Una ha la faccia matura ed esperiente, umile, sempre pronta al sacrificio. È lì pronta ad entrare sul Centrale di Wimbledon, non è certo la prima volta, eppure ha quel sorriso concentrato di chi sa che oggi dovrà lavorare duramente per fermare le bordate dell’avversaria; l’altra, l’avversaria, è lì con quella faccia un po’ così, sempre in bilico tra chi ride di se stessa e degli altri e di chi non si piace e fa i capricci.
In quegli sguardi, tutta la differenza tra Jelena Ostapenko e Angelique Kerber, personalità e tenniste su rette parallele che non si incontreranno mai, se non in campo, in un confronto di stili che potrebbe essere migliore se solo la lettone non fosse così impaziente e scontenta, oggi.
Jelena, per gli amici Alona, è un maschiaccio: malgrado le sue tante lezioni di Ballroom dancing, rimane terribilmente goffa nei movimenti e negli atteggiamenti, motivo per il quale un folto gruppo di appassionati la adora. Non teme confronti né ha soggezione delle avversarie, però, nonostante abbia vinto uno Slam, è ancora una “bambina” di 21 anni, che ha un tipo di gioco e difficilmente mette in mostra altro, sebbene non disdegni la lotta.
Ma Angelique, che ha scontato un anno in purgatorio dopo il Paradiso 2016, ha la sapienza tattica dalla sua, capacità di aprire gli angoli e una resistenza fisica troppo superiore a quella di Jelena. La partita dura meno di un set, ufficialmente due.
Con Fissette ha ritrovato voglia e convinzione, il gioco è cambiato poco ma per questi campi, oggi molto lenti ma sempre adatti ai mancini, basta e avanza.
Dopo la semifinale agli Australian Open persa dalla Halep, stavolta la Kerber ce la fa: lotterà per un altro Slam, quel Wimbledon sfuggito due anni fa a causa di una grande Serena Williams.
Serena che potrebbe ritrovarsi di fronte Domenica, 10 mesi dopo la gravidanza; sicuramente preferirebbe Julia Goerges, conterranea con la quale ha condiviso tanti momenti di Fed Cup e con la quale ha appena condiviso la gioia di aver portato, dopo il 1993 (Graf e Huber) due tedesche in Semifinale di uno Slam.
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