunque ora un confronto, tra Fognini e Bolelli, inedito su questa superficie. Inedito anche negli ultimi otto anni -l’ultimo confronto risale al 2010 a Napoli- tra due che insieme hanno vinto uno Slam in doppio in Australia, per il quale tutti ricordiamo “Chicco, abbiamo vinto uno Slam!” di Fognini durante il discorso dopo la premiazione.
Bolelli ammette: “Se c’è comunque una superficie sulla quale vorrei affrontare Fabio è l’erba, che mi aiuta più per il mio gioco, per essere più aggressivo e accorciare gli scambi”.
Ma sarà una battaglia che comunque porterà un italiano al terzo turno a Wimbledon.
M.Berrettini b [18] J. Sock 6-7 6-7 6-4 7-5 6-2 (Giancarlo Di Leva)
Matteo Berrettini, grande speranza del tennis italiano , entrato da 6 settimane tra i top 100 e attualmente numero 81 in classifica, cercava alla prima partecipazione ai Championships londinesi, la prima vittoria nel main draw di un torneo sull’erba, dopo i primi due tentativi delle scorse settimane ad Halle e ad Eastbourne in cui si è dovuto inchinare ai più esperti Seppi e Ferrer. Il tennista romano , il solo tra i nove azzurri entrati in tabellone ad essere sorteggiato contro una testa di serie , ha dovuto incrociare la racchetta con l’americano Sock , numero 18 del seeding,ma quest’anno finora decisamente sotto tono (5 vittorie e 12 sconfitte) dopo l’esplosivo finale dello scorso anno,coinciso con la clamorosa vittoria al Master 1000 di Parigi Bercy che lo proiettò inaspettatamente al nono posto del ranking consentendogli la partecipazione alle Atp Finals dove giunse in semifinale dopo aver battuto sia Cilic che Alexander Zverev.
Berrettini ha centrato il suo obiettivo minimale, recuperando uno svantaggio iniziale di 2 set e conquistando una vittoria storica giacchè al termine della giornata è stato il sesto italiano ad accedere al secondo turno dello Slam londinese, la qual cosa non ha precedenti per il nostro tennis sia maschile che femminile.
Il match ha avuto tre fasi. La prima durata due set nei quali Berrettini di fronte ad un giocatore dal rendimento molto discontinuo come avviene da alcuni mesi ,si è creato le occasioni ,specie nel primo set per portarsi in vantaggio ma non è stato sufficientemente cinico nei momenti decisivi . Al servizio sul 5-4 e avanti 5-3 nel tie break del primo set , gli è mancata la convinzione e quel po’ di spavalderia che avrebbero messo sotto pressione l’americano.che viceversa uscito vincente dal primo parziale, si è maggiormente focalizzato sul match nel secondo parziale dall’andamento regolare fino al tie break decisivo giocato in modo impeccabile dall’americano che ha chiuso al decimo punto.
Il momento chiave del match si è registrato nel primo game del terzo parziale durato oltre 13 minuti in cui Berrettini, alla quarta occasione ha ottenuto il break risultato poi decisivo .prendendo da quel momento il comando delle operazioni con molta più personalità in un crescendo progressivo .Ha cominciato anche ad accorciare gli scambi ma soprattutto ha migliorato il proprio rendimento negli scambi prolungati; 6-4 il risultato del terzo parziale sulla cui falsariga si è continuato nel quarto in cui nessun game è giunto ai vantaggi ma con gli ultimi due games sul 5 pari, giocati magistralmente da l nostro tennista che non ha lasciato all’avversario neanche un punto.
La partita è finita lì per sopraggiunti problemi fisici che hanno compromesso la mobilità di Sock rimasto comunque in campo fino alla fine .
Al di là del risultato in sé , è stata per Berrettini un esperienza preziosissima . Sock, numero 15 del ranking rappresenta lo scalpo più prestigioso fin qui raccolto , nel primo incontro deciso al quinto set recuperando peraltro due set di svantaggio. E’ un iniezione di fiducia utilissima che conferma la qualità del lavoro che il giocatore sta portando avanti con i coach Santopadre e Rianna.
Il prossimo avversario di Berrettini sarà l’esperto Simon che ha agevolmente superato il georgiano Basilashvili.
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