Potrebbe sembrare una contraddizione e forse davvero lo è, ma Yevegny Kafelninov, che non ha mai fatto della continuità il suo cavallo di battaglia, per nove anni di seguito (dal 1994 al 2002) ha vinto almeno 2 titoli l’anno (per un totale di 26).
Dopo una buona carriera tra gli Juniores, passa professionista nel 1992 nel pieno dell’epoca dominata dal duo Sampras-Agassi. Il primo titolo arriva ad Adelaide nel 1994, superando in finale il connazionale Alexander Volkov col punteggio di 6-4, 6-3. Nei successivi due anni arrivano altri 8 titoli, ma senza ancora il grande exploit. I critici sono divisi nel giudizio. Chi gli predice un grande avvenire, chi lo considera troppo distratto mentalmente per tenere negli appuntamenti che contano.Ma al Roland Garros del 1996 (dopo la semifinale dell’anno precedente, sconfitto da Muster) il Professore russo mette d’accordo tutti e conquista il titolo (all’età di soli 22 anni) perdendo un solo set in tutto il torneo e distruggendo in semifinale nientemeno che il dominatore – ma non sul rosso – di quegli anni, Pete Sampras.
Nel 1997 arriverà il primo dei tre titoli su erba (tutti ad Halle) e il primo dei cinque titoli consecutivi a Mosca. Negli Slam arriva un quarto di finale ancora a Parigi (piegato 6-4 al quinto dalla rivelazione Kuerten) e poco altro. Fino al gennaio 1999, quando all’Australian Open ritrova magicamente il suo miglior tennis e si porta a casa il secondo e ultimo Slam della sua carriera. In Australia giocherà ancora una finale (sconfitto da Agassi nel 2000) e un quarto di finale (sconfitto da Clement nel 2001). A Parigi arriveranno altri due quarti di finale (2000 e 2001), sempre sconfitto dalla sua bestia nera parigina, Gustavo Kuerten. A Flushing Meadow si giocò due semifinali (1999 e 2011), ma perse malamente da Agassi e Hewitt. A Wimbledon invece, a parte un quarto di finale nel 1995 (sconfitto da Ivanisevic), non ha mai combinato granché.
A parte le due vittorie negli Slam, il picco della sua carriera è arrivato appunto il 3 maggio 1999, quando ha raggiunto la prima posizione del ranking, il primo russo ad arrivarci. Curiosamente, non c’era riuscito ad inizio anno dopo le vittorie di Melbourne e Rotterdam. Per uno strano scherzo del computer ATP, c’è invece riuscito dopo una serie di sconfitte al primo turno che l’anno appunto consacrato al vertice del ranking, il sedicesimo a riuscirci. Ci rimarrà per sei settimane, prima che Sampras e Agassi tornino a spadroneggiare.
Ultima curiosità: nel corso di un’ottima carriera, non è mai riuscito a vincere un torneo Masters 1000. Al termine della carriera s’è cimentato come (ottimo) giocatore pro di poker e come (pessimo) golfista. Preferiamo ricordarcelo con la racchetta in mano.
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