Il 9 maggio 2000 James Spencer Courier annuncia il ritiro al mondo del tennis quando deve ancora compiere 30 anni. Nessun infortunio o nessuna motivazione particolare, semplicemente non aveva più voglia. “Era una decisione già presa lo scorso gennaio. È stata una graduale sensazione di perdita di entusiasmo nell’allenarmi e nel preparare le partite. Non mi sentivo entusiasta quando scendevo in campo, era come se lo facessi in maniera meccanica, senza alcun interesse”, dichiarò Courier dopo l’annuncio.
Una presa di coscienza importante per uno dei giocatori più intelligenti e carismatici della storia recente. Non a caso ad oggi è ricercatissimo dalle tv come commentatore e opinionista ed è l’attuale capitano del Team Usa di Coppa Davis.
Courier iniziò la carriera da professionista nel 1988 e si rivelò fin da subito competitivo ad altissimi livelli su tutte le superfici. Il suo gioco muscolare e intenso si adattava quanto alla terra, quanto al cemento. Allievo della scuola Bollettieri, Jim tirava fortissimo sia col diritto, sia col suo famoso ‘baseball backhand’. Il servizio a catapulta era efficace e non se la cavava male neanche a rete. Il meglio però ‘Red Jim’ lo dava da fondocampo, dove era capace di dominare grazie alla potenza dei suoi fondamentali e ad una resistenza fisica da Ironman.
Non aveva però né il talento cristallino di Sampras, né la personalità prorompente di Agassi, per cui rimase sempre un passo indietro rispetto a questi mostri sacri, quasi scomparendo di fronte ad una delle rivalità più belle della storia del tennis.
Anche il suo outfit in campo lasciava spesso a desiderare: cappellino bianco d’ordinanza, pantaloncini sempre cortissimi che sembravano delle mutande e orrende magliette ispirate al baseball con maniche a tinta unita e righe sottili, fornite dalla Nike.
Courier giocò da campione solo per tre stagioni, dal 1991 al 1993. In questo periodo fu in grado di vincere quattro Slam (due volte a Melbourne e due volte a Parigi), giocare altre due finali (a New York nel 1991 e a Wimbledon nel 1993) e di raggiungere il numero 1 del ranking.
Poi, il progressivo declino ad appena 24 anni. Jim cominciò ad allenarsi meno intensamente, smise di dedicare al tennis ogni stilla di energia e il suo rendimento cominciò a inesorabilmente a scendere. Già nel 1994 non vinse nessun torneo e perse 10 posizioni in classifica. Rientrò in Top 10 tra la fine del ’95 e l’inizio del ’96, ma la macchina da punti di inizio decennio aveva definitivamente finito la benzina.
Il suo ultimo torneo lo giocò a Indian Wells nel 2000: batté al primo turno un giovanissimo Nalbandian e perse il match seguente da Thomas Enqvist.
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