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20 Mag 2017 09:44 - Correva l'anno
20 maggio 2001: Albert Portas vince l’unico titolo della sua carriera
Lo spagnolo Portas non sarà certo ricordo come uno dei fuoriclasse della storia del tennis. Ma per una settimana, ad Amburgo, fu più forte di tutti.
di Enzo Cherici
1999: Marcelo Rios
2000: Gustavo Kuerten
2002: Roger Federer
2003: Guillermo Coria
2004: Roger Federer
2005: Roger Federer
È soltanto una piccola parte del prestigioso Albo d’Oro del (fu) Masters 1000 di Amburgo.
Vi siete accorti di nulla? No? Guardate meglio… Proprio così: manca il 2001. Perché in mezzo a quella serie di nomi così altisonanti, quell’anno si è ritagliato il suo piccolo grande spazio un protagonista del tutto inatteso: Albert Portas!
Proprio così, questo terraiolo spagnolo – che non aveva mai vinto un torneo prima e non ne vincerà mai più uno dopo – ha trovato in quel maggio di 16 anni fa la sua settimana di gloria.
Riassunto delle puntate precedenti. Come accennato, il catalano era uno specialista del rosso. Ma il suo livello non era certo quello di tornei come Monte Carlo, Roma o Amburgo, per non parlare di Parigi. Un onesto pedalatore che si era costruito la sua classifica (numero 42 prima del torneo di Amburgo) in tornei del livello di Viña del Mar, Estoril, Umag, eccetera.
In quel 2001 prima di Amburgo gioca ben 12 tornei, in 6 dei quali va fuori al primo turno. Sul cemento combina poco o niente, mentre va un po’ meglio sulla terra battuta. Ma a Monte Carlo e Roma non va oltre il secondo turno e ad Amburgo è così costretto a giocare le qualificazioni.
Dopodiché succede il miracolo. Batte uno dopo l’altro Voltchkov (31), Norman (9), Grosjean (11), Alberto Martin (41), Hewitt (7) e si prepara ad affrontare il favoritissimo Juan Carlos Ferrero (6) in finale.
Nei due precedenti non aveva racimolato neanche un set, ma quel 20 maggio di 16 anni fa accade l’imprevedibile. Dopo un inizio sofferto, lo sfidante spagnolo prende il sopravvento e vince il titolo in rimonta: 4-6, 6-2, 0-6, 7-6 (5), 7-5.
Sarà il primo e unico titolo della sua carriera, che gli varrà anche come best ranking al numero 20 del mondo.
Qui di seguito, il drammatico ultimo game di quella finale: