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08 Gen 2017 00:14 - Correva l'anno
8 gennaio 1978: Borg e Connors si giocano il Masters (del 1977)
Era il 1978 già da otto giorni e Bjorn Borg e Jimmy Connors si giocavano il titolo del Masters 1977 (sì, del 1977).
di Enzo Cherici
Eh già, perché quell’anno questo torneo così speciale, per certi versi anomalo, si disputò dal 4 all’8 gennaio 1978. Erano i tempi in cui lo snobbatissimo Australian Open si giocava ancora in dicembre, quindi non era raro che il Masters di fine anno si giocasse all’inizio della stagione seguente. Per la prima volta si gioca al Madison Square Garden di New York e sarà la prima di tredici edizioni entusiasmanti, che raramente hanno deluso le attese degli appassionati. In finale si ritrovano, per valore assoluto, i più forti giocatori di quell’anno. Anche se probabilmente il più continuo in quella stagione fu Vilas, che ancora oggi rivendica a gran voce (forse a ragione) il numero uno di fine anno.
Connors arriva in finale dopo essere arrivato secondo in un girone completato da Vilas, Orantes e Dibbs e aver superato in una combattuta semifinale il connazionale Gottfried. Borg arriva alla sfida per il titolo dopo aver sconfitto facilmente in semifinale Vilas, e dopo essere arrivato secondo nel girone formato anche da Gottfried, Ramirez e Tanner. Prima del match i due si sono scontrati già 9 volte, con 6 vittorie per Jimbo e 3 per l’Orso svedese. Ma attenzione, Borg ha vinto gli ultimi due scontri diretti e l’ultimo, in particolare, molto pesante: la finale di Wimbledon. Borg sembra presentarsi all’appuntamento più in palla, ma la superficie (Supreme Court) avvantaggia Connors. Abbiamo trovato un’ampia sintesi di questo match (ci perdonerete la telecronaca in giapponese…) e ve la riproponiamo alla fine di questo articolo. Noterete subito come la superficie, pur sufficientemente democratica, premi molto il gioco d’attacco. E lo stesso Borg, un regolarista che sapeva adattarsi alla perfezione anche alle condizioni più estreme, non si faceva pregare nel presentarsi a rete, dietro al servizio e al suo rovescio tagliato a due mani che tante gioie gli ha procurato sui prati di Wimbledon. Possiamo riammirare la Donnay a manico lungo di Borg, mentre Connors gioca con la sua mitica Wilson T2000 e ancora oggi ci si chiede come diavolo facesse. Vedere questi campioni maneggiare con tanta abilità queste “racchettine” ci fa capire, una volta di più, quanto siano sottovalutati da tanti commentatori dei nostri giorni.
La partita ha un andamento sinusoidale. Il primo set è deciso da un break in apertura di Connors, che poi mantiene con sicurezza i propri game di servizio e si aggiudica la prima frazione 6-4. Nel secondo set l’americano sembra stanco e appagato (non si sa in quale ordine) e arriva la reazione di Borg: 6-1 per lo svedese. Il terzo e decisivo set inizia con Connors in sofferenza col proprio servizio: 0-30 nel game iniziale. Ma Jimbo reagisce e riesce a salvare un game forse già decisivo. La partita si riequilibra, tutti tengono i propri servizi con sicurezza. Arriviamo dunque sul 5-4 Connors, con Borg che serve per restare nel match. Inizia bene, 15-0. Ma deve poi subire la violentissima accelerazione di Connors: quattro punti conclusivi per il 6-4 1-6 6-4 finale. Primo e unico titolo di Maestro per l’americano.
Sarà il penultimo successo di Connors contro Borg. Dopo quel match i due si incontreranno per altre 13 volte ancora: per ben 12 volte la spunterà Borg (unica eccezione la finale Us Open 1978, torneo davvero maledetto per Borg). Lo score finale della loro rivalità dirà 15-8 Borg, con gli ultimi 10 incontri tutti vinti dallo svedese tra il 1979 e il 1981.