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30 Mag 2018 20:20 - Roland Garros
Roland Garros: Dimitrov rischia tanto, bene Djokovic, Zverev passa in cinque
Tante le partite al quinto in questa quarta giornata di Roland Garros. Zverev, Nishikori e Dimitrov sotto 2 set a 1 rimontano rispettivamente Lajovic, Paire e Donaldson, il bulgaro chiuderà per 10-8, nessun problema per Djokovic che supera in tre set Munar.
di Redazione
[4] G. Dimitrov b. J. Donaldson 6-7(2) 6-4 4-6 6-4 10-8 (Simone Milioti)
Non è sicuramente il Dimitrov dei giorni migliori questo che stiamo vedendo giocare in questo 2018, anche oggi una volta in più ha dimostrato di non essere al top né della forma né col gioco espresso. È mancato poco che uscisse sconfitto al secondo turno contro il numero 57 del mondo e sicuramente non uno specialista del rosso.
Già nel primo set il bulgaro si è ritrovato sotto un break per due volte, entrambe le volte è riuscito a metterci una pezza, ma giunto al tie-break l’americano ha allungato portando a casa il primo set. La battaglia è continuata e Donaldson, come invece ci si poteva attendere, non ha mai mollato la presa. Dimitrov ha pareggiato due volte il conto dei set e al quinto l’inerzia non è mai passata dalla sua parte.
Donaldson serviva anche per primo e la pressione sul numero 5 del mondo è stata alta, ma anche gestita molto bene. Poteva esserci la sorpresa quando Grisha sotto per 5-6 è andato sotto 0-30 sul proprio servizio. Ha tenuto quel servizio ha ottenuto il break per chiudere il match tenendo il servizio nove giochi a sette, ma Donaldson ha avuto un ultimo sussulto ottenendo il contro-break immediato e rimettendo, dopo più di 4 ore, il risultato in parità sull’8-8. Dimitrov ha mantenuto ancora una volta la calma, la testa forse è l’unica cosa che funziona al momento per il bulgaro, e ha ottenuto un secondo break e una seconda opportunità di chiudere il match con il servizio che non ha mancato.
[20] N. Djokovic b. [Q] J. Munar 7-6(1) 6-4 6-4 (Cristina Pozzolli)
Novak Djokovic passa al terzo turno senza brillare ma intanto mette nelle gambe, e nella testa, un’altra partita utile a ritrovare confidenza e buone sensazioni. E se la prima sembra ancora altalenante, le seconde iniziano a vedersi. Jaume Munar gioca una partita generosissima con un atteggiamento estremamente positivo dall’inizio alla fine ma il divario tra i due è troppo grande per poter ottenere qualcosa di più.
Come nel match d’esordio contro Dutra Silva anche oggi Nole difetta in continuità sotto il punto di vista della concentrazione e, di conseguenza, del gioco. Munar spinge da fondo, è caparbio nel difendersi utilizzando anche, con ottima sensibilità, la palla corta ma è molto lontano dal livello di gioco del serbo che, pur esprimendosi a ondate, è ben centrato quando si trova ad affrontare i momenti cruciali del match. Dopo la consueta partenza lenta, che gli costa il servizio nel game d’apertura, Nole si mette subito in bolla e infila quattro giochi consecutivi. Il parziale sembra sotto il suo totale controllo e si prevede un agile 6-3 ma proprio quando si appresta a servire per chiudere, arriva il momentaneo black out. Munar conquista il primo punto dopo uno scambio durissimo e Nole gli regala gli altri due con un rovescio lungo e un doppio fallo, poi è straordinario sulle prime due palle break ma cede alla terza con un altro errore di rovescio. Si arriva al tie break durante il quale il serbo è un killer al servizio, un maestro in risposta e chiude 7-1.
Nel secondo set l’andamento è più o meno uguale. Nole si addormenta, subisce il break nel terzo game e poi si sveglia recuperandolo subito. Munar non regala niente, firma anche punti incredibili ma nei momenti in cui Nole sta attento il punto è sempre suo e nel nono game decide di passare, lo fa a quindici e poi non si distrae più e incamera il 6-4. Nel terzo set iniziano a dipingersi sporadici sorrisi sul viso del serbo (che si concede anche i consueti siparietti con il pubblico) e che segnalano una certa tranquillità. Il punteggio glielo permette e il break nel settimo game gli permette di portarsi in vantaggio e gestirlo fino alla fine.
[2] A. Zverev b. D. Lajovic 2-6 7-5 4-6 6-1 6-2 (Cristina Pozzolli)
Nel primo set Sascha è attanagliato dalla sindrome Slam. Con tutto il rispetto il serbo, anche in versione deluxe come oggi, non dovrebbe creargli grossi problemi, a meno che non ci metta abbondantemente del suo. E all’inizio succede proprio questo. Zverev parte malissimo, cede il servizio nel game d’apertura e, nonostante ci sia tutto il tempo per recuperare, l’atteggiamento non promette nulla di buono. Lajovic invece non ha fantasmi a condizionarne il rendimento e si vede. Sa bene cosa deve fare e lo fa approfittando del fatto che Zverev stia metri lontano dalla riga di fondo. Lui invece sta vicino, anticipa e fa correre il tedesco che non fa male e sbaglia parecchio. Anche il servizio non funziona a dovere: la prima entra poco, con la seconda raccoglie pochi punti e il doppio break per il serbo arriva nel settimo game. Sascha si da una scossa e si procura ben tre occasioni per recuperarne uno ma le fallisce tutte e Lajovic chiude il primo set dopo poco più di mezz’ora.
