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24 Mar 2017 18:23 - Correva l'anno
25 marzo 2001: la prima grande vittoria di Roddick
Sedici anni fa Andy Roddick ottenne una delle vittorie più importanti della sua carriera, nel terzo turno di Miami, contro un connazionale che non era malaccio.
di Daniele Vallotto
Dopo averlo battuto in due set nel terzo turno di Miami, Andy Roddick definì Pete Sampras “probabilmente il tennista più grande di sempre”. Era la sua prima vittoria contro un top 10, 16 anni or sono, e di certo non poteva immaginare che ben presto si sarebbe dovuto confrontare con uno (anzi, con due) che avrebbe fatto addirittura meglio di Sampras. Quella del 26 marzo 2001, però, fu una vittoria dolcissima per Roddick, allora numero 119 del mondo, di cui già si parlava molto per via del suo formidabile servizio (che contro Sampras arrivò fino a 220 chilometri orari).
Il match, ovviamente, fu dominato dai servizi. Roddick giocò perfettamente il tie-break, vinto per 7-2, anche grazie ad un rovescio molto migliorato, un rovescio che secondo Patrick McEnroe, capitano di Coppa Davis, “ora può farti male”. Nel secondo set a Roddick bastò breakkare nel secondo game per portare a casa la vittoria più importante della sua giovane carriera. Il New York Times, che titolò con una certa enfasi (“Sampras Falls To Roddick, And Future”) scrisse che Roddick faceva ormai parte in pianta stabile di una generazione di giovani statunitensi molto promettenti, che comprendeva Taylor Dent e Mardy Fish.
In realtà solo Roddick, di quella generazione, otterrà dei risultati di rilievo: giocherà tre finali Slam a Wimbledon, due agli US Open (vincendone una, nel 2003, dopo un’estate in cui era diventato praticamente imbattibile) e quattro semifinali agli Australian Open; nel 2003 diventò anche numero 1 del mondo, in quell’interregno di incertezza che Roger Federer chiuderà diventando numero 1 a febbraio del 2004. Roddick, dopo aver battuto Sampras, arriverà fino ai quarti a Miami (torneo che vincerà nel 2004 e nel 2010) ma ci vorranno circa due anni perché si affermi stabilmente tra i big. La sua carriera terminerà undici annoi dopo quella promettente vittoria su Sampras: vinse 32 tornei, (tra cui uno Slam e cinque Masters 1000), almeno uno all’anno dal 2001 al 2012. Ma forse meno di quanto si aspettavano gli Stati Uniti dopo quel terzo turno contro Sampras.