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16 Mar 2017 12:15 - Commenti
Federer-Nadal, l’euforia per una sfida che non morirà mai
La rubrica da Indian Wells racconta dell'atmosfera sugli spalti per la sfida tra Roger Federer e Rafael Nadal e nei momenti che l'hanno preceduta, sul campo d'allenamento (con foto e video).
di Diego Barbiani
6-2 5-3 Roger Federer contro Rafael Nadal, da poco passata l’ora di gioco, lo spagnolo al servizio per rimanere nel match. Dopo quattro punti era sotto 15-40 ed uno dei giornalisti francesi che ieri era con me a parlare con Timea Bacsinszky si è girato, mi ha guardato, spalancato gli occhi e serrato le labbra, salvo poi farsi scappare un curioso ed italianissimo: “Mai pensato questo”. Ha smascherato il suo “travestimento” poco dopo, dicendomi: “Incroyable”. Nella sua faccia, che rappresentava un po’ tutti i presenti in tribuna stampa, c’era tanta incredulità. Delle 13 (con oggi) vittorie ottenute da Federer, 6 di queste si sono concluse in 2 set, la prima nella semifinale del Master 2006. Solo una volta gli aveva lasciato meno game, ma come ricordavamo era un Nadal che, nel Master del 2011, non era al meglio mentre l’elvetico, su una superficie che si esalta (ma dove non riesce a farlo?) terminò con 4 game persi su 16 giocati, in meno di un’ora di gioco. 8 agosto 1981, reduce da 6 mesi di stop per problemi fisici. Non sembra vero.
Basta però non dire che con Nadal battuto e Novak Djokovic eliminato da Nick Kyrgios (senza dimenticare Andy Murray estromesso subito da Vasek Pospisil) il tabellone per lui rappresenti ora una passeggiata. Chi c’è ora? Proprio Kyrgios, quel giocatore che ha raccolto oggi la seconda vittoria di fila sul serbo con una partita semplicemente pazzesca, a dimostrazione di come sia lui il migliore tra tutti i giovani, con solo Alexander Zverev (forse) da mettere sullo stesso livello. Non ha mai fatto arrivare l’avversario ai “40” sul suo servizio, dunque zero palle break (zero, sì) concesse al miglior ribattitore degli ultimi anni, prendendosi enormi rischi ma vedendosi ripagato anche nei momenti più delicati: 3-2 e servizio nel tie-break del secondo set, ace di seconda a 204km/h. Che vogliamo dire? Solo una cosa: se questo Kyrgios si riproporrà in campo tra 2 giorni, c’è il rischio di un match che non potreste perdere neppure per la festa di laurea della fidanzata o del fidanzato (che, diciamocelo, un bel “chissene” di loro…).
Proprio nel match tra Djokovic e Kyrgios si è eletto a MVP di giornata il dj dello Stadium 1. Ci sta prendendo sempre più la mano, chiunque esso sia, a mettere pathos dove già ce n’è tanto. L’altra sera Dominika Cibulkova ha salvato un game, sotto 4-5 al terzo set, dove Kristyna Pliskova è stata sette volte a 2 punti dal match ed ha avuto anche un match point, per poi fare il break nel game successivo alla prima chance, mettendo per la prima volta nel match la testa avanti dopo 2 ore e mezza di bombardamento continuo della ceca. Al cambio campo, fantastico, il dj ha fatto partire “I will survive”.
Go on now go, walk out the door. Just turn around now, ‘cause you’re not welcome anymore. Weren’t you the one who tried to hurt me with goodbye. You think I’d crumble? You think I’d lay down and die? Oh no not I, I will survive! Oh as long as I know how to love I know I’ll stay alive, I’ve got all my life to live; I’ve got all my love to give, and I’ll survive, I will survive! Hey, Hey!
Cibulkova poi vinse quella partita a dir poco rocambolesca, ma torniamo al presente. Djokovic al servizio sul 5-5, Kyrgios che si faceva sempre più aggressivo in risposta fino ad arrivare ad una doppia chance di break. È successo parecchio in quel game, con tanto di arrabbiatura del serbo nei confronti di un giudice di linea per una non chiamata su una palla per lui fuori. Chiamata la verifica, la palla era per metà dentro. La stessa mezza riga che lo ha salvato su un passante giocato sulla seconda palla break. Tenuto il game, si è diretto verso la propria panchina ed il dj ha fatto partire “Under pressure” dei Queen. Fantastico, una volta di più.
Pressure pushing down on me, pressing down on you no man ask for. Under pressure that brings a building down, splits a family in two, puts people on streets. Um ba ba be. Um ba ba be.
Bon, credo di essermi giocato definitivamente ogni credito che avevo guadagnato. Voglio provare a rimediare e vi faccio un regalo: l’audio del boato del pubblico sui due match point (Kyrgios e Federer) vissuti dalla tribuna stampa.
Kyrgios:
Federer:
Facciamo doppio, via. Il big match ha visto un Federer di gran lunga superiore a Nadal, ma resta il bel momento dell’allenamento dei 2 grandissimi campioni praticamente fatto assieme: stessa ora, campi adiacenti, tutto il pubblico attorno ad urlare e persino gli spettatori sulle tribune dello Stadium 4 a guardare. “Let’s go Roger!” o “vamos Rafa!”, 20 minuti di tifo da stadio sugli spalti, bandiere svizzere intrecciate a spagnole, un caos in certi momenti che ci si chiedeva come potessero i due protagonisti entrare effettivamente in clima da partita. I video forse non rendono a pieno giustizia, ma già solo dall’ingresso in campo dei 2 si capisce il clima di euforia che circondava il campo 1 e 2.
Ingresso in campo Federer
Roger Federer entra in campo per il suo allenamento (video dell'inviato @Diego_Barbiani) pic.twitter.com/2W9kWduifR
— OK Tennis (@oktennis) March 15, 2017
Ingresso in campo Nadal
Arriva Rafael Nadal, che corre per liberare il campo a Roger Federer che gia aveva cominciato a scaldarsi (video di @Diego_Barbiani) pic.twitter.com/k4iaUMygaB
— OK Tennis (@oktennis) March 15, 2017
foto dei 2
2 giocatori, 2 campi da tennis
6 Australian Open + 7 US Open + 9 Wimbledon + 10 Roland Garros = 32 titoli Slam#Federer #Nadal pic.twitter.com/30IbKC2T2c— OK Tennis (@oktennis) March 15, 2017
Fan di Roger, fan di Rafael, poco importa. Non è dagli scontri diretti tra l’uno e l’altro che si stabilisce chi sia superiore a chi. La grandezza vera è probabilmente quella di aver segnato (e di continuare a farlo tutt’ora) un’era cominciata nel 2004 ed in cui solo una persona, Djokovic, è riuscito concretamente a ritagliarsi spazi importanti. Vittorie su vittorie, record su record. Hanno scritto e scriveranno ancora pagine importanti di questo sport, l’uno legato indissolubilmente all’altro.