Serve una reazione immediata da parte di Zverev che invece sembra aspettare gli errori di Lajovic piuttosto che tentare di fare qualcosa e così fallisce una palla break nel secondo game in confusione tattica totale. I colpi non vanno, punti diretti con la prima (con la seconda neanche per sbaglio) non ne arrivano e il tedesco, sempre più contratto, arretra ancora di più lasciando campo e gioco in mano al serbo e quindi anche il servizio. Sembra l’inizio della fine, racchetta disintegrata, warning e il baratro davanti. Ma Zverev non ci cade e se ne allontana con una reazione impressionante. Chiede molto al servizio e lo ottiene riuscendo ad essere più aggressivo. I suoi colpi iniziano ad acquistare profondità e ad avvicinarsi sempre di più alle righe. Lajovic non giostra più a suo piacimento e subisce l’aggancio nel sesto game. Zverev è in fiducia, sale di livello colpo dopo colpo e nel dodicesimo game strappa servizio e set al serbo.
Il terzo set è fondamentale per mettere seriamente le mani sul match e si lotta su ogni palla. Zverev compie un disastro nel terzo game cedendo il servizio con un doppio fallo ma subito dopo tira fuori il carattere e al termine di un gioco lunghissimo e alla quinta palla break rientra. Il servizio diventa sempre più decisivo, Zverev avverte il pericolo e nel settimo game l’incubo si materializza. La prima non entra e il break è servito. Lajovic questa volta conferma il vantaggio e chiude il set.
A quel punto l’inerzia è tutta dalla parte del serbo, lo stesso Zverev si trova in difficoltà perché a livello Slam non ha mai brillato e sotto per due set a uno potevano venirgli dei pensieri certamente non positivi. Fortunatamente la partita gira in suo favore dal quarto set in poi. Domina i restanti due parziali dimostrando che forse anche nei Major adesso è sicuro e pronto a dire la sua sino i fondo. I tre game che racimola negli ultimi due set giocati Lajovic sono definitivi, in tutti i sensi. Un po’ di spavento o forse una partita poco poco più combattuto per il tedesco che continua ad essere il favorito della parte bassa del tabellone.
J. Chardy b. [17] T. Berdych 7-6(5) 7-6(8) 1-6 5-7 6-2 (Simone Milioti)
Un incontro di primo turno, iniziato martedì pomeriggio, sospeso per oscurità quando il francese Chardy era ampiamente in vantaggio, sia psicologicamente che nel punteggio per due set a zero. Ripreso e concluso mercoledì con la reazione di Thomas Berdych che è riuscito a tirare il match per le lunghe salvo poi cedere nel quinto set.
Il 2018 del ceco è finito ancor prima di cominciare, l’unico risultato di spessore è il quarto di finale a Melbourne perso contro sua Maestà Roger Federer e poi una semifinale a Marsiglia, persa tra l’altro da Khachanov, a metà febbraio circa. Per il resto possiamo dire, ufficialmente, che l’almeno semifinalista in tutti i tornei dello Slam al momento è in crisi. Tante sconfitte, anche premature, e la stagione sul rosso che in teoria si chiude al Roland Garros con 4 sconfitte in altrettanti esordi a Montecarlo, Madrid, Roma e Parigi appunto.
Bene invece Chardy nella prima parte di match giocato ieri sera, quest’oggi alla ripresa si è fatto invece sorprendere, facendosi trascinare al quinto. Nel set decisivo comunque è uscita fuori la superiorità dimostrata a larghi tratti nei set precedenti, contro un Berdych che ripetiamo non appare al meglio, che gli ha permesso di accedere così al secondo turno.
Altre partite
David Goffin supera un combattivo, almeno per un set, Corentin Moutet. Il francese ha provato a tenersi attaccato saldamente ai turni di battuta del belga salvo poi cedere tutto in una volta nel dodicesimo game del primo set. Nei restanti due parziali è salito in cattedra il numero 8 del seeding che ha lasciato un solo game sui tredici giocati.
Altra partita finita al quinto quella che ha visto impegnati il francese Benoit Paire e il giapponese Kei Nishikori. I due, con due giochi particolarissimi, si sono presi tutto il tempo che serviva loro per concludere la faccenda sul Philippe Chatrier ritardando l’ingresso in campo della numero due del mondo Wozniacki. A spuntarla alla fine il giapponese che dopo aver vinto il primo set aveva subito la sfuriata del francese che però avanti due set a uno si è fatto a sua volta rimontare.
Per quanto riguarda i transalpini buona partita di Gilles Simon che rimonta un set di svantaggio alla testa di serie numero 12 e si impone poi agevolmente al quarto set.
Vincono le tre teste di serie spagnole impegnate quest’oggi. Passa in tre set Verdasco contro l’argentino Andreozzi, bene anche Bautista Agut contro il colombiano Giraldo, un po’ di ritardo per Carreno Busta che impegnato contro Federico Delbonis cede un set e chiude in quattro.
Impegnati anche tre italiani nella quarta giornata, tra torneo maschile e femminile, di cui potete leggere le gesta in questo articolo.