Federer e il (facile) ritorno dell’entusiasmo

Vittoria con Evans e sconfitta con Zverev alla Hopman Cup: come sta realmente Federer e quali sono le aspettative per gli Australian Open?

Migliaia di persone, tv collegate da ogni parte del mondo, fan in delirio, giornalisti che ritrovano linfa: il ritorno di Federer alle competizioni, sia pure per un torneo esibizione, ha indubbiamente ravvivato il mondo del tennis. C’è chi ha preso mesi fa un volo per Perth per essere lì, dal Belgio o dalla Germania, chi ha attraversato l’intera Australia malgrado Melbourne fosse più vicina… i federeriani, si sa, sono persone religiose, a modo loro. E in fin dei conti Roger piace a tutti, anche a quelli non esattamente appassionati di tennis come fosse una ragione di vita, anche quelli per cui il tennis scandisce le settimane, i mesi.

Anche il direttore della Hopman Cup, che è un’esibizione sì ma organizzata dall’ITF, ha capito che fosse il caso di investire sulla sua presenza con tutte le facilities possibili per lui e la famiglia numerosa a seguito. Federer ha fatto registrare cifre mai viste a Perth e una sponsorizzazione del torneo di inizio anno fin qui mai sperimentata. Gli entusiasmi, da qui e dalla prima vittoria contro Evans, sono facili e prevedibili. “È tornato, è sempre lui, guarda quel dritto, quella sensibilità a rete, la SABR, il ciuffo lungo, l’eleganza”. Tutto bello, tutto anche giusto, perché l’esaltazione è la chiave dello sport che non si nutre solo di analisi e di critiche.

Tuttavia Federer sa che quello che sta per arrivare è la parte più difficile di tutte: arriverà agli Australian Open con una testa di serie compresa tra la 17 e la 20 e con la possibilità dunque di affrontare un vero top player già agli ottavi di finale. A Melbourne, poi, Roger difende semifinale e dunque tanti altri punti in scadenza. L’altra cattiva notizia per lui sono i tre set su cinque che ama per via della tradizione e dell’abitudine ma probabilmente maledirà quando le gambe si faranno pesanti dopo mesi di disabitudine alle partite e al ritmo di gioco che dovrà presto essere piuttosto sostenuto; la capacità di concentrarsi per tre, quattro ore, dopo mesi di passeggiate in montagna, passerelle di alta moda, allenamenti solitari.

Ecco perché il tabellone sarà più che mai decisivo per il cammino dell’elvetico a Melbourne Park; sebbene il dritto pare già lucidato a dovere, rovescio e spostamenti sono in rodaggio e – colpo fondamentale per lui – il servizio, deve entrare a regime. I doppi di questa settimana e tre sicure partite di singolare aiuteranno ma la verità arriverà a metà gennaio. A che punto sta? Qual è il livello effettivo? Una verità che in tanti, ora, credono già di sapere, con il cuore gonfio di speranza e sollievo nel rivederlo.

Una verità che però nemmeno Federer sa ancora.

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