Tuscon, Arizona, 5 aprile 1975: nella semifinale del American Airlines Tennis Games tra Ken Rosewall e Ilie Nastase sta prevalendo nettamente l’australiano, 6-3 5-4, che peraltro ha vinto i primi tre precedenti. Nastase, che ha 12 anni in meno del 41enne Rosewall, è ben conosciuto per i suoi comportamenti fuori dagli schemi, ma quello che il tennista romeno ha in serbo per il pubblico va probabilmente oltre quello che si considera fuori dagli schemi. Nervosissimo a causa di alcune chiamate che secondo lui lo avevano sfavorito, Nastase sbotta sul 5-4 del secondo set, quando Rosewall va a servire per il match e trova un ace sul 15-15. Lo stesso giudice di linea che poco prima gli aveva chiamato fallo stavolta giudica buona la palla e a quel punto Nastase non ci vede più.
“Non voglio più giocare”, minaccia Nastase, che prende l’asciugamano e si rifiuta di continuare il match. Il pubblico comincia a scaldarsi, l’arbitro non sa bene come comportarsi mentre Rosewall sembra il più calmo di tutti. “Se avesse chiesto il forfait dell’avversario”, ricorda Jack Kramer, allora presidente dell’ATP “avrebbe avuto ragione”. Nastase nel frattempo sembra irresolubile, ma ovviamente sta solo fingendo: Richard Evans dell’ATP utilizza dei buoni argomenti e lo convince a continuare. La partita finì lì in pratica: Rosewall perse tre punti di fila, evidentemente deconcentrato dalla sceneggiata di Nastase, e poco dopo anche il set. Nastase andò avanti di due break nel terzo e chiuse 3-6 7-5 6-2. Nastase, poco dopo, disse: “Forse mi sono comportato male, ma non volevo danneggiarlo. Ho un grande rispetto per lui, e nel circuito io non rispetto nessuno. Se rispetti qualcuno, non puoi giocarci contro. L’unico per cui ho rispetto è lui”. Rosewall ammetterà senza troppi problemi che Nastase era riuscito a deconcentrarlo; in quanto al rispetto per il suo avversario, chissà.
Il comportamento di Nastase non passò certo inosservato e quella sera il centralino del Margaret Court’s Racquet Club Ranch, il circolo dove si era giocata la partita, fu impegnato fino a tardi per rispondere alle chiamate di protesta degli spettatori, inferociti per quello che era successo, mentre il Public Broadcasting System che aveva trasmesso la partita in televisione fu inondato di telegrammi. Il giorno dopo, comunque, John Alexander, testa di serie numero 12, metterà le cose a posto, battendo Nastase per 7-5 6-2.
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