Il 10 giugno 1984 non è un giorno come gli altri nella storia del tennis. Poteva essere storico per un motivo, lo fu invece per il suo esatto contrario. Mentre in Italia il leader comunista Enrico Berlinguer lottava tra la vita e la morte in seguito a un ictus che lo aveva colpito durante un comizio a Padova il 7 giugno (morirà l’11 giugno) e Francesco Moser trionfava nel suo primo e ultimo Giro d’Italia, a Parigi andava in scena uno dei match più memorabili nella storia del nostro gioco.
Quel 10 giugno infatti John McEnroe e Ivan Lendl si affrontavano per la 19esima volta: in palio il titolo del Roland Garros. Per Supermac poteva essere il primo trionfo a Parigi; per Ivan il Terribile addirittura il primo titolo Slam, dopo quattro finali perse su quattro. Alla vigilia del match i precedenti dicevano 10-8 in favore di McEnroe, ma avevano avuto un andamento assai bizzarro: 2 successi iniziali per l’americano, seguiti da 7 consecutivi per Lendl e da un parziale di 8-1 ancora per McEnroe.
In quel 1984 i due si erano affrontati tre volte e per tre volte aveva vinto Supermac (due addirittura sulla terra battuta). McEnroe non aveva mai giocato così bene e prima della finale il suo bilancio dell’anno raccontava di un incredibile bilancio di 33 vittorie e zero sconfitte (addirittura 37-0 se si considerano i quattro successi del Masters 1983, disputato però a inizio 1984). Insomma, alla vigilia della finale l’impressione era che – più che Lendl – l’avversario più pericoloso per McEnroe potesse essere… la statistica!
E l’inizio del match sembrava rispettare in pieno i pronostici della vigilia. McEnroe era da subito super aggressivo e giocava costantemente in controbalzo, con i piedi ben dentro il campo. Lendl non aveva di fatto il tempo per organizzare le sue trame e si preparava a trascorrere un pomeriggio da incubo. Almeno così sembrava nei primi due set… Il primo set è deciso da un break nel sesto gioco e chiuso da Mac con una deliziosa stop-volley col dritto: 6-3 in suo favore. Lendl accusa il colpo e nel secondo si trova sotto 0-4 in un amen. McEnroe è una furia e dopo due set la Coppa dei Moschettieri sembra ad un passo: 6-3, 6-2 per l’indemoniato americano.
Nel quinto gioco del terzo set la prima svolta del match. Lendl serve sul 2-2 e si trova sotto 0-40. Dopo un paio di errori di Mac, Lendl annulla la terza palla-break con il suo marchio di fabbrica: il passante di dritto in corsa. McEnroe avrà una quarta palla del 3-2, ma ancora una volta non riuscirà a sfruttarla. Lendl tiene il servizio e nel game successivo breakka a sua volta il mancino newyorkese. Il quale si riprende subito il break, ma ormai Ivan è nel match e pronto a lottare punto su punto. Il break decisivo del set arriva così nel decimo gioco. Mac non riesce a controllare una robusta risposta di Lendl e il ceco accorcia le distanze: 6-3, 6-2, 4-6.
Il quarto set sarà quello del grande rimpianto per McEnroe. Dopo un filotto di tre break consecutivi l’americano si porta avanti per 4-2. Con Lendl al servizio, potrebbe ancora allungare, ma sbaglia una non impossibile volée sul 30-30. Sul 4-3 ha ancora una palla del 5-3, ma Lendl l’annulla con una magia di rovescio in risposta e impatta poi sul 4-4. Il centrale di Parigi è ormai una polveriera. Il pubblico, inizialmente tutto per McEnroe, ormai è dalla parte dello sfidante. La gente vuole vedere il sangue nel quinto set! Lendl ormai tiene più agevolmente i suoi turni di servizio, Mac soffre un po’ di più. E sul 5-6 – dopo un millimentrico lob liftato di Lendl – è costretto a capitolare. Per conoscere il vincitore del Roland Garros bisognerà giocare un quinto, drammatico set. L’inerzia sembra essere ora tutta dalla parte di Lendl, che può subito sfruttare due palle-break consecutive per andare avanti 3-1 e servizio. Ma Supermac prima le annulla con classe, poi avrà l’occasione della vita sul 4-3 in suo favore. Con Lendl al servizio toccherà questa volta a lui avere le due palle-break che lo porterebbero a servire per il match, ma ancora una volta sarà il passante in corsa di dritto a cavare Lendl dai guai e a portarlo sul fondamentale 4-4.
Come nel quarto set, sarà il dodicesimo gioco quello decisivo. Lendl infila un paio di passanti dei suoi e sale 15-40, con due matchpoint a favore. Sul secondo dei quali Supermac si incarterà, mandando in corridoio la più semplice volée della sua vita. Mac in quel 1984 magico vincerà ancora Queen’s, Wimbledon, Toronto, US Open, San Francisco, Stoccolma e il Masters. Perderà solo altri due incontri, con Amritraj a Cincinnati e con lo svedese Sundstrom nella finale di Davis, per un sensazionale record finale di 82-3. Ma il treno per Parigi non passerà mai più nel corso della sua carriera. Lendl invece romperà il ghiaccio e dominerà gli anni a venire, per un totale di 8 Slam totali: 3 Roland Garros, 3 Us Open e 2 Australian Open. Come Parigi per McEnroe, Wimbledon per lui rimarrà per sempre tabù. Almeno una cosa in comune dovevano pur averla.
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