di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
18 Apr 2017 12:50 - Correva l'anno
18 aprile 2004, il primo ritorno di Haas al successo
Tommy Haas, una carriera funestata dagli infortuni ma anche dagli entusiasmanti ritorni al successo, a Houston alza di nuovo un trofeo dopo il primo lungo stop.
di Redazione
Tommy Haas ha da poco compiuto 39 anni e ad inizio stagione lo abbiamo ritrovato, non senza sorprenderci, ancora una volta ai nastri di partenza, dopo l’ennesimo lungo stop che faceva presagire a tutto fuorché al ritorno in campo. A Melbourne, teatro che lo ha visto semifinalista per ben tre volte, aveva però lasciato mestamente il campo non concludendo la sua partita contro Benoit Paire, facendo chiaramente intendere che su quei campi probabilmente non ci sarebbe tornato da giocatore.
Ad Indian Wells lo abbiamo visto nelle nuove vesti di direttore del torneo, ma non si tratta ancora di un’occupazione full time, il giocatore ha ancora una lunga passerella di tornei da onorare soprattutto nella sua Germania. E nel frattempo non si fa mancare qualche nuova emozione in campo, con un’iguana che a Miami ha voluto tributargli il suo saluto, ma anche la soddisfazione di vincere un match ATP dopo quasi due anni, con il successo a Houston in tre set sul giovane statunitense Reilly Opelka, con il quale diventa il più anziano vincitore di un match ATP dal 1995, quando Connors raggiunse i quarti a 42 anni a Halle.
E proprio a Houston, tredici anni fa, Tommy Haas si ripresentava tra i tennisti che contano vincendo il sesto dei suoi quindici titoli in carriera, dopo il primo dei tanti lunghi stop che il suo fisico gli ha richiesto. Il tedesco aveva infatti chiuso la stagione 2002 in top ten, con il picco in classifica al numero 2 dopo la finale di Roma (persa nettamente contro Agassi), alle spalle soltanto di Lleyton Hewitt. Ma a fine stagione deve sottoporsi ai primi due interventi alla spalla che lo tengono lontano dai campi per tutto il 2003. Rientra nel 2004 nei tornei nordamericani e, dopo un buon quarto turno sul cemento di Indian Wells, è sulla terra battuta del Texas che arriva il titolo, battendo in finale con il punteggio di 6-3 6-4 Andy Roddick, all’epoca numero 2 in classifica, e che su quei campi vantava 18 vittorie nelle ultime 19 partite disputate.
Dopo quel rientro soltanto nel 2007 Haas riesce ad affacciarsi di nuovo in top ten, non andando però oltre il numero 9. La spalla lo ha poi tormentato di nuovo nella stagione 2008, giocata a singhiozzo, e poi anche il gomito destro ha detto la sua nel 2010, tenendolo fermo per altri lunghi 15 mesi. In quell’occasione ci vollero dodici mesi per conquistare di nuovo un titolo, quando a Halle 2012 superò Federer in finale e ne seguirono altri due nel 2013, sulla terra di Monaco di Baviera e sul cemento di Vienna, spingendosi nuovamente fino al numero 11 in classifica. Il resto è storia recente, la spalla ancora protagonista ma la voglia di giocare ancora di più.